La Posidonia oceanica, nel Mediteranneo, ha perso il 34% di superficie negli ultimi 50 anni. Il Progetto LIFE SEPOSSO sperimenta in Italia un sistema di gestione dei trapianti.
La specie vegetale più diffusa nel Mediterraneo
È la specie vegetale più diffusa nel Mediterraneo e svolge funzioni vitali per il funzionamento degli ecosistemi. Eppure la presenza della Posidonia oceanica nei nostri mari è in diminuzione, anche a causa di un’inadeguata gestione della fascia costiera.
È in corso a Civitavecchia, (RM), la presentazione del progetto LIFE SEPOSSO (Supporting Environmental governance for the POSidonia oceanica Sustainable transplanting Operations), di cui ISPRA è capofila. Lo studio affronta la complessa questione del trapianto della Posidonia oceanica, nei casi in cui questo viene eseguito per compensare i danni causati dalla costruzione di opere o infrastrutture costiere.
Il progetto vede la collaborazione di numerosi stakeholder, con i quali ideare e applicare buone pratiche e strumenti software innovativi, che permettano di aumentare l’efficacia e il controllo dei trapianti. “SEPOSSO” intende anche sensibilizzare la cittadinanza sul rispetto e l’importanza delle praterie di Posidonia oceanica, habitat marino prioritario.
Si parte dal caso studio di Civitavecchia-Santa Marinella, dove è stato effettuato il primo e più esteso trapianto di Posidonia oceanica del Mediterraneo. Dal 28 al 30 giugno i comuni ospitano una serie di iniziative per far conoscere la situazione attuale delle praterie e creare momenti di confronto tra istituzioni, cittadini e imprese. Nel 2004 sono state installate 300mila talee di Posidonia oceanica su una superficie di mare di circa 10mila mq compresa tra i comuni di Santa Marinella e Santa Severa. In tredici anni sono andati perduti 2000 mq a causa delle mareggiate, tuttavia, le talee sopravvissute si sono quadruplicate. Un bilancio da considerarsi nel complesso positivo.
Il trapianto è stato effettuato come misura di compensazione ai lavori eseguiti da ENEL S.p.a. presso l’area portuale di Civitavecchia, dove i dragaggi prevedevano la rimozione di ampie porzioni di Posidonia oceanica. La normativa italiana prevede che nella Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) di un’opera o di un’infrastruttura costiera sia compreso il trapianto come misura di compensazione. Questo, tuttavia, è da considerarsi sempre come l’ultimo tentativo di recupero dell’ecosistema degradato e non utilizzato come un mezzo per favorire uno sviluppo indiscriminato della fascia costiera.
La regressione della Posidonia oceanica negli ultimi trent’anni è dovuta ai fenomeni naturali (erosione costiera, cambiamenti climatici), alla cattiva gestione della fascia costiera, alle diverse pressioni antropiche: opere portuali, installazione di cavi e condotte sottomarine, costruzione di terminali marittimi al largo delle coste, impianti di rigassificazione ed eolico off-shore.