SI È TENUTO A ROMA, NEGLI AMBIENTI DELLA REGIONE LAZIO, IL CONVEGNO “AMIANTO E URANIO, IN GUERRA E IN PACE”, PROMOSSO E ORGANIZZATO DALL’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO
L’evento, patrocinato dalla Regione Lazio e condotto dal giornalista Franco Di Mare, ha presentato i dati epidemiologici e l’impatto dell’utilizzo dell’amianto. In evidenza la presenza, ancora, di 40milioni di tonnellate di materiali che contengono l’amianto e 7mila decessi solo nel 2022, di cui 2mila dovuti al mesotelioma. Inoltre, sono stati segnalati 3.800 decessi per il cancro del polmone e altre patologie.
«La problematica dell’amianto è di estrema gravità anche in ambito scolastico e coinvolge i più giovani – afferma l’avvocato Paolo Nesta, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma -. Ci sono ancora 2292 scuole non bonificate dall’amianto. Non è concepibile che soprattutto i giovani siano esposti a questo rischio mortale».
La Regione Lazio è un luogo di ascolto
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha affermato che l’ente da lui presieduto è un luogo di ascolto pronto ad abbracciare gli obiettivi dell’Osservatorio Nazionale Amianto, per sviluppare politiche atte a gestire l’emergenza amianto. Rocca ha sottolineato l’importanza di sostenere la ricerca per migliorare le cure dei malati, considerandolo un dovere di civiltà.
«Il presidente c’è – ha chiosato Rocca -. Che si possa aiutare e incentivare anche la ricerca per migliorare le cure del malato. Ci sono dei principi di civiltà a cui la nostra onestà intellettuale non potrebbe mai venir meno».
Bonifiche dell’amianto in ritardo
Il ritardo delle bonifiche e l’approccio solo giudiziario hanno determinato e determinano tuttora un continuo aumento di casi di vittime di patologie asbesto-correlate.
«Solo con lo smaltimento di tutto l’amianto sarà possibile una vera prevenzione. Ai tempi ordinari della bonifica, dobbiamo aggiungere anche la latenza che per il mesotelioma è in media di 48 anni. Pertanto il picco di malattie da amianto è atteso per il 2030», ha dichiarato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.
L’Uranio Impoverito
Nel corso del convegno, si è focalizzata l’attenzione anche sui danni alla salute derivati dall’Uranio Impoverito (UI). Si è discusso, infatti, degli impatti sui militari italiani durante le fasi operative sui teatri di guerra, vedi la Bosnia, il Kosovo, per esempio; e di addestramento, come nei poligoni in Sardegna. Ne ha parlato il colonnello Carlo Calcagni in collegamento remoto.
Per quanto riguarda l’uso dell’UI, resta ferma la necessità di un coinvolgimento delle istituzioni europee e della NATO in chiave preventiva, per evitare l’uso per il futuro di proiettili all’uranio impoverito e anche in chiave risarcitoria, ha concluso Bonanni.
Nadia Zandrelli, vedova di una vittima dell’amianto
«Sono vedova da undici anni, oggi sono qui a dare voce a mio marito, dopo anni di buio e profonda depressione», ha raccontato con profonda emozione Nadia Zandrelli, vedova di Domenico Sabbioni, vittima dell’amianto, ospite del convegno.
Nadia ha conosciuto suo marito appena adolescente. Dopo 6 mesi Domenico partì per la leva nella Marina Militare e per ben 26 mesi stette lontano dalla sua famiglia e dalla futura moglie, racconta la vedova. Dopo anni di sacrifici lavorativi, nel maggio 2011 Domenico raggiunse la tanto desiderata pensione «ma appena due mesi dopo è iniziato il suo e il nostro calvario con la sentenza di morte: mesotelioma pleurico». «Il desiderio di Domenico era quello di invecchiare con me e vedere i suoi figli realizzarsi ma, purtroppo, è rimasto solo un sogno per lui. Se n’è andato via a soli 58 anni».
Una prova schiacciante
Al luttuoso evento sono seguiti numerosi e lunghi processi, supportati dall’ONA e dall’avv. Ezio Bonanni. Uno dei momenti cruciali e drammatici di questa battaglia legale è stato l’esibizione della divisa e del cappello di servizio dell’ex marinaio.
«Il mio romanticismo – racconta la signora Nadia – mi aveva portato a conservare la divisa e il cappello con cui Domenico svolgeva il servizio di leva nelle navi Mincio e Brenta».
L’analisi della divisa si è rivelata un potente elemento di prova della presenza di fibre di amianto che hanno fatto ammalare, senza scampo, Domenico.
Tanto è valso per far riconoscere Domenico Sabbioni vittima del dovere.
Gli ospiti
Dopo i saluti istituzionali da parte dell’avvocato Paolo Nesta, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma (COA), sono intervenuti, tra gli altri il consigliere presso la Suprema Corte di Cassazione, Nicola De Marinis, il generale in congedo dell’Arma dei Carabinieri e componente del comitato tecnico scientifico dell’ONA, Giampiero Cardillo, il professore di Diritto del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma, Pasquale Montilla, oncologo, e Marcello Migliore, professore di chirurgia toracica e componente del comitato tecnico-scientifico dell’ONA.