PROTEGGERE IL PIANETA, LE PERSONE, LE AZIENDE È STATO IL TEMA CONDUTTORE DELLA QUARTA EDIZIONE DEL SUMMIT INTERNAZIONALE ANNUALE DEL “WORLD PROTECTION FORUM”. OGNI SOLUZIONE È POSSIBILE GRAZIE ALLA RICERCA SCIENTIFICA E ALL’INFORMAZIONE A LIVELLO GLOBALE
Proteggere il pianeta, le persone, le aziende è stato il tema conduttore della quarta edizione del Summit annuale del World protection forum.
Uomini delle istituzioni, scienziati, economisti e professionisti sono giunti da tutto il mondo a Venezia, nella splendida cornice dell’Isola della Giudecca (vedi foto), per discutere dei rischi che l’umanità sta affrontando sui fronti sociale, sanitario, economico, ambientale e digitale.
Sotto il profilo sanitario, il pericolo dell’esposizione all’amianto è ancora un problema grave e insoluto nel nostro Paese, nonostante siano passati trent’anni dalla Legge 27 marzo 1992, n. 257 che vieta l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto.
L’amianto un rischio subdolo
L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, nel suo intervento ha sottolineato che quello dell’amianto «è un rischio subdolo, per troppi anni sottaciuto, che ancora oggi causa mesotelioma, tumore del polmone e tante altre patologie asbesto correlate. E che causa oltre 7mila morti l’anno soltanto in Italia. Molte di più di quelle registrate nel VII Rapporto ReNaM dell’INAIL che conteggia i soli casi di mesotelioma».
Per approfondire l’argomento, è possibile consultare l’ultima pubblicazione dell’avvocato Bonanni dal titolo Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022.
Per il presidente dell’ONA, l’uso incosciente dell’amianto, o asbesto, dal greco “asbestos”, è la metafora di come, se non si rispetta l’ambiente e la sicurezza degli esseri umani, in nome del profitto, sono stati provocati danni al territorio. E, nel caso della fibra killer, come questa abbia causato innumerevoli decessi «assolutamente evitabili e profondamente ingiusti».
Il rischio amianto in cifre
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro afferma che ogni anno muoiono a causa dell’amianto oltre 100mila persone; una ogni 5 minuti; in Italia poco più di dieci al giorno. Nel nostro Paese, il RENAM, Rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi attesta che degli oltre 31mila casi di mesotelioma pleurico, registrati dal 1993 al 2018, l’80% è dovuto proprio all’esposizione alle fibre d’amianto.
Secondo i dati forniti dall’avv. Ezio Bonanni, solo in Italia ci sono ancora 1,2milioni di metri cubi di coperture di cemento-amianto da smaltire; ancora 213.483 strutture tra private e pubbliche, che contengono manufatti di amianto. Nel 2018 sono stati rimossi 127.758.296 kg, di cui 1.346.508 kg in matrice friabile e 126.411.788 kg in matrice compatta. Nel 2019 è pari a 118.629.123 kg, di cui 1.336.625 kg in matrice friabile e 117.292.498 kg in matrice compatta.
Ma non basta! Infatti, anche se le bonifiche iniziassero oggi, afferma Bonanni, per bonificare tutti i siti ci vorrebbero oltre ottant’anni. Con l’aggravante di provocare altre malattie e altri decessi.
Il rischio amianto: una metafora per proteggere il pianeta
Una metafora, come già accennato, che rapportata all’ambiente e gli stessi rapporti umani, non fa che aggravare ancora di più la situazione mondiale. «Alla base dell’agire deve esserci quindi la volontà di proteggere l’uomo dai rischi in ogni contesto della vita», contesta Bonanni.
La stessa volontà di chi sottoscrive il manifesto del “World protection Forum”, per il quale ogni effetto è possibile grazie alla ricerca scientifica e all’informazione a livello internazionale.
I temi affrontati nella due giorni veneziana vanno dalla sostenibilità, al riscaldamento globale, all’inquinamento. Ma anche povertà, salute, disuguaglianze sociali. Così come sicurezza informatica, nucleare, uguaglianza di genere. La strategia è quella di anticipare i rischi per neutralizzarli.
Nel corso del meeting, il giornalista Massimo Lucidi, direttore editoriale The Map Report, ha promosso il lancio degli Stati Generali della Sostenibilità (guarda il video).