LA QUESTIONE DEL SURRISCALDAMENTO DELLE CITTÀ, CAUSATO DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI, È UNA SFIDA COMPLESSA CHE RICHIEDE NON SOLO SOLUZIONI IMMEDIATE, MA UN CAMBIAMENTO SOSTANZIALE NELL’APPROCCIO ALLA PROGETTAZIONE URBANA, AL FINE DI RAFFREDDARE LE STESSE
La NASA: occorre raffreddare il Pianeta
La domanda è: possiamo risolvere questo problema? La risposta è sì, ma non certo con la bacchetta magica
“Raffreddare la Terra” è diventato il mantra dell’ecologismo e purtroppo anche i dati che la NASA ha riportato dallo spazio sono allarmanti. Non si tratta solo di numeri su un grafico, ma di una realtà che sta devastando l’ambiente e minaccia la vita come la conosciamo.
Clarence William “Bill” Nelson, politico ed ex astronauta statunitense parla in maniera molto schietta: «le estati sempre più calde non sono semplicemente un fastidio, ma una minaccia concreta».
L’impatto del riscaldamento globale, ha effetti diretti e catastrofici sulla fauna selvatica. Per non parlare degli incendi che divorano interi paesaggi in Canada, inondazioni che stravolgono l’Europa e l’Asia, e temperature soffocanti che non fanno respirare soprattutto chi vive in città.
Va da sé che le conseguenze di questi cambiamenti climatici non possano essere ignorate. Ogni singola temperatura record rappresenta una storia di disagio e tragedia, una reale minaccia per la vita di milioni di persone e la sopravvivenza di ecosistemi interi.
Ma quando ha avuto inizio questo fenomeno e perché?
Temperature in aumento
L’urbanizzazione, l’industrializzazione e persino le nostre scelte di consumo stanno contribuendo a un riscaldamento progressivo che si traduce in una serie di problemi climatici.
Luke Howard, padre della nefologia (lo studio delle nuvole), sin dal 1833, aveva registrato le prime osservazioni su una misteriosa “isola di calore urbano” e da allora il fenomeno ha continuato a intensificarsi.
Le città si stanno riscaldando sempre di più rispetto alle aree circostanti, creando un divario termico significativo, in alcuni casi fino a 10°C.
Una delle cause principali è la scelta di materiali scuri e di superfici come l’asfalto per le strade e gli edifici. Questi materiali assorbono, infatti, la luce e la radiazione solare, trasformandola in calore che viene poi restituito, contribuendo al riscaldamento urbano. Il risultato? Le città trattengono il calore anche dopo il tramonto, generando un ambiente sempre più caldo.
Ma c’è di più! Questa tendenza comporta un impatto non solo sulle temperature esterne, ma anche sui modelli climatici interni degli edifici.
Come raffreddare le città senza l’aiuto della bacchetta magica?
I tentativi di raffreddare le città coinvolgono strategie innovative, come i tetti verdi, le pavimentazioni riflettenti, i parchi urbani e persino la pittura degli edifici con colori chiari che respingono il calore.
In aggiunta, la tecnologia sta proponendo delle soluzioni come l’urban farming, sistemi di irrigazione intelligente e l’utilizzo di materiali specifici nelle costruzioni.
Queste misure, non solo raffreddano l’aria circostante, ma abbassano anche la domanda di energia per il raffreddamento degli edifici, riducendo di conseguenza le emissioni di gas serra.
Altre soluzioni per raffreddare le città
Secondo Lara Williams, ecologista e ambientalista, l’espansione della copertura arborea potrebbe rappresentare una soluzione vitale, riducendo fino al 40% le morti premature estive nelle città.
L’idea di aumentare la copertura alberata al 30% potrebbe essere il segreto per affrontare il problema delle isole di calore urbane. Questa strategia coinvolgerebbe la creazione di zone d’ombra naturali, che consentano l’evaporazione dell’acqua e la sostituzione di materiali che assorbono il calore, come il cemento e l’asfalto.
La presenza di spazi aperti e di vegetazione non solo rende più gradevole il paesaggio urbano ma è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria e ridurre le temperature.
I parchi non sono l’unico aspetto da considerare; anche l’implementazione di vegetazione sugli edifici può avere un impatto significativo. Tale approccio infatti è utile sia per raffreddare l’aria circostante, sia per ridurre l’effetto isola di calore in generale.
Combinare queste soluzione insomma, non solo migliorerebbe la qualità della vita, ma aiuta a mitigare gli impatti negativi del cambiamento climatico, specialmente nelle aree urbane più dense.
Basterà piantare qualche albero o dipingere gli edifici di bianco?
Al netto di queste lodevoli iniziative, non possiamo tuttavia nascondere il fatto che ci vuole un impegno serio per risolvere la questione. Non basta piantare qualche albero o dipingere un paio di edifici di bianco. Le soluzioni per mitigare il calore e le isole urbane vanno oltre il semplice rivestimento dei tetti o l’aggiunta di qualche albero qua e là. Sarebbe come mettere una pezza su una falla in una diga.
Di contro, serve una revisione più ampia della progettazione urbana e delle politiche di pianificazione in relazione all’ambiente. Occorre puntare dunque su interventi radicali, che richiedono investimenti, ricerca, innovazione e, perché no, anche di un cambiamento culturale.
La questione è: siamo pronti a investire in un futuro urbano più fresco?
La NASA e l’amministrazione Biden-Harris promettono di affrontare questa sfida con serietà.
Fonti
NASA earth observatory
Parametric Architecture