venerdì, Settembre 13, 2024

Non solo vino: Aglianico e Falanghina per combattere il mesotelioma

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Una nuova speranza per gli ammalati di mesotelioma, rara ma molto grave forma di tumore maligno, che colpisce quanti sono stati esposti alle fibre di amianto

Aglianico e Falanghina potrebbero  bloccare la crescita di cellule di mesotelioma

Uno studio di ENEA, CNR e Università “Federico II” di Napoli (UNINA), ha dimostrato che Aglianico e Falanghina, due varietà di vite caratteristiche della Campania, potrebbero essere in grado di bloccare la crescita di cellule di mesotelioma e di migliorare l’effetto delle terapie farmacologiche standard (chemioterapia) utilizzate per il trattamento di questo tumore maligno.

Aglianico e Falanghina
Vinaccioli (semi) di uva Falanghina

«Dato che il mesotelioma mostra elevata chemio-resistenza – affermano Gianfranco Diretto del Laboratorio Biotecnologie ENEA e Riccardo Aversano del Dipartimento di Agraria dell’UNINA -, lo studio di nuovi approcci terapeutici basati sull’uso di sostanze estratte dai vinaccioli in combinazione con chemioterapici può rappresentare un nuovo strumento adiuvante nella lotta contro questa forma tumorale, soprattutto in considerazione della assenza di citotossicità nei confronti delle cellule sane».

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale “Journal of Functional Foods”.

Una rara neoplasia che colpisce il mesotelio

Il mesotelioma è una rara neoplasia che colpisce il mesotelio, il tessuto che riveste gran parte degli organi interni.

«Nonostante la rarità di questa malattia associata all’esposizione alle fibre di amianto – ha evidenziato Stefania Crispi del CNR -, l’incidenza del mesotelioma aumenta nel mondo del 5,4% l’anno e la diagnosi è spesso tardiva, sia a causa della sintomatologia simile a quella di molte altre malattie, sia perché il tumore si sviluppa dopo un lungo periodo di latenza»: dai 20 ai 40 anni.

L’Amianto, dal greco “amiantos”, incorruttibile, oppure asbesto, dal greco “asbestos” inestinguibile, ribattezzato Eternit è stato utilizzato in più di 3mila applicazioni, dalle tettoie alle tubazioni per l’acqua, come isolante termico, per esempio.

L’utilizzo e il trattamento dell’amianto produce un pulviscolo le cui fibre, in media di diametro inferiore a 0.25 μm (1 μm – micrometro – cioè 1 millesimo di millimetro) e di lunghezza maggiore 8 μm, se inalate o ingerite, si depositano all’interno dell’organismo umano: nel caso di mesotelioma maligno pleurico, nella pleura e nei polmoni.

Aglianico e Falanghina
Dai vinaccioli delle uva di Aglianico e Falanghina una cura per il mesotelioma

In particolare, dagli studi dell’ENEA volti a caratterizzare gli estratti metabolici ottenuti da bucce e vinaccioli delle due varietà di vite campane – scelte anche in considerazione di una possibile valorizzazione di questo scarto dell’industria vitivinicola -, è emerso che «soprattutto i semi di Aglianico sono molto ricchi in proantocianine (speciali molecole dalle spiccate proprietà antiossidanti), che sono in grado di indurre nel mesotelioma meccanismi di apoptosi, cioè di morte cellulare, anche nei casi di linee tumorali che mostrano farmaco-resistenza».

L’indagine molecolare condotta dall’equipe di genetisti del Dipartimento di Agraria dell’UNINA ha evidenziato «una elevata attività dei geni associati alla biosintesi delle proantocianidine. In accordo con i dati sui metaboliti, l’espressione di tali geni è apparsa fortemente influenzata dal tessuto (maggiore nei vinaccioli anziché nelle bucce) e dal vitigno (superiore in Aglianico rispetto a Falanghina)».

Una precedente ricerca del CNR di Napoli volto allo studio dell’efficacia di un trattamento combinato di un antinfiammatorio con un chemioterapico, «aveva evidenziato in specifiche cellule una marcata resistenza ai farmaci che ne limitava pesantemente l’efficacia. Queste stesse cellule sono ora risultate sensibili al trattamento con gli estratti di vinaccioli».

Numero verde ONA

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