L’Umbria è la prima regione in Europa a inserire i rischi della crisi climatica nel proprio Statuto. Si tratta del primo caso assoluto di un articolo autonomo dedicato al clima che viene inserito nel regolamento regionale. L’iniziativa avanzata dal consigliere regionale Thomas De Luca, del MoVimento 5 Stelle, ha raccolto il consenso di tutti i gruppi politici di Palazzo Cesaroni.
L’art 11-ter dello Statuto regionale adesso “riconosce il grave rischio contemporaneo e le conseguenze locali e globali dei cambiamenti climatici per l’integrità e la sopravvivenza delle specie viventi”.
L’articolo si inserisce nei commi successivi come una vera e propria clausola climatica in cui si afferma che “la Regione adotta e promuove politiche volte a sostenere la transizione ecologica e la progressiva riduzione delle cause antropiche dei cambiamenti climatici, in armonia e d’intesa con tutti i livelli istituzionali nazionali ed internazionali, ai fini del raggiungimento della neutralità climatica“.
Il testo introduce inoltre il tema fondamentale delle “politiche volte all’adattamento delle comunità al fine di ridurre e mitigare gli effetti delle crisi climatiche”. Argomento che è ormai al centro dell’agenda politica di ogni governo mondiale, nazionale e locale, che si occupa di affrontare siccità prolungate, ondate di calore ed eventi estremi senza precedenti.
L’articolo 11-ter sancisce, quindi, la necessità di una valutazione climatica alla base di ogni politica regionale. Non solo nella pianificazione territoriale ma anche nella tutela dei diritti della persona e nella tutela della biodiversità e dell’ambiente.
“La crisi climatica è già qui e le sue conseguenze sono visibili in maniera estremamente preoccupante – è scritto nella nota -. Prenderne atto è il passo necessario per cominciare a ripensare urbanistica, pianificazione economica, agricoltura, sanità, protezione civile in modo da salvare vite umane e mettere in sicurezza le nostre città in questa nuova e mutata realtà”.
La Regione Umbria riconosce l’origine antropica della crisi climatica
“Tell the truth” è lo slogan rivolto alla politica mondiale dai movimenti che hanno animato la scena internazionale all’inizio del XXI secolo. La Regione Umbria lo ha fatto davvero riconoscendo l’origine antropica del fenomeno. Un approccio nuovo che riconosce quanto il cambiamento climatico rappresenti una minaccia senza precedenti per l’ecosistema, la salute umana, l’economia e la stabilità sociale, e quindi la necessità di una risposta collettiva e coordinata.
L’ente, quindi, si impegna a fronteggiare la sfida del cambiamento climatico tramite il suo atto fondamentale “e riafferma il primato della politica e la centralità del metodo scientifico come guida dell’azione dei legislatori”.
La modifica dello Statuto regionale è stata frutto di un lungo processo promosso dal presidente della Commissione Statuto, Daniele Carissimi, di consultazione e confronto con costituzionalisti ed esperti del diritto.
“È il primo caso di “costituzionalismo climatico” in Europa che, oggi, vede solo dodici Paesi al mondo ad averne fatto esplicito riferimento. “Un esempio che ci auguriamo possa diventare la base di politiche concrete per il presente e il futuro dei nostri figli”, conclude la nota.