Quattro società del foggiano avrebbero trattato in forma illecita ingenti quantitativi di rifiuti speciali spacciandoli per compost.
Operazione della Guardia di Finanza: arresti per reati ambientali nella provincia di Foggia. Il compost è un fertilizzante organico stabilizzato biologicamente, con buona dotazione di elementi nutritivi. È ricco di sostanze umide, di pezzatura definita, igienicamente sicuro, esente da semi vitali di infestanti.
Rifiuti speciali spacciati per compost
In realtà si trattava di rifiuti speciali conferiti da imprese campane, pugliesi e da diversi Enti Locali, che i sodali hanno provveduto a smaltire, in modo illegale, in terreni agricoli del Tavoliere delle Puglie.
A porre fine all’attività criminosa è stato il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari. L’operazione è stata coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari.
Sette gli indagati destinati agli arresti domiciliari. A nove altri soggetti, tutti residenti nella provincia di Foggia, è stato imposto l’obbligo di dimora.
Le quattro società sono state confiscate. L’attività illecita avrebbe procurato al sodalizio un guadagno indebito di circa 26milioni di euro.
Il milionario profitto illecito deriva dai compensi percepiti per la ricezione di rifiuti destinati al trattamento e dal risparmio ottenuto non avendo rispettato le corrette procedure di gestione dei rifiuti prescritte dalla legge.
Le indagini della Guardia di Finanza
Gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero a loro volta conferito in discariche abusive le tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi. Senza, prima, trattare la frazione organica.
Documenti falsificati affermavano che i rifiuti speciali al termine del processo di riciclo erano destinati al mercato agrotecnico come fertilizzanti. I rifiuti speciali, invece, non trattati, mantenevano le proprie caratteristiche e venivano sversati su terreni agricoli.
Lo smaltimento del materiale avveniva mediante la simulata vendita del presunto fertilizzante.
Per il trasporto del prodotto, il sodalizio si avvaleva di documenti falsi. Così come falsa era la documentazione contabile che attestava l’apparente commercializzazione dei rifiuti.
Questi, invece, venivano abbandonati su terreni agricoli, alcuni dei quali, appartenevano agli stessi indagati.
Le ricadute sull’ambiente
I cattivi odori dei rifiuti speciali hanno suscitato particolare allarme nella popolazione residente. Evidenti le ricadute sull’ambiente, come le emissioni odorigene. I cattivi odori hanno suscitato particolare allarme nella popolazione residente. La gente, infatti, è stata costretta a respirare aria infestata dalle esalazioni dei rifiuti sversati sul terreno.
Agli indagati sono statti confiscati 255 terreni agricoli, per una superficie totale pari a 353 ettari; 48 immobili; 4 complessi aziendali; quote societarie; conti correnti e depositi finanziari; beni mobili e beni mobili registrati.
Inoltre, per evitare la reiterazione delle violazioni ambientali, è stato predisposto il sequestro “impeditivo” di terreni e mezzi di trasporto e movimento, per un valore di 3milioni di euro.