CON IL SUO NUOVO LIBRO “NUTRIRE IL PIANETA”, IL PLURIPREMIATO “FOTOGRAFO VOLANTE” GEORGE STEINMETZ CI OFFRE UNO SGUARDO UNICO E STRAORDINARIO SULLA PRODUZIONE ALIMENTARE GLOBALE. QUESTO VOLUME DI GRANDE SPESSORE NON È SOLO UNA RACCOLTA DI IMMAGINI MOZZAFIATO, MA UN VIAGGIO VISIVO CHE DOCUMENTA L’INTRICATA RELAZIONE TRA CIBO, AMBIENTE E SOCIETÀ
George Steinmetz: un maestro della fotografia aerea
George Steinmetz, storico collaboratore di National Geographic e soprannominato “il fotografo volante,” è una figura iconica nel panorama del fotogiornalismo. Sin dagli anni Novanta, ha utilizzato un parapendio a motore, una tecnica innovativa che lui stesso ha sviluppato, per catturare immagini del mondo da prospettive inusuali e mozzafiato.
Questo metodo, precursore dell’uso dei droni, gli consente di immortalare la maestosità dei paesaggi e l’impronta dell’attività umana su di essi, creando così immagini che conferiscono un nuovo significato alla realtà ritratta e amplificano l’impatto di ogni scatto.
La sua straordinaria padronanza tecnica si intreccia altresì con un’acuta sensibilità verso questioni sociali e ambientali, rendendolo non solo un maestro della fotografia, ma un narratore visivo capace di raccontare il nostro mondo con profondità e complessità.
In “Nutrire il Pianeta”, frutto di oltre un decennio di lavoro, Steinmetz ha attraversato trentasei Paesi e sei continenti per documentare la filiera alimentare globale. Il libro offre dunque uno sguardo completo e coinvolgente sulle sfide, le innovazioni e le contraddizioni della produzione alimentare, creando un ritratto vivente e universale che invita alla riflessione sul futuro del nostro nutrimento e delle risorse del pianeta. Ma entriamo nel vivo della questione.
Un reportage mondiale sulla produzione del cibo
Il progetto “Nutrire il Pianeta” offre una visione globale e approfondita di ogni fase della produzione alimentare, illustrando attraverso immagini evocative il percorso del cibo: dalle coltivazioni agricole alle cucine comunitarie, passando per allevamenti intensivi, mercati e luoghi simbolici di consumo e condivisione.
Ogni fotografia di Steinmetz è il risultato di un’indagine meticolosa e di una comprensione profonda dei contesti sociali, ambientali e culturali che si intrecciano nel complesso sistema alimentare. La sua dedizione emerge chiaramente in ogni scena catturata.
Dalle vaste piantagioni di soia in Brasile e Argentina, che hanno portato alla distruzione di milioni di ettari di foresta pluviale – un ecosistema cruciale per l’assorbimento di CO₂ e per la tutela della biodiversità – ai piccoli appezzamenti del villaggio polacco di Sułoszowa, dove sopravvivono pratiche agricole medievali, Steinmetz documenta l’impatto contrastante delle diverse forme di agricoltura.
L’espansione delle monocolture compromette infatti non solo la capacità di mitigare il cambiamento climatico, ma anche la sopravvivenza di molte specie animali, minacciate dalla distruzione dei loro habitat naturali.
Allo stesso modo, gli allevamenti di bestiame in Australia e negli Stati Uniti, con mandrie di migliaia di bovini che occupano vaste aree, sono ritratti come fonti massicce di emissioni di metano, gas serra che accelera il riscaldamento globale.
Le immagini del “fotografo volante” sottolineano come la crescente domanda di carne, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, alimenti un ciclo che compromette la sostenibilità ambientale.
Il lato oscuro dell’industria alimentare
In Cina, Steinmetz documenta, poi, una realtà industriale di proporzioni colossali, introducendoci in un impianto di lavorazione avicola che produce centinaia di migliaia di polli al giorno. Le sue immagini mostrano la straordinaria efficienza della catena di produzione, in cui gli animali vengono trasformati in “capi” destinati all’esportazione e al consumo interno, a ritmi impressionanti.
Tuttavia, questo simbolo di produttività rivela anche il lato oscuro dell’industria alimentare: le condizioni spesso disumane degli animali e l’assenza di criteri etici nella gestione degli allevamenti intensivi. Questi impianti cinesi rispondono infatti alla crescente domanda di proteine di una popolazione in aumento, ma sollevano questioni urgenti sull’impatto etico e ambientale di un sistema così meccanizzato e alienante.
