Strage di pinguini: un incidente senza precedenti
Uno sciame d’api ha fatto strage di pinguini a Boulders Beach, spiaggia di Città del Capo.
Secondo gli esperti della South African Foundation for the Conservation of Coastal Birds (Sanccob), lo strano incidente non ha precedenti.
L’episodio è avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 settembre scorso (fonte Africa ExPress).
A pagarne le conseguenze, i pinguini del Parco Nazionale di Table Mountain, a Simon’s Town, una piccola cittadina vicino a Città del Capo (Sudafrica).
I pinguini in questione, nome scientifico Spheniscus demersus, erano diventati famosi grazie a un documentario in onda su Netflix, intitolato “Penguin Town”.
Da tempo fanno parte di un programma di protezione della specie.
Sulla loro misteriosa morte, Katta Ludynia, responsabile della ricerca presso la fondazione Sanccboc, ha affermato che il suo team pensava inizialmente che dietro le morti ci fosse un predatore di pinguini.
Secondo la dottoressa, molto probabilmente i pinguini hanno subito il terribile attacco durante il tragitto tra il mare e il loro nido.
In una dichiarazione rilasciata da South African National Parks (SANParks), un portavoce ha affermato: “Gli uccelli morti sono stati trasportati alla Fondazione dell’Africa meridionale per la conservazione degli uccelli costieri (SANCCOB) per l’autopsia. In seguito abbiamo inviati campioni biologici per malattie e test tossicologici”.
“Non abbiamo riscontrato lesioni fisiche esterne su nessuno degli uccelli”, si legge ancora sulla nota.
Con grande sorpresa, l’autopsia ha rivelato che, né dei predatori, né una malattia avrebbero causato la misteriosa strage di pinguini.
Sugli occhi dei pinguini, punture di api
“Il nostro veterinario è effettivamente tornato sul posto e ha trovato api morte su quel tratto di spiaggia“, ha puntualizzato Ludynia.
“Dopo i test, abbiamo trovato punture di api intorno agli occhi dei pinguini“, ha dichiarato David Roberts, veterinario clinico della fondazione.
Il veterinario della Sancocob ha affermato che la maggior parte delle punture degli insetti si trovava intorno agli occhi “piccole chiazze sopra gli occhi, dove non ci sono piume, macchie di pelle rosse e rosa“.
“La ragione per cui sono morti a causa delle punture” – ha detto Roberts – “è che gli uccelli sono più sensibili alle tossine delle api”.
Oltre ai pinguini, sono stati trovati morti anche altri uccelli selvatici.
Lo stesso giorno (il 17 settembre) è stato trovato un altro pinguino morto sulla spiaggia di Fish Hoek.
Anche in questo caso – Roberts ha confermato – l’esemplare aveva più punture di api.
“La popolazione di pinguini africani sta diminuendo rapidamente ed è molto triste vedere la morte di così tanti adulti sani, molto probabilmente riproduttori”, sostiene il veterinario.
“I pinguini non devono morire così perché sono già in pericolo di estinzione. Sono una specie protetta“, ha poi aggiunto.
Pinguini in Africa a rischio
I pinguini africani, che abitano la costa e le isole dell’Africa meridionale, sono nella lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (UICN).
Per loro, il rischio di estinzione è altissimo.
Ad oggi, esistono solo 10.300 coppie riproduttive e la fondazione afferma che negli ultimi venti anni sono state perse circa 40mila coppie in fase di pinguini riproduzione.
Le morti minacciano di vanificare gli sforzi di conservazione delle specie in via di estinzione.
Gli uccelli rimasti nel parco, potrebbero infatti non essere in grado di allevare le uova che sono state deposte dagli animali ormai morti.
Cosa accadrà ai loro partner di allevamento?
Come si riproducono i pinguini? Secondo una concezione comune, i pinguini si accoppiano per la vita.
“Si riproducono per la vita come fanno gli umani”, ha detto Ludynia, “quindi abbiamo coppie che stanno insieme per circa 20 anni.
“Di solito non si separano presto nella loro vita, ma se il primo tentativo di riproduzione pinguini non ha successo, cercano di trovare un altro partner. Una volta che si accoppiano con un partner, di solito restano uniti”.
Ludynia spiega che durante la stagione riproduttiva (da marzo ad agosto), sia i partner femminili sia quelli maschili si alternano nelle “cure domestiche”.
Mentre un pinguino rimane nel nido per incubare le uova o prendersi cura dei pulcini, l’altro partner esce in mare a caccia di pesci (alcuni dei quali vengono riportati per nutrire i pulcini).
