giovedì, Gennaio 16, 2025

Panda marrone: la genetica risolve un enigma durato quarant’anni 

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SE CI CHIEDESSERO DI DESCRIVERE BREVEMENTE LE CARATTERISTICHE FISICHE DI UN PANDA A UN BAMBINO, COME PRIMA COSA DIREMMO CHE È UNA SPECIE DI ORSACCHIOTTO BIANCO E NERO. IN EFFETTI, IL NOME SCIENTIFICO AILUROPODA MELANOLEUCA, IN GRECO ANTICO SIGNIFICA LETTERALMENTE PIEDE DI GATTO – NERO BIANCO. E QUI ENTRA IN SCENA QIZAI, UN ESEMPLARE MARRONE E BIANCO: UN ROMPICAPO GENETICO CHE DA ANNI CATTURA L’ATTENZIONE DEGLI SCIENZIATI

Il mistero del panda marrone: l’eccezione che conferma la regola

Il panda Qizai, nome che nella lingua locale significa “settimo figlio”, ha attirato l’attenzione di curiosi e studiosi per via del caratteristico mantello bruno e bianco.

Il simpatico animale, abbandonato dalla madre nel 2009, ha trovato rifugio al Louguantai Wild Animal Breeding and Protection Center di Xi’An, in Cina ed è divenuto da subito una star.

Altro che i “Ferragnez”! 

Qizai è il protagonista di programmi e siti online che ogni giorno mostrano le sue buffe imprese.

Ma non è l’unico esemplare “colorato”.

Oltre a lui, altri sette panda, provenienti dalle remote montagne di Qinling, nella provincia cinese dello Shaanxi, sfoggiano la stessa pelliccia marrone. 

Quanto al “caso zero”, il primo esemplare bruno, di nome Dandan, fu avvistato e analizzato geneticamente nel 1985.
Ma da cosa dipende l’anomalo cromatismo che ha fatto impazzire gli studiosi?

Finalmente, dopo quarant’anni il rebus è stato risolto. 

Attraverso un meticoloso lavoro genetico, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Zoologia dell’Accademia Cinese delle Scienze, ha individuato il gene responsabile della colorazione.

A guidare lo studio, il genetista della conservazione Hu Yibo.

Trovato il colpevole: il gene mancante 

Studiando tre diverse specie di panda (A. m. melanoleuca. A. m. qinlingensis) oltre ai due esemplari marroni e bianchi, Qizai e Dandan dello Qiling, i ricercatori hanno individuato una sequenza genetica peculiare nel gene Bace2, correlata alla pigmentazione della pelliccia. In pratica, una proteina risulterebbe malfunzionante. I peli inoltre presentano dei melanosomi (organelli prodotti dai melanociti, deputati alla sintesi e accumulo di melanina), meno numerosi e più piccoli. 

Oltre al colore, i panda bruni hanno un cranio più piccolo e rotondo, il pelo meno folto e un muso più corto rispetto agli altri. 

La scoperta del gene mancante, non spiega soltanto la particolare colorazione di Qizai.

Confermerebbe precedenti ricerche secondo cui Dandan, Qizai e gli altri rarissimi esemplari marroni si sarebbero separati dai cugini “bianconeri” del Sichuan, la provincia che ospita la maggior parte dei panda giganti, circa 300mila anni fa. 

La colorazione si deve a una mutazione genetica frutta dell’evoluzione della specie? Probabilmente sì!

Al di là del mistero risolto, cosa sappiamo dei simpatici panda giganti?

Conosciamo i panda

I panda giganti, noti scientificamente come Ailuropoda melanoleuca, sono una specie di mammiferi appartenenti alla famiglia degli Ursidi, che include anche gli orsi. 

Il termine panda deriva probabilmente dalla parola nepalese “nigalya ponya”, che significa “mangiatore di bambù”, pianta di cui sono ghiotti.

Il primo a scoprire il panda gigante (nel 1869) fu il gesuita naturalista francese Armand David, da cui deriva il suo nome iniziale di “orso di Padre David”.

Dal 1961 anno della fondazione del WWF e dell’arrivo allo zoo di Londra del primo panda gigante Chi-Chi, il plantigrado è divenuto l’emblema del WWF.

A disegnare il logo fu l’ornitologo Sir Peter Scott, uno dei fondatori dell’organizzazione internazionale, che trasse spunto da una bozza realizzata dal naturalista scozzese Gerald Watterson. Da allora è diventato l’animale simbolo della conservazione della natura.

Mammiferi a rischio estinzione

Un tempo, i panda erano diffusi tra la Cina centrale, meridionale e orientale, e nei paesi limitrofi tra Myanmar e Vietnam meridionale

Attualmente, il loro habitat è circoscritto a poche zone nella Cina centro occidentale. Purtroppo, a causa della distruzione delle foreste di bambù e per via del basso tasso di natalità, i panda sono stati una delle cento specie di mammiferi a maggior rischio estinzione.

A stabilirlo, la Zoological Society of London (dal 1826 porta avanti lo studio di animali in libertà), in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione.

Tanto per intenderci, si crede allo stato naturale esistano al momento circa 1.600 esemplari.

Fortunatamente, grazie ai centri di allevamento e alle riserve, i deliziosi ursidi stanno cominciando a ripopolare la Provincia di Sichuan (vicino a Chengdu e Monti Min), le Montagne Qin, la Provincia di Shaanxi e la Provincia di Gansu

Ecco alcune curiosità interessanti sui panda

1. Dieta esclusivamente vegetariana: nonostante siano classificati come carnivori, il 99% della loro dieta è costituito da bambù. Questa è una delle ragioni principali per cui i panda giganti sono così unici nel regno animale;

2. Pelliccia “juventina”: eccezioni a parte, i panda giganti sono noti per il loro mantello bianco e nero caratteristico, che li rende facilmente riconoscibili. Questo pattern di colori serve come mimetismo naturale all’interno del loro habitat di bambù;

3. Solitari e territoriali: ogni panda ha un proprio territorio che difende dagli altri panda, tranne durante la stagione degli accoppiamenti;

4. Agili scalatori: nonostante le loro dimensioni e il loro aspetto massiccio, i panda giganti sono dei provetti scalatori. Obiettivo? Raggiungere le cime dei bambù, dove si trovano le foglie più tenere e nutrienti;

5. Conservazione: a causa della perdita dell’habitat e della bassa fertilità, i panda giganti sono considerati una specie in pericolo. Tuttavia, grazie agli sforzi di conservazione e alla protezione degli habitat naturali, la popolazione di panda giganti è aumentata negli ultimi anni.

Numero verde ONA

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