IN UN’EPOCA IN CUI LA CRISI CLIMATICA MINACCIA IL DESTINO DEL NOSTRO PIANETA, UN EVENTO ONLINE, NELL’AMBITO DELLE OFFICINE UNICEF, SI È FOCALIZZATO SUL LEGAME INDISSOLUBILE TRA I DIRITTI DEI MINORI, CATEGORIA DA PROTEGGERE PER IL BENE DEL FUTURO, E LA TUTELA DELL’AMBIENTE
Proteggere i bambini e il clima: Officine UNICEF presenta
Il 18 gennaio 2024, UNICEF-AGIA-CIDU/Clima ha presentato l’edizione italiana del Commento Generale n.26 del Comitato ONU sui diritti dell’infanzia, documento rivoluzionario pubblicato lo scorso agosto, volto a proteggere la salute dei bambini e dell’ambiente.
Il testo affronta il tema della crisi climatica, una minaccia che mette a rischio la salute di un miliardo di bambine e bambini in tutto il mondo.
Richiama quindi l’attenzione globale su un problema che va ben oltre le frontiere nazionali.
Tre iniziative per proteggere e sensibilizzare
A guidare l’iniziativa in Italia sono l’AGIA (Autorità garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), il CIDU (Comitato interministeriale per i diritti umani) e l’UNICEF Italia.
Le tre organizzazioni hanno lavorato instancabilmente per curare l’edizione italiana del Commento Generale n.26, rendendolo accessibile a tutti. Compresi i bambini e gli adolescenti che sono destinatari principali delle sue raccomandazioni.
Un punto saliente è, infatti, la versione “child-friendly”, cioè adatta ai bambini, del Commento, creata con l’obiettivo di coinvolgere attivamente i giovani nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Il lancio dell’edizione italiana, ha offerto molti spunti di riflessione sulle sfide in corso, relative alla difesa dei diritti dei minori e della salute del nostro pianeta. Proteggere il futuro significa infatti proteggere i bambini, e proteggere i bambini significa proteggere il nostro ambiente.
Bisogna insistere sulle tematiche ambientali
«Il Comitato ONU pubblica regolarmente la propria interpretazione del contenuto delle norme sui diritti umani, nella forma dei Commenti generali su questioni tematiche, per assistere i 196 Stati parte della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nell’adempimento dei propri obblighi, con il presente Commento Generale per la prima volta il Comitato ha affermato esplicitamente il diritto dei bambini a un ambiente pulito, sano e sostenibile».
Questa la dichiarazione di Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia, riportata nel comunicato.
Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sottolinea poi l’importanza del linguaggio accessibile, adottato nella stesura.
«Il Commento generale n. 26 rilegge i contenuti della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, calandoli nella società attuale. Il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile è un diritto umano e, allo stesso tempo, uno strumento necessario al pieno godimento di un’ampia serie di diritti in capo alle persone minorenni. In particolare, il Commento declina “vecchi” principi e diritti sanciti nella Convenzione in chiave ambientale. La traduzione in italiano e in linguaggio child friendly lo rendono ora una risorsa accessibile a tutti, fondamentale per la piena realizzazione dei diritti di bambini e ragazzi».
Attivisti e Istituzioni insieme per il futuro
All’incontro condotto dal portavoce dell’UNICEF Italia, Andrea Iacomini, hanno preso la parola figure di spicco.
Tra i relatori: la presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Michela Vittoria Brambilla, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, il ministro plenipotenziario presidente del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU), Fabrizio Petri. Presenti anche la presidente dell’UNICEF Italia, Carmela Pace, e il direttore dell’UNICEF Italia, Paolo Rozera.
A completare il quadro, una rappresentanza di giovani attivisti del movimento YOUNICEF, i volontari giovani per l’UNICEF e membri della Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Il Commento Generale n.26, al centro dell’attenzione, ha insomma enfatizzato la necessità di dare spazio e risalto al punto di vista dei più giovani nel processo decisionale ambientale, sottolineando il ruolo dell’educazione ambientale nel prepararli all’azione, alla difesa e alla protezione dalle sfide ambientali.