mercoledì, Novembre 29, 2023

Piano ambientale dell’Oceano Indiano. L’Italia propone il Prof. Daniele Brunelli di Unimore

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I PAESI UNCLOS PREPARANO LA STESURA DEL PIANO AMBIENTALE DELL’OCEANO INDIANO. PER LA REDAZIONE, L’ITALIA HA DESIGNATO IL PROF. DANIELE BRUNELLI, DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE CHIMICHE E GEOLOGICHE DELL’UNIVERSITÀ DI MODENA E REGGIO EMILIA

I Paesi membri dell’UNCLOS (United Nations Convention on the Law of the Sea) si avviano alla stesura del Piano ambientale dell’Oceano Indiano. Che avverrà nell’ambito del Regional Environmental Management Plan (REMP). Durante il convegno internazionale di Chennai, in India, dal 1º al 5 Maggio 2023.

Ciò, in osservanza della Convenzione ONU sulla Legge del Mare del 1982. Quest’ultima sancisce i diritti e le responsabilità degli Stati, nell’utilizzo dei mari e degli oceani. Definendo le linee guida che regolano le trattative, l’ambiente e la gestione delle risorse naturali. E controllando tutte le attività relative alle risorse minerarie dei fondali oceanici.

Per far questo, gli Stati agiscono sotto l’egida dell’International Seabed Authority (ISA). Ente internazionale indipendente dall’ONU, creato nel 1982 e poi regolarizzato nel 1994. Quando gli Stati UNCLOS decisero di implementare la regolamentazione internazionale sulle acque.

Ora, per la stesura del documento a tutela dell’Oceano Indiano, l’Italia ha nominato il Prof. Daniele Brunelli, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE).

L’International Seabed Authority e il deep-sea mining

L’ISA è l’organizzazione internazionale tramite cui gli Stati UNCLOS organizzano e controllano tutte le attività relative alle risorse minerarie dei fondali oceanici. Per fare ciò, essa ha il mandato che assicura l’esplorazione dei fondali stessi. E, nel contempo, fornisce un’effettiva protezione degli ecosistemi marini. Specie in relazione alle attività minerarie di deep-sea mining (estrazione mineraria in alto mare).

Che rappresenta l’ultima frontiera della corsa alle risorse del pianeta. Perché sui fondali delle acque internazionali si trovano enormi giacimenti minerari non ancora del tutto sfruttati. E parliamo di materiali estremamente ambiti dall’industria moderna. Come metalli e terre rare, litio, nichel, ittrio e manganese.

L’interesse crescente per questi siti, dunque, è direttamente proporzionale alle tecniche massive del loro sfruttamento. Ragion per cui, grazie all’ISA, tutte queste procedure vengono regolate con gli adeguati sbarramenti.

Il Prof. Daniele Brunelli

Come detto, l’Italia sarà rappresentata dal Prof. Daniele Brunelli per la redazione del Piano ambientale dell’Oceano Indiano. Quest’ultimo va particolarmente tutelato, proprio perché, vista la sua estensione, è passibile di sfruttamento invasivo alla ricerca di minerali. Pertanto, un controllo della sua struttura geologica appare quantomai necessaria per proteggere le forme di vita e la conformazione stessa dei fondali.

«L’Oceano Indiano – afferma Brunelli – ha una estensione di 73,6 milioni di Km2, pari al 14% della superficie del pianeta. E a circa sette volte l’estensione dell’Europa. Copre l’area marina delimitata da Africa, India, Malesia, Australia e Antartide. La sua struttura geologica è estremamente complessa e negli ultimi anni è stata oggetto di studio di ricercatori e studenti del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche. Grazie alla partecipazione a campagne oceanografiche internazionali in collaborazione con Francia, Germania, USA e Russia».

Il Professore ha ricevuto l’incarico di partecipare ai controlli e redigere il documento dal ministero degli Esteri. A fronte della sua candidatura, da parte dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, cui Brunelli è associato.

Numero verde ONA

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