IL “PARCO DELLA RINASCITA”, A BARI, CHE LA CITTÀ VUOLE FAR NASCERE SULLE CENERI DELLA FIBRONIT, CHE PRODUCEVA MANUFATTI DI CEMENTO-AMIANTO RISCHIA DI RESTARE SOLO UN SOGNO. IL MINISTRO PER IL PNNR RAFFAELE FITTO “RIMODULA” I FINANZIAMENTI AI PROGETTI DI RIGENERAZIONE URBANA IN TUTTO IL PAESE PER 16MILIARDI DI EURO. 11MILIONI ERANO STATI ASSEGNATI PER LA NASCITA DEL PARCO
Il ministro per il PNNR Raffaele Fitto del governo Meloni in una revisione del PNRR ha cancellati 16miliardi di euro. Quanti ne basterebbero per accontentare il suo ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Matteo Salvini, con la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Molti dei progetti di rigenerazione urbana in tutto il Paese rischiano di saltare. La Puglia, per esempio rischia di perdere 600milioni di euro già impegnati per 238 progetti. 11milioni erano stati assegnati per trasformare l’area dove sorgeva lo stabilimento della Fibronit in Parco della Rinascita.
La riqualificazione della fabbrica della morte per la città di Bari rappresenta la rivincita sull’amianto, che tante vittime ha mietuto nel tempo e continua a mietere tutt’oggi.
Secondo il cronoprogramma, il fine lavori per la realizzazione del parco è previsto entro il 2026. Così come approvato in precedenza dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per essere finanziati. Un impegno che il Comune di Bari per portare a compimento ha preso con progettisti, appaltatori e fornitori.
Il sindaco della Città metropolitana Antonio Decaro ha chiesto «garanzie» al ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il PNNR Raffaele Fitto sul finanziamento del progetto. Anche se, come ha annunciato lo stesso ministro non si chiameranno più PNRR.
La nota del Comitato cittadino Fibronit – Bari
Non ne è tanto convinto il Comitato cittadino Fibronit – Bari, secondo cui lo stralcio dei finanziamenti “pare ormai cosa fatta”. Il Comitato da ormai 25 anni chiede la realizzazione di un parco, dove prima sorgeva la fabbrica che produceva componenti in amianto e morte.
Nonostante diverse assicurazioni che questi fondi saranno sostituiti da altre fonti, di cui però non si conoscono né l’origine né i tempi di assegnazione, l’ansia rimane alta, è scritto nella nota.
L’associazione, che dopo tanti lutti vedeva già realizzata un’opera che rappresenterebbe il riscatto di un territorio segnato dalla presenza della fibra killer, della rivincita sull’amianto, non accetta che, dopo aver già avviato e assegnato alcune fasi dei lavori, le risorse finanziarie previste siano “tagliate”.
E la decisione del governo risulta ancor più inspiegabile – fanno osservare nel documento – considerando che i tempi per la progettazione preliminare sono stati rispettati. Tra l’altro, è stata da poco assegnata la progettazione esecutiva, cui seguiranno i lavori di realizzazione del parco.
Le istituzioni locali facciano tutto quanto nelle loro possibilità
Pertanto, il Comitato cittadino Fibronit si è rivolto ai rappresentanti istituzionali locali, indipendentemente dalle loro appartenenze politiche, “affinché facciano scudo davanti a questa scelta arbitraria e illegittima da parte della compagine governativa e si attivino per evitare questa ingiustizia nei confronti della nostra città”.
«Noi ci appelliamo a coloro che rappresentano la nostra città, a prescindere dal partito politico – ha detto al nostro microfono Nicola Brescia, presidente del Comitato -, di rispettare il volere dei loro cittadini e, quindi, che si battano, opposizione e maggioranza, perché questo non accada. Mi auguro che lo vogliano fare».
L’associazione chiede che le istituzioni “si adoperino per evitare che questa ingiustizia colpisca la nostra comunità”.
Sarebbe una buona opportunità per dimostrare ai cittadini che la loro salute e il loro benessere sono prevalenti, al di là di interessi di partito o, peggio ancora, di interessi economici. Anche in visione delle prossime elezioni amministrative tra un anno.
Il Parco della Rinascita rappresenta un minimo risarcimento per gli oltre 700 uomini e donne che hanno pagato con la loro vita la vicinanza all’ex fabbrica di cemento-amianto.
I cittadini di Bari si sono battuti per oltre 25 anni per impedire che quell’area diventasse un ulteriore luogo di paura e morte. Hanno combattuto con determinazione e non si arrenderanno finché non avranno ottenuto il loro Parco della Rinascita.
«È di fondamentale importanza che siano utilizzati tutti i fondi – ha commentato l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – per bonifica, messa in sicurezza e riqualificazione dei siti contaminati dall’ amianto. Il governo centrale e le istituzioni locali prestino ascolto all’appello dei cittadini».
La città farà la sua parte
«Laddove questa proposta dovesse essere approvata, dovesse andare avanti, prevediamo di muoverci con la civiltà che ci ha contraddistinto in tutti questi anni, con manifestazioni, con tutto quello che sarà necessario per far valere le nostre ragioni. E con noi tutti i cittadini. Considerando che fra un anno qui a Bari si vota, penso che qualcuno ci presti attenzione», conclude Brescia.
“È la vostra occasione di dimostrarci di cosa siete capaci. Non sprecatela”, chiosa il Comitato cittadino Fibronit – Bari.