«Condividere una serie di proposte da rilanciare al Governo».
Grande partecipazione ell’evento No Triv di Bari
Così Michele Emiliano, all’apertura dell’incontro con i rappresentanti di Regioni, Comuni e associazioni ambientaliste che hanno promosso il referendum No Triv del 2016, dopo il decreto con cui il ministro Di Maio (M5S) ha concesso tre permessi di prospezione petrolifera nel mar Jonio, due contigui sotto Santa Maria di Leuca in Puglia, il terzo sotto Crotone in Calabria e per il quale lo stesso Di Maio ha annunciato un “emendamento blocca trivelle”.
L’appuntamento, voluto dal presidente della Regione Puglia, che si è tenuto lunedì 14 gennaio a Bari, nella Fiera del Levante, ha riscontrato la totale unanimità di dei partecipanti.
Emiliano ha ricordato che nel governo attuale ci sono componenti politiche che hanno partecipato al referendum No Triv. Sia la Lega, sia il Movimento 5 Stelle avevano dichiarato di essere favorevoli all’abrogazione delle leggi che consentono le ricerche petrolifere nei nostri mari.
«Quindi abbiamo la ragionevole aspettativa che questo governo sia particolarmente sensibile ad andare oltre i limiti che il movimento No Triv ha trovato nei confronti dei precedenti governi», ha detto il governatore pugliese, augurandosi che tutti insieme si possa trovare una serie di proposte per poter definitivamente chiudere questa vicenda, «che si ripropone ogni volta che un governo viene varato. Perché sembra quasi che queste lobby, ogni volta che qualcuno si sieda sulle poltrone del MISE o del ministero dell’Ambiente, ci riprovino come dei serpenti tentatori per farci dimenticare o per farci abbassare la guardia nel nostro lavoro».
La riunione di lunedì 14 gennaio, ha continuato Emiliano, è servita a dire che «non abbassiamo la guardia, che vogliamo rilanciare e, soprattutto, che questo movimento è un movimento orizzontale, fatto di istituzioni, associazioni e popolo e che la guardia non la abbasserà mai».
La difesa del mare è un tema che è nell’intimo di ogni persona, quindi la sospensiva del governo per le trivellazioni è un argomento che fa piacere a tutti, «è una cosa di buon senso e noi stiamo ricordando a questo governo, come abbiamo fatto ai precedenti, che il buon senso deve sempre prevalere».
«Dobbiamo collegare la sospensiva delle ricerche petrolifere a un atto più importante che si chiama Piano delle aree», ha chiosato l’ospite. Il “Piano delle aree” è il piano di ricerca effettivo del petrolio nel nostro Paese ed è necessario fare in modo che fino a quando non sia definito, non ci siano più concessioni di permessi di ricerca.
La Basilicata è la regione più devastata dall’eccessivo sfruttamento del territorio, sia a terra, sia in mare, quindi è stato posto l’accento sulla tutela dell’ambiente lucano.
La regione Calabria ha polemizzato, posizione da tutti condivisa, sull’utilizzo dell’Air Gun – bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica, in particolare a cetacei e delfini – per le prospezioni petrolifere quindi è giunto «il momento nel quale le due forze di governo, M5S e Lega, entrambe da sempre contrarie all’utilizzo dell’Air Gun varino immediatamente un provvedimento di legge che ne vieti l’utilizzo».
Nel corso dell’incontro è stata formulata anche l’ipotesi della creazione di un’”Agenzia del mare”, che documenti il fatturato della Blue Economy, di tutte le attività legate al mare e che hanno un peso economico come turismo, bellezza, pesca, itticoltura.
Un peso economico «secondo noi immensamente superiore a quelle sciocchezze che sono il guadagno che l’Italia riceve dalla ricerca del petrolio e che viene da royalties, che sono peraltro tra le più basse al mondo», ha concluso Emiliano.
Quanto conseguito nei lavori odierni sarà raccolto in un documento da presentare alla Conferenza Stato Regioni, dove tutti i presidenti delle Regioni definiranno col governo sia il “Piano delle Aree”, sia il provvedimento di sospensiva delle ricerche petrolifere in mare.
Il testo dell’emendamento, definito “blindatissimo”, non è stato ancora reso disponibile
Ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo Economico, della Regione Puglia, Mino Borraccino. «Ma se si tratta soltanto di congelare il rilascio di circa trentasei autorizzazioni, compresi i permessi rilasciati nel mar Jonio, per tre anni, c’è da temere che le compagnie Oil&Gas abbiano la meglio nelle impugnative, che con ogni probabilità solleveranno davanti al TAR».
Motivo, questo, per cui, tutti i soggetti associativi e istituzionali presenti all’incontro di Bari «hanno concordato di resistere e di rilanciare le battaglie ambientaliste sia a livello di mobilitazione di massa, sia a livello istituzionale, creando un coordinamento permanente e/o un’agenzia interregionale che dia un carattere unitario alle iniziative di contrasto».