LA ROCKHOPPER EXPLORATION HA ANNUNCIATO LA FINE DELL’ARBITRATO INTERNAZIONALE NEL CASO OMBRINA MARE. L’ITALIA PAGHERÀ 190 MILIONI DI EURO PIÙ INTERESSI DI PENALE MA ABBIAMO SALVATO LA COSTA TEATINA DALLE TRIVELLE
Il 24 Agosto scorso la Rockhopper Exploration, corporate inglese di esplorazione di petrolio e gas ha annunciato la fine dell’arbitrato internazionale nel caso Ombrina Mare.
Il nostro governo, però le dovrà pagare 190milioni di euro più interessi del 4% annui, calcolati dal 29 gennaio 2016, data in cui il decreto che ha fermato Ombrina è stato approvato, fino al giorno del pagamento. Il versamento dovrà essere effettuato entro 120 giorni dal 24 agosto.
Cos’è Ombrina Mare?
Il progetto Ombrina Mare prevedeva la costruzione di una piattaforma petrolifera alta come un palazzo di 10 piani, al largo della costa abruzzese tra Vasto e Chieti.
La perforazione dei pozzi previsti avrebbe generato oltre 14mila tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi. L’esatta composizione dei fanghi è coperta da segreto industriale. Ma si tratta sicuramente di sostanze tossiche, talvolta vengono utilizzati anche elementi radioattivi.
La piattaforma, poi, sarebbe stata collegata a una grande nave riadattata per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita Floating Production Storage and Offloading (FPSO). Ogni mese, per venticinque anni, la FPSO sarebbe stata avvicinata da un’altra nave che avrebbe caricato il greggio per trasportarlo verso altre destinazioni.
La decisone, unanime, è stata presa da un triumvirato composto da Klaus Reichert, Charles Poncet e Pierre-Marie Dupuy. Questi, nessun italiano, hanno stabilito che l’Italia ha violato l’Energy Charter Treaty.
Secondo la Rockhopper, il 20% della penale ottenuta servirà per coprire spese di varia natura; alla compagnia andrà il restante 80%.
Rockhopper Exploration lascia l’Italia
Sam Moody, CEO Rockhopper, ha detto di essere felice di questo risultato. La compagina ha fatto un gran lavoro – afferma – da quando hanno comprato la Medoilgas nel 2014 per portare Ombrina alla luce. E poi da quando sono iniziate le pratiche dell’arbitrato, nel 2017. Dopodiché, ha continuato Moody, ora concentreranno le loro attività petrolifere nelle isole Falkland ovvero Islas Malvinas, arcipelago nell’Atlantico del Sud. Nessun riguardo verso il pianeta stravolto dai cambiamenti climatici.
Poteri forti corrotti
È una decisione che lascia noi italiani e me in particolare, con un po’ di amarezza in bocca e che mostra ancora una volta quanto corrotti siano i “poteri forti”.
Questo arbitrato, composto da tre uomini non italiani e vicini al mondo dell’industria e del petrolio, non si è mai preoccupato di coinvolgere i residenti. Di capire il perché delle nostre battaglie, di vedere quanto più bella e più sana sia la costa dei trabocchi oggi. Di vedere il fiorire di mille attività turistiche, rispetto a ciò che la Rockhopper voleva farne.
Una lezione di democrazia
L’Italia pagherà, sì, 190milioni di euro, ma non abbiamo perso. La lezione di democrazia che abbiamo dato in dieci anni di battaglie, è qualcosa di straordinario che né Sam Moody né il triumvirato senza volto potranno mai capire. Davide ha fermato Golia e di questo dobbiamo essere orgogliosi.
Noi, Davide, abbiamo salvato l’Abruzzo intero dalle trivelle, una cosa rarissima in tutto il panorama dell’attivismo internazionale.
Non abbiamo perso. Quello che lasciamo a chi verrà dopo di noi – mare pulito e non desolforatori e l’esempio di gente che non si piega – non ha prezzo. Abbiamo vinto per coraggio, dedizione. Amore per il nostro mare, la nostra terra, le nostre generazioni future.
Il mio pensiero particolare va a tutti quelli che si sono adoperati con me in questi anni di incessanti battaglie. Siamo stati il sale della terra. Questo arbitrato sarà dimenticato ma il nostro eroismo resterà. Grazie.
Ad maiora e viva l’Abruzzo.