IL 20 MAGGIO RICORRE LA GIORNATA MONDIALE DELLE API. PER CONTRIBUIRE ALLA CONOSCENZA E ALLA TUTELA DEGLI INSETTI IMPOLLINATORI, OGGI PIÙ CHE MAI MINACCIATI, UN GRUPPO DI STUDIOSI È IMPEGNATO IN RICERCHE A ROMA, IN SARDEGNA E NELLA FORESTA AMAZZONICA
Si definiscono insetti pronubi quegli insetti impollinatori che sono in grado di trasportare il polline da un fiore all’altro.
Essi garantiscono la formazione dei frutti e la propagazione delle piante. L’ape mellifera è considerata l’insetto impollinatore per eccellenza, tant’è che è anche la protagonista della Giornata Mondiale delle Api.
Ma anche le restanti api selvatiche non produttrici di miele e gli altri impollinatori sono importanti perché da essi dipendono sia le specie vegetali degli ecosistemi naturali sia quelle dei sistemi agricoli.
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Cosa dicono WWF e Greenpeace
Secondo il WWF, dalle api e dagli altri insetti impollinatori, come vespe, farfalle, falene e coleotteri, oltre 20mila specie, dipende un compito indispensabile: quello dell’impollinazione.
Da questo, infatti, dipende quasi il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore e l’80% delle piante che producono cibo e prodotti per il consumo umano, pari al 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico stimato ogni anno di oltre 153miliardi di euro a livello globale e 22miliardi di euro in Europa.
Per Greenpeace, questa primavera oltre 12milioni di api sono scomparse nel nulla. Questi insetti hanno lasciato i loro alveari in cerca di polline e nettare per la sussistenza della colonia e la produzione di miele ma non vi hanno fatto più ritorno, denunciano gli apicoltori.
Le cause sono da ricercare sì nei trattamenti con diserbanti di attività agricola per gli allevamenti intensivi. Ma un altro motivo ormai rilevante è da ricercare nei cambiamenti climatici che causano siccità e inondazioni con gravi danni all’habitat.
Insetti impollinatori, ecco lo studio
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) sottolinea che a scala globale più del 40% delle specie di insetti impollinatori rischia di scomparire.
Le cause sono il degrado e la frammentazione degli habitat, gli effetti dell’agricoltura intensiva, i cambiamenti climatici e la presenza di nuove specie competitrici e parassiti esotici.
Per contribuire alla conoscenza e alla tutela delle specie presenti nei diversi habitat, alcuni ricercatori sono impegnati nello studio degli insetti impollinatori.
Il gruppo, guidato dal prof. Andrea Di Giulio svolge ricerche sul territorio nazionale, in ambienti antropizzati, come la città di Roma e la sua periferia rurale.
Non solo, sono prese in considerazione anche le cosiddette aree “hotspots” di biodiversità a scala mondiale, come la Foresta Amazzonica del Perù.
«Per la salvaguardia degli impollinatori – spiega il prof. Andrea Di Giulio, entomologo del Dipartimento di Scienze Roma Tre – sono imprescindibili gli inventari faunistici e i monitoraggi. Il Dipartimento è impegnato nell’allestimento di una collezione entomologica sugli impollinatori nel Museo di Zoologia di Roma Tre e su uno studio di ecologia funzionale».
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