giovedì, Ottobre 10, 2024

Ridurre, Riutilizzare e Riciclare: le “tre R” dell’economia circolare

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Economia circolare è costituita da tre R

La crisi ecologica, al pari delle altre crisi, nasce da un eccesso della volontà di potere che ci ha fatto allontanare dalla natura. 

L’individuo, nel corso della sua “evoluzione”, è infatti diventato “eco-incompatibile”. Per lui la natura è una risorsa da sfruttare. E anche se l’uomo si sforza di fare ecologia, tende a sistematizzare e organizzare lo sfruttamento del pianeta in modo tale da continuare a sfruttarlo.

Oggi fortunatamente stiamo acquisendo maggiore consapevolezza e si inizia a parlare sempre più di “sostenibilità”.

Fare ecologia: Ridurre, Riutilizzare e Riciclare
Fare ecologia: Ridurre, Riutilizzare e riciclare

In termini di azioni quotidiane tuttavia, non sempre siamo in grado di applicare questo concetto.

Eppure bastano pochi accorgimenti per fare la differenza a livello ambientale, iniziando dalle scelte che facciamo ogni giorno.

Ciò che consumiamo a casa può infatti riflettersi direttamente sugli ecosistemi più grandi e fondamentali della Terra. 

Ridurre, Riutilizzare e Riciclare: il primo passo per evitare gli sprechi

1. Ridurre: Smettiamo di Comprare, comprare”

Nell’era della tecnica, produciamo e acquistiamo 70 volte di più di quanto non si facesse negli anni ‘50 e il 99% di questi acquisti viene gettato tra i rifiuti entro i primi 12 mesi. 

La pubblicità è la principale responsabile di questa nostra compulsione all’acquisto.

“Comprare, comprare, dice il cartello in vetrina. Perché, perché, dice la spazzatura nel cortile”, canta Paul McCartney nella sua poetica “Junk”. Consacrando la dipendenza degli esseri umani dal consumo e le sue devastanti conseguenze sul pianeta.

Iniziamo dunque a comprare solo quello che serve.

2. Alimentazione 

Ogni anno vengono allevati e uccisi 80miliardi di animali a scopo alimentare. Ciò mette a dura prova l’intero habitat. Per il loro pascolo vengono deforestate intere aree, ciò determina la sostituzione della diversità degli ecosistemi con monoculture (soia, mais o erba) e monospecie (bovini, suini oppure avicoli). Con la conseguente estinzione della fauna selvatica. Viene inoltre sprecata un’ingente quantità di acqua. Infine, le emissioni di gas degli animali (su tutte il metano) sono molto inquinanti.

Un’alimentazione a base vegetale, oltre a essere più salutare ed economica, rappresenta uno dei sistemi più efficaci per fare una vera ecologia.

Stesso discorso vale per l’habitat marino

«Prelevare e uccidere 1.500 miliardi di pesci per cibare gli umani ogni anno è di gran lunga la principale causa del collasso della biodiversità che sta avvenendo nei nostri oceani. Indipendentemente dal fatto che le attività di pesca siano commerciali, “sostenibili” o di allevamento», afferma il regista di Seaspiracy e Cowspiracy Kip Andersen. 

Ridurre altri sprechi

3. Risparmio energetico

 Circa il 22% di tutte le emissioni di carbonio proviene dalle nostre abitazioni. 

Di conseguenza, l’installazione di un sistema energetico smart può aiutarci a gestire e tracciare l’utilizzo di energia e a ridurre le emissioni di CO2.

ridurre emissioni gas
bisogna raggiungere il traguardo zero emissioni

4. Occhio al combustibile

Le auto elettriche, quelle a emissioni zero o ultra-ridotte potrebbero portare al traguardo “zero emissioni” di gas serra entro il 2050.

5. Attenzione alle microfibre

Ad ogni ciclo di lavaggio domestico, i materiali sintetici rilasciano all’incirca 700mila microfibre. Queste minuscole particelle di plastica, attraversano i sistemi di filtraggio e finiscono nei nostri mari. Per essere ingerite, poi, da organismi acquatici

Per ridurre la dispersione di microfibre, sarebbe opportuno utilizzare l’ammorbidente e lavare a 30 gradi e a pieno carico. Preferendo il detersivo liquido a quello in polvere, che oltretutto può intasare la rete fognaria.