Proseguendo il viaggio, Steinmetz ci conduce in India, dove il cibo assume una dimensione profondamente spirituale e sociale. Al Tempio d’Oro di Amritsar, il fotografo immortala, ad esempio, la cucina comunitaria più grande al mondo, che ogni giorno offre pasti gratuiti a migliaia di persone, indipendentemente da casta, religione o status sociale.
Questo luogo, alimentato da donazioni e dalla generosità dei volontari, rappresenta un potente contrasto rispetto agli scenari di produzione industriale: qui il cibo diventa un atto di solidarietà e un diritto fondamentale.
“Nutrire il Pianeta” diventa così un viaggio visivo che non solo denuncia gli eccessi e le storture del sistema alimentare globale, ma celebra anche la resilienza delle tradizioni e la bellezza delle comunità che riconoscono nel cibo non solo una risorsa, ma un valore universale.
L’impatto sociale e le contraddizioni della filiera alimentare
Come accennato, “Nutrire il Pianeta” non si limita a esplorare gli aspetti ambientali, ma getta luce anche sulle profonde contraddizioni sociali del sistema alimentare.
Le immagini catturano l’ineguaglianza nella distribuzione delle risorse alimentari: mentre in alcune zone si praticano forme di agricoltura ad alta tecnologia per massimizzare la resa, in altre comunità, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, la gente coltiva per sfamarsi con metodi tradizionali e spesso inefficienti.
Steinmetz fotografa queste realtà con occhio critico, ricordando che milioni di persone nel mondo soffrono la fame, mentre altre si trovano immerse nell’abbondanza.
In questo contesto, il libro ci porta anche all’interno dei magazzini del formaggio Parmigiano-Reggiano a Reggio Emilia, in Italia, un vero e proprio “fortino” del cibo dove migliaia di forme stagionano per oltre un anno. Le sue immagini, oltre a essere un tributo alla tradizione gastronomica italiana, sollevano interrogativi sull’accessibilità economica dei prodotti di alta qualità, spesso destinati ai mercati di nicchia e non disponibili a una vasta fetta della popolazione mondiale.
Un messaggio di sostenibilità per il futuro
Attraverso le sue fotografie, Steinmetz trasmette un messaggio incisivo: per nutrire il pianeta senza comprometterne l’equilibrio, è fondamentale ripensare radicalmente i nostri modelli di produzione e consumo alimentare.
Nell’ultimo capitolo, approfondisce il futuro dell’agricoltura attraverso biotecnologie emergenti, che potrebbero rivoluzionare il settore, rendendolo più sostenibile. Le fattorie verticali, per esempio, emergono come una soluzione all’avanguardia, capace di ridurre significativamente l’impatto ecologico delle colture tradizionali.
Utilizzando una quantità di acqua e terreno drasticamente inferiore rispetto ai metodi convenzionali, queste strutture consentono infatti di coltivare ortaggi e altre piante su più livelli, ottimizzando lo spazio nelle aree urbane e riducendo la necessità di disboscare per fare spazio alle coltivazioni.
Già diffuse in molte città asiatiche, le fattorie verticali rappresentano una promettente risposta alla crescente domanda di cibo nelle metropoli densamente popolate.
Altra innovazione consiste poi nell’agricoltura di precisione, che sfrutta dati e strumenti avanzati come droni e sensori per ottimizzare l’uso di risorse come acqua e fertilizzanti, migliorando l’efficienza e riducendo gli sprechi.
Inoltre, l’autore esplora l’utilizzo dell’allevamento di insetti, una fonte alternativa e sostenibile di proteine che richiede risorse minime rispetto all’allevamento tradizionale.
Un libro di grande spessore
Ad arricchire il libro, i testi di Joel K. Bourne Jr., noto per i suoi studi su sostenibilità e sicurezza alimentare, che forniscono un’analisi dettagliata dei problemi legati alla produzione e distribuzione del cibo.
Mentre l’introduzione di Michael Pollan, autore di spicco nel campo dell’alimentazione consapevole, invita il lettore a riflettere su come le nostre scelte individuali possano influenzare il sistema alimentare globale.
Con questa sinergia tra immagini e testi autorevoli, Steinmetz offre un’opera che va oltre la semplice documentazione: pone le basi per una riflessione profonda e concreta su un sistema alimentare più equo e sostenibile.
In definitiva, Nutrire il Pianeta è molto più di un libro fotografico: è un’opera che ci spinge a interrogarci sul nostro ruolo all’interno della filiera alimentare globale.
L’edizione italiana, pubblicata da Apogeo è disponibile in libreria e online.
Fonte
National Geographic