sabato, Aprile 20, 2024

Prima giornata internazionale delle Biosfere UNESCO

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SULLA BASE DEL PROGRAMMA MAB (MAN AND THE BIOSPHERE), CREATO DALL’UNESCO NEL 1971 E VOLTO ALLA TUTELA DI BEN 738 BIOSFERE, IL 3 NOVEMBRE SE NE CELEBRANO I CONTENUTI E I RISULTATI. QUESTA GIORNATA HA TROVATO UFFICIALITÀ PER LA PRIMA VOLTA QUEST’ANNO, PROPRIO AL FINE DI SOTTOLINEARE L’IMPORTANZA CHE IL MAB RICOPRE IN MATERIA DI TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ E SOSTENIBILITÀ. ESSO, INFATTI, ESERCITA UN RUOLO IMPORTANTE ANCHE ALL’INTERNO DELL’AGENDA 2030 ONU 

La prima giornata internazionale delle Biosfere UNESCO

Il 3 novembre, da quest’anno, diventa una nuova giornata internazionale: si celebra la tutela della biodiversità delle riserve della biosfera.

L’iniziativa parte dal MaB (Man and the Biosphere – L’uomo e la Biosfera), programma scientifico intergovernativo, lanciato dall’UNESCO nel 1971, per promuovere un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente. Esso, infatti, incoraggia l’uso delle buone pratiche ambientali, per migliorare l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi e ridurre la perdita di biodiversità.

Il programma, quindi, ha portato al riconoscimento delle Riserve della Biosfera, che gli Stati membri dell’UNESCO si impegnano a gestire nell’ottica della sostenibilità, con le comunità che le abitano. Non a caso, il suddetto programma costituisce anche una parte importante dell’Agenda 2030 ONU sullo sviluppo sostenibile.

Ma perché il MaB ha assunto così tanta rilevanza negli anni? Il network mondiale delle riserve della biosfera attualmente conta ben 738 siti in 134 Paesi, di cui 20 in Italia. Esso copre il 5% della superficie terrestre, impattando, così, sulla vita di circa 260 milioni di abitanti. Ragion per cui, appare quantomai necessario un piano che “educhi” alla sostenibilità, gli abitanti dei territori interessati, favorendo una “sana” coesistenza tra uomo e biosfere.  

Per realizzare questi risultati, l’UNESCO ha creato un articolato sistema scientifico, basato su molteplici discipline e conoscenze: scienze naturali, sociali, economia ed educazione. In tal modo può aiutare la gente del posto a vivere in equilibrio con l’ambiente, favorendo uno sfruttamento delle risorse naturali poco impattante. Cioè tutti, comunità, scienziati e imprese possono lavorare insieme per lo stesso obiettivo, non mortificando, però, l’economia locale.

La giornata dedicata al MaB, ne rimarca il valore e la mission

In Italia sono stati organizzati diversi eventi dedicati, nelle varie riserve UNESCO. In più, la Commissione Nazionale Italiana per L’UNESCO (CNIU) ha anche proposto attività nelle scuole, per spiegare il ruolo del MaB. Ad esempio, il 10 e il 16 novembre prossimi, sono previsti due incontri tematici a ROMA, rispettivamente presso l’Istituto Anna Micheli e il Liceo Statale Maria Montessori.

In contemporanea, sempre il 10 novembre, la CNIU terrà un webinar per gli studenti e docenti dell’Istituto Comprensivo Rudiano di Brescia. In fine, anche durante il quarto Meeting Nazionale del Comitato Tecnico Nazionale delle Riserve della Biosfera italiane, previsto nel Cilento dal 16 al 19 novembre, sarà onorata la ricorrenza.

Cosa e quali sono le riserve della biosfera

Come accennato, ad oggi sono 738 le riserve nel mondo, tutte aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini che necessitano di conservazione e tutela. Esse, su espressa richiesta dell’UNESCO, devono sottostare a una stringente politica di zonizzazione, sulla base della rispettiva classificazione territoriale.

Le zone, infatti, si distinguono per ecosistemi: montagna, zone aride, foreste tropicali, zone umide ecc. Per ognuna sono state pensate attività differenti, in base alle caratteristiche naturali e all’intensità dell’attività umana consentita nei luoghi.

Ogni riserva della biosfera, quindi, deve avere tre zone indipendenti, le quali adempiono a tre funzioni complementari.

  • Una zona centrale, più protetta, che ospita gli ecosistemi meno perturbati dall’attività umana, quindi con una maggiore biodiversità. Essa svolge la funzione fondamentale di tutela dell’ecosistema specifico.
  • Una  zona tampone, normalmente adiacente alle zone centrali, in cui l’uomo può svolgere attività di sfruttamento e impiego delle risorse, entro stretti limiti e a basso impatto. Ad esempio, praticare l’agricoltura estensiva, l’ecoturismo o attività di ricerca applicata.
  • Una zona di transizione, dove sono ammesse le attività umane, per favorire uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in cui le comunità locali, gli scienziati e le parti terze (quali imprese), lavorino in sinergia.

I punti del programma MaB in breve

Abbiamo già posto l’accento sull’obiettivo primario del MaB, volto a potenziare le abilità delle persone di gestire in modo efficiente le risorse naturali, per attuare pratiche virtuose e, nello stesso tempo, utili. Per questo, il programma prevede anche il monitoraggio di una serie di “fattori di rischio”, in modo da ridurne la ricorrenza e l’incidenza. Tutto con l’ausilio di commissioni ad hoc, economisti, scienziati ed esperti del settore, che possano focalizzarsi sulle singole biosfere da proteggere.

Il monitoraggio e la mappatura dei fattori di rischio avvengono tramite le seguenti attività.

  • L’identificazione dei cambiamenti della biosfera derivanti dalle attività umane e naturali, con riferimento agli effetti sulle persone e sull’ambiente, specie in materia di cambiamento climatico.
  • Lo studio sistematico delle interrelazioni dinamiche tra gli ecosistemi e i processi socioeconomici, specie quando c’è rischio di generare una rapida perdita di diversità biologica e culturale.
  • La  protezione del benessere dell’uomo e di un ambiente vivibile, specie in quei contesti in cui un la rapida urbanizzazione e il consumo di energia portano ad un rilevante cambiamento ambientale.
  • Lo scambio di conoscenza dei problemi e delle soluzioni ambientali, nonché il rafforzamento dell’educazione ambientale, basata specialmente sullo sviluppo sostenibile.

Nella foto di copertina l’Eden Project, complesso turistico in Cornovaglia, nel sud-ovest del Regno Unito, che oggi ospita al suo interno due delle più grandi biosfere al mondo. All’interno di queste due enormi biosfere si trovano oltre 100mila piante provenienti da tutto il mondo.

Numero verde ONA

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