Riciclare: anche l’acqua e la carta sono risorse a rischio

6. Prodotti per l’igiene personale e docce

Anche in questo caso, possiamo pensare di scegliere dei flaconi ricaricabili, con packaging sostenibile, cosa che potrebbe farci risparmiare tonnellate di rifiuti.

In secondo luogo, occorre prestare attenzione alle nostre docce.

L’European Environment Agency (EEA), l’Agenzia Europea per l’Ambiente, avverte, infatti, che potremmo trovarci in condizioni di scarsità d’acqua tra soli 25 anni. 

Tanto per fare un esempio, per una doccia di cinque minuti, si consumano 45 litri d’acqua.

Se riuscissimo a dimezzare questo tempo, o semplicemente a contenerlo, potremmo influire significativamente, non solo in termini di consumo di acqua, ma anche di energia usata per riscaldarla.

7. Stop alla carta, se proprio non necessaria

La tecnologia fortunatamente ci aiuta a combattere gli sprechi. Ricevere e mandare documenti in formato elettronico è un buon punto di partenza.

riciclare la carta
Riciclare: stop alla carta se proprio non necessaria

8. Uffici ecologici

Oltre a riciclare la carta e utilizzare un sistema di archiviazione digitale, per un migliore impatto ambientale dovremmo prediligere le batterie ricaricabili, le lampadine a LED e multiprese a risparmio energetico

Riutilizzare: un buon modo per fare ecologia 

9. Addio plastica

Ogni anno produciamo circa 300milioni di tonnellate di rifiuti di plastica.

Solo il 9% circa dei rifiuti plastici viene riciclato, mentre il resto si accumula nelle discariche, nei fiumi e nei mari. Meglio usare utensili biodegradabili o riutilizzabili.

Oltre alla plastica, ci sono moltissimi altri oggetti di uso quotidiano che si prestano ad essere riutilizzati in maniera alternativa.

10. Le mascherine sostenibili

Ogni mese, vengono utilizzarti mediamente 129miliardi di mascherine e 65miliardi di guanti, oltre a una marea di involucri protettivi. 

A lungo termine, quando i DPI (Dispositivo di Protezione Individuale) smaltiti raggiungeranno gli oceani, la situazione sarà drammatica. 

Per questo sarebbe opportuno scegliere delle mascherine lavabili e riutilizzabili, realizzate in cotone biologico 100%.

11. La moda ecologica

Nel mondo vengono prodotti circa 1miliardo di capi di abbigliamento l’anno. Di questi, indumenti per un valore pari a 412miliardi di euro, finiscono nelle discariche o vengono bruciati.

Secondo le stime attuali, entro il 2050 l’industria della moda consumerà un quarto del budget di carbonio del mondo. 

Smettiamo allora di gettare i nostri capi e impariamo a riutilizzarli, magari in maniera creativa, per fare dei simpatici accessori.

In alternativa possiamo regalarli o venderli.  

Riciclare: quanto è importante?

12. Detergenti ecologici

Negli scaffali dei supermercati troviamo un numero impressionante di prodotti imbottigliati in confezioni di plastica.

Piene, tra l’altro, di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute dell’uomo e del pianeta.

Al loro posto possiamo detergere le nostre abitazioni con il bicarbonato di sodio o l’aceto.

Per il bucato, possiamo scegliere flaconi in vetro ricaricabili e bustine senza plastica con detergente concentrato, disponibili in confezioni biodegradabili.

Questo semplice accorgimento ci permette di risparmiare fino a 40 flaconi di detersivo e ammorbidente l’anno.

13. Limitiamo i dispositivi tecnologici

I rifiuti elettrici ed elettronici, tra cui computer, smartphone e molti degli oggetti domestici di tutto il mondo finiscono nelle discariche. 

Ciò è dovuto ai costi sempre più bassi dell’elettronica e alla loro velocissima fase di obsolescenza.

