Un progetto per valorizzare le aree montane del Friuli
Si chiama “Percorsi spericolati” il progetto rivolto a ragazzi dai 18 ai 30 anni per valorizzare le Terre Alte del Friuli. A organizzarlo, la Fondazione Pietro Pittini di Trieste, che parla ai giovani nel promuovere iniziative rivolte a innovazione e sviluppo sociale.
Da sempre attiva nell’avvicinare i giovani e i più fragili alla cultura, la Fondazione propone un progetto di valorizzazione territoriale come possibile biglietto da visita per l’inserimento nel mondo del lavoro.
In questo caso l’obiettivo è promuovere le aree montane del Friuli Venezia Giulia coinvolgendo ragazzi e ragazze da tutta Italia. Per raggiungerlo, serve passione per il raccontaretramite i nuovi linguaggi comunicativi digitali e per la riscoperta del territorio.
Molti i partner a patrocinare l’iniziativa
Il progetto beneficia del supporto tecnico dell’Associazione Culturale Meraki e dell’Associazione di Promozione Sociale Rob de Matt. Meraki nasce dalla volontà di sviluppare processi che inducano partecipazione attiva nelle comunità. Il suo nome deriva da una parola greca intraducibile che significa più o meno “prendersi cura”. E questo è ciò che “Percorsi spericolati” propone di fare: prendersi cura di un territorio meraviglioso e selvaggio, ma da riscoprire.
L’Associazione Rob de Matt, che si lega a un ristorante di Milano, si occupa di inclusione di persone in situazioni di marginalità.
Collaborano inoltre la Cooperativa Sociale Cramars, l’Ecomuseo Lis Aganis, la Rete Rifai e Cantiere Friuli dell’Università degli Studi di Udine. Enti dunque che insistono sul territorio, che conoscono l’importanza per chiunque di riscoprirlo per comprenderlo, imparare da esso e valorizzarlo come merita.
Percorsi spericolati: il programma
I giovani, provenienti da tutta la Penisola, hanno tempo fino a 14 gennaio per inviare la partecipazione. Requisiti richiesti: età nel limite sopracitato, passione o curiosità per la montagna e voglia di mettersi in gioco. Il progetto si articolerà in quattro fasi, tutte aventi come scenario i territori del Friuli. La prima, quella del training residenziale a Valbruna, in provincia di Udine, prevede incontri formativi con esperti circa la comunicazione digitale e il contesto socio-economico locale.
Segue l’incontro con piccole realtà imprenditoriali locali attive nei settori di agricoltura, ospitalità, turismo e artigianato, a mostrare quanto la tenacia possa aiutare a crescere. Il lavoro con gli imprenditori verrà poi continuato da remoto per mettere a frutto quanto imparato.
Nel corso dell’esperienza, anche due campi, lo spring e il summer camp, giornate immersive con diverso scopo. Mentre la prima servirà a far emergere bisogni territoriali che i gruppi di lavoro possano approfondire, la seconda si concluderà con la presentazione del progetto e la premiazione del migliore.
L’idea di “Percorsi spericolati” nasce a inizio anno
Apprendiamo l’intento del progetto dalla Presidente della Fondazione, Marina Pittini. «L’ambizione è contrastare la marginalizzazione e fenomeni di declino demografico, coinvolgendo ragazzi e ragazze in un duplice percorso di valorizzazione dei luoghi montani e di acquisizione di competenze utili anche per un successivo inserimento lavorativo».
Il progetto nasce a inizio anno, in collaborazione con la Cooperativa Cramars di Tolmezzo, con l’intento di censire gli innovatori sulla montagna friulana per valorizzare il loro operato. Che le loro realtà dovessero essere scoperte e ri-scoperte era solo il naturale passo successivo.
L’esperienza serve ai partecipanti e viceversa, in un mutuo scambio. Dopo che la pandemia ha costretto anche i meno attenti a familiarizzare con il proprio territorio, il Friuli chiede che il suo sia valorizzato. E lo fa nel modo migliore: rivelando come una vecchia e scontrosa terra possa essere un trampolino di lancio verso il futuro.