LA SOLUZIONE PER I TERRENI STERILI È NELLE PIANTE STESSE. SECONDO UNA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ LA SAPIENZA DI ROMA, PER CONTRASTARE IL FENOMENO È SUFFICIENTE METTERE A DIMORA ARBUSTI TOLLERANTI AD ALTE CONCENTRAZIONI SALINE
La soluzione contro la sterilità dei terreni, sempre più diffusa, starebbe nel piantumare arbusti tolleranti alle alte concentrazioni saline. Ad arrivare a questa conclusione sono gli studiosi dell’Università La Sapienza di Roma, che hanno condotto una ricerca in proposito, coordinata da Raffaele Dello Ioio.
“Questo studio – ha commentato il coordinatore – è seminale per la produzione futura di piante resistenti ad alte concentrazioni saline. Infatti, è plausibile che rendendo le radici delle piante insensibili alla presenza di sale nel suolo, queste potranno sopravvivere; ed avere alta resa agricola anche se esposte a questo minerale“.
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Terreni sterili: la causa è il riscaldamento globale
Ma come fanno i terreni sterili a diventare tali? Si tratta di un effetto del riscaldamento globale.
“Le condizioni climatiche di molte aree nel mondo – spiega La Sapienza in una nota – stanno radicalmente cambiando aumentando le zone soggette ad inaridimento del suolo o ad alluvioni. Tali cambiamenti causano un aumento della concentrazione salina nel suolo, rendendo molte aree coltivabili quasi completamente sterili. Infatti, l’aumento di sale nel suolo inibisce la crescita delle piante causando una notevole riduzione nella resa agricola“.
![arabetta comune terreni sterili](https://ilgiornaledellambiente.it/wp-content/uploads/2023/09/Arabidopsis_thaliana_inflorescencias-1024x768.jpg)
Una nuova possibilità: piante ad alta tolleranza
La ricerca ha permesso di individuare il meccanismo molecolare che inibisce lo sviluppo delle radici delle piante, quando esse si trovano in un terreno eccessivamente ricco di sale.
“Il gruppo di ricerca si è servito della nota pianta modello Arabidopsis thaliana, meglio conosciuta come Arabetta comune. Lo scopo era comprendere come le condizioni chimiche, fisiche e meccaniche del suolo interferiscano con lo sviluppo della radice alterando di conseguenza lo sviluppo della pianta in toto”.
Lo studio è stato pubblicato su Communications Biology e coordinato da ricercatori del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin de La Sapienza di Roma. Ha combinato esperimenti di biologia molecolare, genetica e biologia computazionale. Le conoscenze acquisite attraverso di esso, potrebbero portare allo sviluppo di piante in grado di sopravvivere e avere anche un’alta resa agricola nonostante l’esposizione a questo minerale.