Basti pensare che solo nel 2019 nel mondo sono state prodotte 53,6milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Di essi, è stato riciclato poco più del 17%. Infatti, il resto di questi oggetti, i quali tra l’altro contengono materiali pericolosi, viene gettato nelle discariche.

Mascherine e guanti abbandonati in una aiuola
Mascherine e guanti abbandonati in una aiuola

Pensare di donare i nostri dispositivi agli enti caritatevoli o evitare il ricambio compulsivo dettato dalle novità di mercato, potrebbe essere una scelta saggia.

Ridurre, Riciclare, Riutilizzare attraverso le attività ecologiche 

14. Il plogging

Il termine nasce dall’unione delle parole svedesi raccogliere (plocka upp) e corsa (jogga).

Questa attività, come suggerisce il nome, consente di abbinare all’esercizio fisico all’aperto, un’azione ecologica, in quanto prevede di raccogliere i rifiuti.

15. Impariamo a coltivare l’orto biologico

Con un piccolo orto, possiamo alimentarci in maniera salutare, rinunciando ai pesticidi.

ridurre uso pesticidi
il pericolo dei pesticidi

Inoltre possiamo realizzare una compostiera per i rifiuti. E, magari, potremmo trasformare il nostro spazio esterno in un’oasi per la fauna selvatica, in cui piantare fiori autoctoni che attraggono gli insetti impollinatori.

16. Come fare “acquisti ecologici”

Quando facciamo la spesa, dovremmo considerare il Paese di provenienza dei prodotti. “Più hanno viaggiato, più energia è stata usata per carburante, refrigerazione e confezionamento. Più sono state, quindi, le emissioni prodotte dai combustibili fossili”. È quanto afferma Karen Edwards, autrice di The Planet-Friendly Kitchen: How To Shop And Cook With A Conscience. 

Meglio, pertanto, acquistare il cibo nei mercati agricoli locali, dai piccoli rivenditori oppure, come appena accennato, coltivare un piccolo orto. L’agricoltura biologica è infatti la più sostenibile per l’ambiente.

Esistono inoltre delle catene di negozi a rifiuti zero, in cui possiamo riempire i nostri contenitori. Per finire, possiamo ridurre lo spreco alimentare programmando in anticipo i pasti settimanali.

Il corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi

Non bisogna dimenticare che, quando si tratta di rifiuti, ci sono anche i rifiuti pericolosi.

A determinare la pericolosità di un rifiuto è la presenza, al suo interno, di sostanze che possono arrecare danno all’ambiente e alla salute umana. In questa categoria è compreso l’amianto.

Infatti, le fibre di asbesto, se inalate o ingerite, possono provocare infiammazioni e l’insorgere di gravi patologie asbesto correlate, come il mesotelioma. L’effetto cancerogeno dei minerali di asbesto è confermato anche dall’ultima monografia IARC.

Per questo motivo è fondamentale separare i rifiuti pericolosi come l’amianto da altri tipi di scarti e ricorrere al loro smaltimento corretto.

Ripristiniamo l’ecosistema

In Europa, l’area selvaggia corrisponde a meno del 5%. Per ripristinare la biodiversità dovremmo ripiantare specie di alberi native e lottare per la conservazione delle varie specie faunistiche.

Nel lungo termine, infatti, l’ecosistema ripristinato sequestra più carbonio, evita l’erosione del suolo e mitiga gli allagamenti, trattenendo l’acqua.

Queste iniziative, non solo favoriscono la protezione e il ripristino dei terreni selvaggi ma ci aiutano anche a entrare in connessione con la natura e con la nostra dimensione interiore.

Conclusioni

Smettiamo di sprecare energia, cibo e plastica.

Questa è la formula attraverso cui possiamo salvare il pianeta nel nostro piccolo. È importante che ci impegniamo, tutti! Perché il futuro del nostro pianeta e delle generazioni a seguire, dipende da come ci comportiamo oggi.

Riscoprire l’anima della natura coincide con il fare ecologia profonda e con l’impegno a salvaguardare la vita sul pianeta. 

Numero verde ONA

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