martedì, Aprile 30, 2024

Pellet di legno: una sfida controversa per il futuro energetico

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MENTRE IL MONDO SI CONFRONTA CON L’EMERGENZA CLIMATICA, L’USO DEI PELLET DI LEGNO COME ALTERNATIVA SOSTENIBILE ALL’ENERGIA TRADIZIONALE È AL CENTRO DI UN ACCESO DIBATTITO. NELL’OCCHIO DEL CICLONE, ENVIVA, AZIENDA LEADER NEL SETTORE, TACCIATA DI GREENWASHING

Pellet: sono davvero una soluzione sostenibile?

A Epes, in Alabama, il colosso del settore pellet, Enviva, è al centro di una crisi finanziaria che minaccia di compromettere i suoi piani.

Enviva aveva promesso un futuro di energia “sostenibile” grazie al suo impianto di produzione. Un annuncio accolto con entusiasmo dai politici locali e con una forte opposizione da parte di attivisti e comunità locali, tra cui BlackBelt Women Rising, impegnati nella lotta per la giustizia ambientale, che sollevano dubbi sull’impatto ambientale e sulle reali conseguenze dei pellet di legno come fonte energetica. A cosa si devono tali dubbi?

Sostenitori e detrattori del pellet

I sostenitori del pellet ritengono che il combustibile rappresenti una soluzione a basso impatto ambientale.

Di contro, i suoi detrattori sollevano dubbi sul reale contributo alla riduzione delle emissioni di CO₂.

Studi accademici hanno infatti svelato che bruciare pellet di legno produce più anidride carbonica del carbone, mettendo in discussione la cosiddetta sostenibilità ambientale e accusando l’azienda di greenwashing.

In aggiunta, l’uso massiccio di legno per produrre energia solleva interrogativi sulla deforestazione e relativo impatto sui delicati ecosistemi forestali.

Scot Quaranda, responsabile comunicazione della Dogwood Alliance, un’organizzazione ambientalista, ha espresso l’evidente paradosso: «bruciamo gli alberi per salvare il Pianeta. Questo è il cuore del loro modello di business, come se fossimo tornati all’età delle caverne».

Insomma, la produzione di energia basata sui pellet di legno è una promessa vuota…

Quaranda sottolinea che gli alberi sono essenziali nella lotta contro il cambiamento climatico e l’approccio di Enviva di abbatterli e bruciarli non è solo controintuitivo, ma potrebbe essere dannoso.

«Gli alberi sono il nostro principale alleato contro il cambiamento climatici e loro vogliono abbatterli, bruciarli, sostenendo che sia benefico per il clima. Questa logica non ha alcun senso».

La voce di BlackBelt Women

Portia Shepherd, fondatrice di BlackBelt Women Rising, svela poi un lato oscuro degli impianti di pellet di legno. Contattando i residenti che vivono nei pressi di impianti simili, ha scoperto una pericolosa escalation di gravi malattie cardiovascolari, forme di cancro e significativo aumento della mortalità, come conseguenze dirette dell’esposizione.

A confermare il sospetto, anche i dati dell’Agenzia per la protezione ambientale statunitense EPA United States Enviromental Protection Agency.

Purtroppo, nonostante le evidenze, c’è ancora molta disinformazione circa i rischi correlati alla produzione di pellet di legno.

Non solo, c’è chi si erge in difesa dell’azienda, dal momento che rappresenta una fonte di lavoro importante per i residenti. E qui, l’ennesimo paradosso.

Pellet e modello coloniale: “morire di fame o morire di lavoro”

Abbattere foreste nel sud-est degli Stati Uniti, macinare gli alberi in impianti come quello proposto a Epes e trasportare i pellet di legno ai porti per la spedizione in Europa è un modello che ricorda il colonialismo. A sottolinearlo sempre Scot Quaranda, il quale oltretutto teme una certa complicità da parte delle istituzioni americane.

Quanto alla creazione di posti di lavoro da parte del colosso, ci troviamo davanti all’ennesima illusione di chi antepone il profitto alla salute.

«Ma a queste persone importa davvero la tutela dei lavoratori? No. Diranno che stiamo creando posti di lavoro, ma non metteranno mai piante come queste nei loro giardini», aggiunge.

A lui fa eco Catherine Coleman Flowers, del Center for Rural Enterprise and Environmental Justice

«Perché ci preoccupiamo così poco della nostra nazione da permettere, per un dollaro, a queste aziende di entrare e contaminare le nostre risorse naturali e uccidere la nostra gente con linquinamento?»

Flowers ha infine sottolineato che la transizione verso un’energia veramente sostenibile richiede un cambiamento di paradigma economico e un impegno diretto verso le comunità emarginate, non solo verso le aziende.

Cosa succederà a breve

Il Dipartimento degli affari economici e comunitari dell’Alabama (USA) non ha fornito risposte chiare sul futuro dell’impianto o sulla possibilità di recuperare i fondi delle sovvenzioni in caso di mancata realizzazione dei lavori promessi.

Il dilemma tra il progresso economico e il benessere delle comunità si trova adesso in un crocevia.

La politica economica avrà il sopravvento sugli ecologisti?

E in questo caso, chi si assumerà la responsabilità  sociale e ambientale della situazione?

Fonti

Alabama Inside Climate News

Numero verde ONA

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