martedì, Marzo 18, 2025

Rischi idrogeologici, proposta per una nuova architettura

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DA VENEZIA UNA PROPOSTA FUTURISTICA PER UNA NUOVA ARCHITETTURA CONTRO I RISCHI IDROGEOLOGICI, CHE AUMENTANO ANCHE A CAUSA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO. UNA STARTUP VENETA PUNTA A UNA NUOVA DIMENSIONE ABITATIVA. MA QUANTO CI COSTA?

Una nuova dimensione abitativa per far fronte all’aumento dei rischi idrogeologici che aumentano sempre di più, anche a causa del cambiamento climatico. E contro l’inquinamento.

L’esperienza dell’alluvione in Emilia Romagna ha riportato alla ribalta l’importante tema del dissesto idrogeologico sul territorio italiano e ha insegnato che fenomeni estremi possono mettere in seria difficoltà i territori e la popolazione.

La proposta di una nuova architettura parte da una startup veneta, la SkyLevel Studio che vuole “creare una nuova dimensione abitativa che riporti ad avere un equilibrio tra l’uomo e l’ambiente”.

Quartieri sopraelevati per ridurre i rischi idrogeologici

Quello che si prospetta è uno scenario a dir poco futuristico. “Il progetto prevede la realizzazione di quartieri sopraelevati rispetto al terreno al fine di restituire alla natura il suo spazio, assicurando altresì alle persone una vita in sicurezza perché antisismici e privi di rischi idrogeologici”. A spiegarlo è la stessa startup in una nota.

Questo tipo di architettura nuova “propone la colonizzazione dello spazio posto sopra di noi”. Nelle intenzioni della startup la realizzazione di questi nuovi quartieri sopraelevati ridurrebbe il consumo di suolo e il rischio idrogeologico. I terreni sarebbero “preventivamente bonificati, poiché portiamo la natura e il Sole sotto i nostri centri urbani”. Tutti gli edifici inoltre sarebbero collegati su matrici elastiche antisismiche.

Infine, si ridurrebbe l’inquinamento ai vari livelli, “poiché il quartiere tiene conto di tecnologie solari, è ecosostenibile e autosufficiente” e ci sarebbe “un maggior controllo sanitario in caso di pandemie, considerato lo schema strutturale del quartiere”.

Siamo davvero disposti a cambiare, e in che modo?

Una idea, quella proposta dalla startup veneta, che definire stupefacente è eufemistico. Porta con sé, però – secondo chi scrive – alcune inevitabili domande.

L’Italia ha un enorme patrimonio artistico, migliaia di paesi risalgono a secoli fa. Il nostro Paese è noto nel mondo soprattutto per questo, per la sua innata bellezza ed è un nostro vanto abitare in paesaggi così particolari e unici.

In che modo sarebbe compatibile la nuova architettura con l’identità e le nostre tradizioni? Siamo disposti a rinunciare all’Italia dei borghi e della storia, in nome della modernità e di un rischio “quasi” zero, che al momento può essere soltanto presunto?

E tutto questo, quanto potrebbe bastare una seria politica di prevenzione dei rischi, con maggiori controlli e maggiore impegno da parte dei cittadini verso un modo di vivere più sostenibile?

Rapporto Ispra: il 93% dell’Italia in dissesto idrogeologico

Secondo l’ultimo Rapporto ISPRA Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischi, quasi il 94% (per l’esattezza il 93,9%) dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera (841 km di costa).

Il 18,4% del territorio nazionale è classificato a maggiore pericolosità per frane e alluvioni. In generale 1,3 milioni di persone risultano in pericolo per frane e 6,8 milioni per le alluvioni. Le regioni più a rischio sono l’Emilia Romagna, la Toscana, la Campania, il Veneto, la Lombardia e la Liguria. Il rischio alluvioni in Italia è stimato al 3,5% della popolazione (2.431.847 di abitanti), che risiedono soprattutto in Veneto, Liguria, Emilia Romagna e Toscana. Sono a rischio anche il 4,3% degli edifici, il 4,7% delle imprese e il 7,8% dei beni culturali.

Numero verde ONA

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