Il “Consiglio competitività” dell’Unione Europea (UE), ha determinato nei giorni scorsi conclusioni e norme da adottare, in particolare, in tema di dati e servizi spaziali per la zona artica, per il monitoraggio dei cambiamenti climatici.
Cambiamenti climatici: Norme da adottare per la zona Artica
Questo perché, come sappiamo, anche in base a fenomeni recenti, lo spazio agisce da vero catalizzatore nell’Artico, in particolare nella lotta contro i cambiamenti climatici e nel garantire in questa zona una crescita sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.
Per citare alcuni esempi, non possiamo non considerare gli incendi (più di cento), avvenuti tra giugno e luglio 2019 in Groenlandia, Siberia, Canada e Alaska che sono stati rilevati grazie alle immagini satellitari raccolte da Copernicus.
Il programma ambientale europeo Copernicus, con sette satelliti della famiglia Sentinel in orbita, che forniscono terabyte (un terabyte è uguale a 1.048.576 megabyte) di dati ogni giorno, è il più grande fornitore di dati di osservazione della Terra, al mondo (fonte ESA).
Claudia Volosciuk, scienziata della WMO (Organizzazione meteorologica mondiale) ha sottolineato il fatto che «l’aumento delle temperature sia una conseguenza degli incendi perché da un lato diffondono anidride carbonica e, dall’altra, il fumo e le particelle inquinanti diffuse dagli incendi aumentano la capacità di assorbimento dei raggi solari da parte dei ghiacci del Nord che normalmente riflettono la luce ma smettono di farlo se si scuriscono. In questo modo lo scioglimento dei ghiacciai si accelera».
A causa di questi incendi si sono diffuse nell’atmosfera, tra giugno e luglio 2019, circa 100milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Un mondo di plastica alla deriva
Questo è solo uno dei tanti esempi ma potremmo anche parlare del fatto che l’Artico è invaso dalla plastica – notizia tratta da National Geographic – e i frammenti che viaggiano verso il Nord vengono trasportati dalle correnti oceaniche e dall’aria. E lì si accumulano, spesso ingeriti da animali.
Proprio in queste zone, secondo studi si trovano le maggiori concentrazioni di plastica, all’interno del ghiaccio marino.
In base a questi e ad altri fenomeni, la Commissione Europea ha esaminato in tre occasioni la situazione, sulla base di un trattato dell’UE sull’Artico, che stabilisce una competenza della stessa nel settore dello spazio.
La Commissione sottolinea che le soluzioni spaziali svolgono un ruolo cruciale in relazione alle priorità della politica integrata dell’UE per l’Artico: mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, tutela dell’ambiente artico, sviluppo sostenibile nell’artico e nella zona circostante. Oltre un rafforzamento della cooperazione internazionale sulle questioni che riguardano la regione artica.
La Commissione Europea ritiene che l’Artico, essendo una regione vasta e con un numero limitato di punti di osservazione, può trarre vantaggi dai servizi spaziali perché molte delle esigenze di questa zona sono simili a quelle di altre zone costiere e periferiche dei mari e degli oceani.
È quindi necessario potenziare le sinergie e il coordinamento con altre iniziative regionali, l’osservazione della Terra, la navigazione satellitare e le comunicazioni, le osservazioni meteorologiche spaziali che possono contribuire già ad affrontare le situazioni nella zona dell’Artico.
Dato che i cambiamenti climatici stanno trasformano l’ambiente artico e hanno un’importanza notevole per l’Europa e per il mondo, è essenziale che vengano monitorati. Attraverso i satelliti Sentinel di Copernicus, nelle orbite polari, le emissioni partecipanti di Copernicus, forniscono un contributo prezioso nella regione artica.
La proposta della Commissione relativa al regolamento sul programma spaziale UE, riconosce l’importanza di questa regione e la politica dell’UE afferma la rilevanza dei programmi spaziali europei. Ritiene che l’Europa abbia già a disposizione notevoli capacità per quanto riguarda le osservazioni della Terra e la navigazione satellitare dell’Artico.
Al fine di rispondere alle esigenze degli utenti situati nella regione artica, oltre l’importanza delle sinergie tra Galileo e Copernicus per la sicurezza delle operazioni di trasporto, delle attività economiche e del monitoraggio ambientale, sprona la Commissione, l’agenzia del GNSS europeo, l’ESA (Agenzia spaziale europea), l’EUMESTAT (organizzazione intergovernativa) e le entità delegate di Copernicus a usufruirne per lo sviluppo di applicazioni, prodotti e servizi “multidimensionali”.
Vi sono ancora lacune nel livello dei servizi quindi esorta la Commissione a garantire che le prestazioni dell’EGNOS (sistema che aumenta la precisione dei segnali dei satelliti) siano fornite per tutto il territorio degli Stati geograficamente membri situati in Europa.
Dato che le condizioni meteorologiche possono presentare una minaccia per le infrastrutture sia spaziali sia terresti e si rischia di turbare il funzionamento della società artica, si incentiva la Commissione nell’ambito della “Sorveglianza dell’ambiente spaziale (SSA)” a migliorare l’osservazione e la comprensione degli eventi meteorologici in modo da prevenire situazioni preoccupanti.
Secondo il documento della Commissione, le infrastrutture spaziali svolgeranno un ruolo determinante per le comunicazioni e la connettività con queste zone.
Per questo, la futura componente Govsatcom (programma per le telecomunicazioni satellitari) potrebbe fornire soluzioni all’esigenza di comunicazioni sicure per la ricerca e salvataggio, lì dove ci sono ancora lacune.
L’agenzia del GNSS europeo, l’ENSA, l’EUMETSAT e le altre entità affidate a Copernicus dovrebbero collaborare evitando inutili sovrapposizioni in particolare con i loro partner internazionali e le popolazioni indigene, per promuovere soluzioni spaziali per un Artico sostenibile.
Le opportunità offerte dal “New Space” (nuovo spazio) possono promuovere la fornitura di nuovi servizi spaziali ed è essenziale usufruire di questa opportunità.
Infine il Consiglio raccomanda alla Commissione e all’alto rappresentante dell’UE di valutare l’opportunità di aggiornare la comunicazione congiunta del 2016 per tener conto delle nuove sfide nell’Artico e del crescente interesse internazionale.