Ma un cartello di associazioni dice no alle piste da sci
17 ettari di bosco fanno parte di una Zona Speciale di Conservazione tutelata dall’Unione europea. Saranno abbattuti sul Terminillo per far posto alle piste da sci. La Giunta regionale del Lazio ha dichiarato nei giorni scorsi che il progetto di ampliamento del comprensorio sciistico, denominato Terminillo Stazione Montana (TSM), è in via di approvazione. Parere positivo della Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA).
Sotto attacco il Terminillo, la Montagna di Roma
Il Terminillo è un massiccio montuoso situato nel Lazio, precisamente in provincia di Rieti. È uno dei simboli della Sabina ed è denominato “La Montagna di Roma” perché frequentatissimo dai romani. Da qualche anno, è stato decretato di stravolgere il suo paesaggio per consentire agli sciatori di tornare sul Monte Gurgure, antico nome del Terminillo, a sciare su piste che avranno una decina di nuovi impianti di risalita. Oltre 40 Km di piste da sci e tre bacini per l’innevamento artificiale.
Un progetto dal costo di quasi 20milioni di euro. Prevede l’abbattimento di 17 ettari di faggeta vetusta (150/ 200 anni) in un’area ricca di fauna protetta. Il solito scempio ai danni della montagna che ha risvegliato, tuttavia, le coscienze degli ambientalisti, di tanti laziali e dei Verdi.
Questi, in attesa che arrivi la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), fanno opposizione al progetto, invocando il decreto del ministero dell’Ambiente del 17 ottobre 2017. Il decreto, infatti, impedisce la realizzazione di impianti da sci nelle Zone Speciali di Conservazione.
La petizione del CAI Leonessa contro il TSM
Nei mesi scorsi, è stata lanciata una petizione dal CAI Leonessa, sostenuta dalle associazioni che da anni si battono contro il TSM. Detta petizione è rivolta a Regione Lazio, Provincia di Rieti, Comune di Leonessa, Comune di Rieti, Comune di Cantalice, Comune di Micigliano, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Unione Europea.
L’istanza mira ad ottenere il rispetto delle norme vigenti, scongiurando lo spreco di denaro pubblico e un danno ambientale certo. Tende a garantire la riassegnazione dei «fondi a disposizione per pianificare e sviluppare una nuova visione della Montagna Terminillo, valorizzando tutti i settori che puntano alla valorizzazione delle risorse naturali in maniera compatibile con la loro conservazione».
Progetto irrispettoso del territorio e bocciato in passato
Il CAI Leonessa pone l’attenzione sul progetto TSM «già bocciato due volte a causa del devastante impatto sul territorio. Il progetto TSM prevede la realizzazione di oltre 7 km di nuovi impianti nelle parti più integre del Terminillo. Comportando l’eliminazione di 17 ettari di bosco secolare e provocando ingenti disturbi alla fauna, in violazione delle norme di conservazione delle aree di alto valore ambientale e di quelle sulla Valutazione di Impatto Ambientale.
I nuovi impianti (previsti a quote inferiori ai 1.900 m), per la cronica mancanza di neve dovuta al cambiamento climatico, non avranno alcuna possibilità di essere redditizi, costituendo di fatto uno spreco di denaro pubblico, utilizzato a discapito di una delle zone montane appenniniche più belle e suggestive. Tanto da meritare la tutela dell’Unione Europea attraverso speciali aree di protezione (SIC e ZPS)».
Gli effetti negativi sul paesaggio del Terminillo
Il CAI e il cartello delle associazioni elencano, inoltre, gli impatti sull’ambiente. A rischio sono il paesaggio. «Il TSM intende scavalcare il vincolo della tutela paesaggistica spacciando il progetto come semplice ammodernamento dell’esistente. Le faggete secolari: con il taglio di 17 ettari di faggi secolari si andranno irrimediabilmente a compromettere gli obiettivi di conservazione del SIC del “Bosco della Vallonina”, esponendo l’Italia ad una procedura d’infrazione europea che comporterebbe milioni di euro di multa. Le risorse idriche: i sistemi di innevamento artificiale richiederanno ingenti quantitativi di acqua e creeranno problemi di ricarica delle falde già sottoposte a stress idrico per la crisi climatica in atto.
L’orso bruno marsicano: il TSM è in aperta contrapposizione con quanto certificato dall’Università di Roma “La Sapienza” che ha definito “l’intera area come di importanza critica e favorevole per l’espansione dell’areale dell’Orso bruno marsicano”. Ricordando che “tale espansione viene riconosciuta come unica strategia possibile e coerente per la conservazione a lungo termine di questa relitta popolazione di orso”».
Rapporto costi-benefici sul progetto
Le associazioni concordano sulla mancanza di risultati favorevoli per l’occupazione, scrivendo che«a fronte di tutti questi impatti sull’ecosistema, non si avrà alcun effetto positivo stabile sull’occupazione. Gli studi economici a sostegno del progetto sono basati sulla irrealistica previsione di attirare 280mila sciatori ogni anno.
Pensando di risolvere la carenza di neve con l’innevamento artificiale, i cui costi sono stati molto sottostimati senza oltretutto tenere conto del continuo aumento delle temperature. Non a caso, il Rapporto “Nevediversa 2020” di Legambiente giudica come accanimento terapeutico ogni nuovo investimento in impianti sciistici sul Terminillo, dove le giornate sciabili sono ogni anno sempre più ridotte».
Il progetto ha recentemente ricevuto l’attenzione di alcune testate internazionali e tra gli oppositori si è aggiunto anche il Coordinamento Lazio LIPU.