Paola è una frequentata località balneare tirrenica, ricadente nella provincia di Cosenza, che comprende nel suo territorio numerosi ettari di boschi.
I Comuni calabresi svendono i boschi per fare cassa
Il Comune paolano ha bandito, nei giorni scorsi, una gara ad asta pubblica per la “Vendita di un lotto boschivo di alto fusto di faggio radicato in località Cozzo Cervello”, situato sulla Catena Costiera e destinato al taglio.
Non sono mancate le proteste degli ambientalisti calabresi, impegnati in questi ultimi anni a difendere il territorio dall’incuria delle istituzioni, dagli incendi e dai tagli degli alberi di cui la regione era ricca.
Ma si sa, i Comuni sono in affanno da quando i trasferimenti statali sono stati ampiamenti decurtati e ora, invece di tutelare i gioielli di famiglia, li svendono per fare cassa e finanziare l’ennesima sagra pacchiana che d’estate attira gente sui lungomari, nelle località montane, collinari e anche nelle piazze cittadine.

Senza alcun rispetto per l’ambiente. Ed ecco, dunque, che una cittadina come Paola, nota per aver dato i natali a San Francesco, decide di pubblicare un bando per la vendita di una faggeta, bando al quale possono partecipare solo le ditte forestali con abilitazione valida al taglio boschivo.
«L’asta – afferma Matteo Olivieri, economista cosentino – prevede la vendita di circa 131 ettari di terreni boschivi da “Cozzo Cervello” a “Croce di Paola o di Montalto”, di cui circa 22 sono destinati ad essere rasi al suolo».
Olivieri ha appurato che il sito non può essere alienato, gli abbiamo, dunque, posto alcune domande per conoscerne i motivi.
«Il sito – ribadisce l’economista – è un “uso civico”, come risulta dai documenti prodotti dallo stesso Comune di Paola e pertanto non può essere alienato perché appartiene alla comunità. Chi lo dovesse alienare ne risponderà penalmente di fronte alla legge e il contratto di compravendita sarà dichiarato nullo».
L’area è sottoposta a vincolo paesaggistico?
«Nella parte di montagna con altitudine superiore ai 1.200 metri sul livello del mare (per esempio Cozzo Cervello) esiste automaticamente un vicolo paesaggistico ex d.lgs. 2004/42 art. 142, per cui si ipotizza l’emanazione del bando in difetto di propedeutico nullaòsta paesaggistico. Il ministero dei Beni Culturali può intervenire per far rispettare il vincolo paesaggistico tramite le soprintendenze locali, se qualcuno lo avvisa per tempo! Altro vincolo esiste per la parte di boschi inferiori ai 1.200 metri sul livello del mare se iscritti negli albi regionali. Conoscendo l’andazzo della Regione Calabria, c’è il forte sospetto che quei boschi non siano mai stati iscritti negli albi regionali».
Pare vi sia anche un problema relativo al dissesto idrogeologico, è vero?
«Su una ulteriore parte dei suoli sono già state segnalate problematiche di ordine idrogeologico per via delle pendenze pari o vicine al 35%, e quindi va da sé che un eventuale taglio andrebbe preceduto da un piano di gestione forestale approfondito e regolarmente approvato, vista l’elevata probabilità di creare dissesto idrogeologico. Dubito che un qualsiasi nullaosta possa essere concesso da una perizia firmata da un professionista serio e coscienzioso».
La zona è ricca di corsi d’acqua, quali potrebbero essere gli impatti negativi sull’ambiente circostante?
«L’area è ricchissima di torrenti e corsi d’acqua che, dopo un giro tortuoso, finiscono per la maggior parte nel torrente Annea e quindi nel fiume Crati nel comune di Montalto Uffugo. Radere al suolo un bosco altera i processi di fotosintesi clorofilliana e quindi il normale ciclo aria-acqua-suoli, con relativi impatti ambientali negativi che non vengono contemplati nel bando in questione. Inoltre, è doveroso pensare anche alle tante specie animali che perderebbero il loro habitat naturale».
Dagli studi e dalle indagini che ha condotto sono emersi altri impedimenti al taglio, ci spieghi
«Quasi la metà del sito boschivo che andrà all’asta, ovvero la parte del sito intorno alla zona “Croce di Paola o di Montalto“, ricade nel perimetro del Sito di Importanza Nazionale IT9300191 “Bosco Luta”, appartenente alla Rete Natura 2000. Il sito è protetto dalla direttiva europea 93/42/CEE “Habitat” e la gestione del sito risulta essere affidata alla Provincia di Cosenza. Il comune di Paola non ha, dunque, alcuna competenza su quella porzione di sito e il bando è nullo. In quelle montagne è accertata la presenza del lupo (specie protetta)e tra i fattori di rischio della flora si cita tra l’altro “un eventuale aumento dei flussi turistici ed il calpestio all’esterno della rete sentieristica”, ma come mai non le ruspe e le motoseghe?». La Regione Calabria, inoltre, non ha alcun potere di concedere autorizzazioni al taglio, come qualcuno sostiene forse per sviare l’attenzione dei cittadini e se lo fa rischia di incorrere in sanzioni europee».