IL PAESAGGIO RURALE È UNA DELLE CARATTERISTICHE DELL’ITALIA. CI SONO PAESAGGI E TRADIZIONI COSÌ BELLI E IMPORTANTI PER L’IDENTITÀ DEL PAESE CHE SONO INSERITI IN UN REGISTRO SPECIALE
In Italia esiste il Registro nazionale del paesaggio rurale. Si tratta di un elenco di zone così belle e particolari, o ricche di tradizioni, da essere inserite in un apposito registro perché siano tutelate e valorizzate. Per esteso, tale elenco si chiama Registro nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali; in esso sono inserite anche pratiche e tradizioni specifiche. Il registro appartiene al Masaf.
Il Registro ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare il paesaggio rurale e le sue tradizioni agricole, nonché il patrimonio agroalimentare espressione di questi territori.
Le candidature sono presentate dagli enti territoriali e sono sottoposte al vaglio dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali. Quest’ultimo infatti ha il compito di identificare e catalogare i paesaggi rurali tradizionali o di interesse storico, insieme alle pratiche e alle conoscenze correlate.
Nei giorni scorsi il registro si è arricchito di ulteriori quattro iscrizioni: si tratta di tre paesaggi rurali e una pratica agricola tradizionale.
Paesaggi rurali, nuove iscrizioni nel registro
Ci sono tre nuovi paesaggi rurali iscritti al registro nazionale. “Grazie al continuo lavoro di monitoraggio del territorio e all’impegno per tutelare e valorizzare i paesaggi rurali, insieme alle tradizioni agricole e al patrimonio agroalimentare che li contraddistinguono e caratterizzano, accogliamo oggi nel Registro nazionale quattro nuove iscrizioni. Ognuna di esse è simbolo della nostra terra e della nostra cultura e contribuisce a rendere la nostra Nazione unica al mondo“. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, nel firmare il decreto.
Si tratta dei sistemi agro-silvo-pastorali del Marghine-Goceano e oliveti terrazzati e pascoli arborati nei territori di Bolotana, Illorai e Lei; dei vigneti eroici di Meana Sardo; del paesaggio dei terrazzamenti e della viticoltura delle Cinque Terre; della vite “a raggiera” del Taburno.
Le proposte entrate nel registro del ministero
Tra i nuovi ingressi c’è il “Paesaggio dei terrazzamenti e della viticoltura delle Cinque Terre”, proposto dal Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Il sito è già stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. È, infatti, un paesaggio culturale unico al mondo in virtù dei suoi terrazzamenti dalla collina verso il mare. Con anche una forte valenza storica: ritrovamenti testimoniano l’uso di tali tecniche fin dai tempi dei Romani. “La significatività è definita sia con riferimento alle caratteristiche del mosaico paesaggistico sia per la presenza di ordinamenti colturali tradizionali, sia per le sistemazioni idraulico-agrarie evidentemente leggibili sul territorio e riconoscibili”.
Il paesaggio I vigneti eroici di Meana Sardo è stato proposto dal Comune di Meana Sardo, vicino Nuoro. Qui c’è il modello conservativo di viticoltura ad uva da vino, basato sull’allevamento ad alberello sardo di vitigni locali a bacca rossa. “Il terroir locale si caratterizza per l’elevata resilienza dell’allevamento ad alberello ancorché sempre di più si stia sviluppando il ricorso a basse spalliere. L’elevata altimetria, con la localizzazione del comprensorio viticolo a una quota sempre superiore ai 500 m sul livello del mare, con punte di 765 m s.l.m., ne consente l’inquadramento nell’ambito dei “Vigneti eroici”“.
Poi c’è il paesaggio “Sistemi Agro-Silvo-Pastorali” del Marghine-Goceano. Proposta dal Comune di Bolotana, l’area costituisce una fascia di transizione tra le province di Nuoro (i comuni di Bolotana e Lei) e Sassari (comune di Illorai). “Nei 1.916 ettari perimetrati dell’area, vi è un sistema di oliveti terrazzati con muretti di pietra a secco che verso valle lascia spazio a estesi pascoli arborati”.
La vite a raggiera, dall’antichità a oggi
L’ultimo inserimento riguarda invece la pratica agricola tradizionale della “Vite a raggiera del Taburno”, proposta dal CNR ISPC – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale.
In età romana la pratica era diffusa su quasi tutti i versanti del Taburno. La pratica continua ad essere attuale e a svolgere un preciso significato culturale per la comunità di Solopaca.