“Ma poi, una volta che un partner muore, spesso ci vogliono praticamente un anno o due prima che l’altro possa trovare un nuovo partner”, aggiunge Ludynia. “Quindi in questo senso, sì, stiamo perdendo coppie riproduttive molto preziose perché quelle che hanno perso il loro partner potrebbero non trovare un nuovo l’anno prossimo“.
Detto in termini numerici, continua Ludynia “in pratica, ci sono 120 uccelli colpiti: 60 che sono morti e gli altri 60 che ora devono allevare i propri pulcini e uova da soli”.
Salviamo l’ecosistema per salvare gli animali
Per la dottoressa, non sono le api l’unica minaccia per i pinguini.
“Le principali minacce per i pinguini africani sono la mancanza di cibo, la competizione con la pesca industriale per le risorse limitate, l’aumento del traffico marittimo, le fuoriuscite di petrolio e l’inquinamento, i cambiamenti climatici, gli eventi meteorologici estremi, le malattie, la predazione e molti altri, non le api”.
L’area in cui è avvenuta l’assurdo attacco ai pinguini, è un parco nazionale e le api di Città del Capo fanno parte dell’ecosistema.
Questo evento insolito fa parte di ciò che può accadere in un normale ecosistema equilibrato e se i pinguini non avessero già problemi legati all’habitat, non ci sarebbe stata una tale tragedia.
Per evitare il rischio estinzione, i ranger della fondazione della colonia di pinguini di Boulders Beach, monitoreranno da vicino i nidi per vedere se gli uccelli avevano uova o pulcini.
Se è così, interverranno per salvarli per l’allevamento a mano, hanno detto dalla fondazione.
Se qualcosa avesse disturbato lo sciame d’api?
Una delle ipotesi circa l’attacco ai pinguini, ritiene che gli uccelli potrebbero aver disturbato un nido di api mellifere (anche loro fanno parte dell’ecosistema indigeno) prima dell’attacco.
Ne è convinto il dottor Joseph Monks, curatore degli imenotteri del Natural History Museum a South Kensington (Londra).
“Sembra che i pinguini, o qualcos’altro, abbiano disturbato il nido. Questo avrebbe provocato l’attacco. Le api avrebbero percepito un pinguino che danneggiava il nido come un attacco alle scorte alimentari di miele e polline raccolte per le larve” afferma.
Circa il 10% delle api in una colonia è generalmente composto da guardie, specializzate nel loro comportamento per proteggere il nido dagli attacchi.
Monks afferma che “è improbabile che una singola puntura causi la morte come descritto in questo incidente. Le api rilasciano il cosiddetto feromone di allarme della puntura (SAP) quando il nido è minacciato”.
“Una volta che le api percepiscono un attacco, una guardia individuale entrerà nell’alveare, solleverà il suo addome e aprirà le sue ali per diffondere il SAP ad altri individui. Inoltre, le api saranno attratte quando un individuo punge l’aggressore percepito poiché il SAP viene trovato sulla puntura”.
“Questo attirerà un gran numero di api, il che può portare all’esito piuttosto triste riportato“.
Man mano che più api pungono l’aggressore, la dose di veleno si accumula, cosa che può portare alla morte.
Dello stesso parere Alison Kock, una biologa marina dell’agenzia dei parchi nazionali del Sudafrica.
Ai microfoni della BBC la dottoressa ha dichiarato che “di solito i pinguini e le api coesistono”.
“Le api non pungono a meno che non vengano provocate”, “stiamo lavorando sul presupposto che un nido o un alveare nell’area sia stato disturbato e abbia causato la fuga di una massa di api dal nido, lo sciame e l’aggressività“, ha poi aggiunto.
E ancora sulle api
Kai Hichert, presidente della Southerns Beekeeping Association e membro del consiglio di amministrazione della South African Bee Industry Organization (SABIO), ha spiegato, “abbiamo solo due specie di api in Sudafrica, una è l’Apis mellifera scutellata, che è l’ape africana, l'”ape assassina”. L’altra è l’Apis mellifera capensis, che è l’ape del Capo. L’ape africana è molto più aggressiva dell’ape del Capo. Tuttavia, anche l’ape del Capo non è meno pericolosa. Se minacciata, come è successo, inizia una reazione a catena”.
Le richieste della fondazione
Intanto la fondazione fa una precisazione: “Il messaggio che vorremmo trasmettere è che si è trattato di uno strano incidente. Non siamo preoccupati per le api che attaccano il pinguino del Capo. In un certo senso vogliamo attirare l’attenzione sul fatto che migliaia di questi uccelli muoiono ogni anno per altri motivi“.
La fondazione chiede pertanto la limitazione della pesca intorno a importanti colonie di riproduzione di pinguini africani.
Basterà per preservare pinguino africano habitat?