martedì, Febbraio 11, 2025

No maltempo. Chiamatelo col suo nome: crisi climatica!

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#FRIDAYSFORFUTURE MOBILITATI IN TUTTO IL PAESE. L’ITALIA COLPITA DA BOMBE D’ACQUA E ALLUVIONI. C’È CHI CONTINUA A CHIAMARLO MALTEMPO MA NOI VOGLIAMO CHIAMARLO COL SUO NOME: CRISI CLIMATICA

Rispetto ai livelli preindustriali la temperatura media del Pianeta è aumentata di 0,98 °C. Gli scienziati affermano che, secondo le osservazioni dal 2000 a oggi, le previsioni sono che tra il 2030 e il 2050, in mancanza di interventi, la temperatura sulla Terra potrebbe aumentare di 1,5 °C.

Nel 2050 in Italia, in media il termometro segnerà 2 °C in più rispetto a oggi. Nella zona alpina il termometro potrebbe superare anche i 5 °C. E lo stesso in alcune aree del Meridione, già minacciate dalla desertificazione. In Sicilia, per esempio, il caldo torrido in estate potrebbe superare spesso i 50 °C.

E le già scarse risorse idriche, come pure in Basilicata e Calabria cederanno alla siccità. In tutte le altre regioni, invece, le piogge, comunque meno frequenti, colpiranno il territorio con bombe d’acqua.

crisi climatica

L’Italia messa in ginocchio dalle alluvioni

“C’è chi lo chiama maltempo ma noi vogliamo chiamarlo col suo nome: crisi climatica”, affermano in una nota i #FridaysForFuture. “È arrivata anche alle nostre latitudini e non possiamo più ignorarla”.

Abbiamo assistito, impotenti, alla grave alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. Morti, sfollati, paesi distrutti, strade bloccate. “Sono disastri dei quali dobbiamo assumerci la responsabilità”, affermano gli ambientalisti.

“I governi devono agire e farlo subito: stop ai combustibili fossili e all’emissione di gas serra e sostanze inquinanti, basta trivellazioni e cementificazione”.

crisi climatica

#FridaysForFuture mobilitati in tutto il Paese

I giovani attivisti per il clima si sono mobilitati in tutto il Paese con striscioni e cartelloni per ribadire un concetto fondamentale: “Dopo la tempesta, arriva la quiete, che non è calma ma fatica, rabbia e bisogno di ricostruire. Arriva il momento di rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani. Centinaia di persone stanno tirando fuori dal fango i propri affetti personali: sedie, scarpe, biciclette, libri, fotografie…”

crisi climatica

Da questo fango emergerà una speranza nuova

“Non possiamo restare a guardare, non ci riusciamo. Ci uniamo alla rete di volontari che stanno prestando soccorso a tutte le persone colpite, aiutando a rimuovere l’acqua sporca dalle strade e far riemergere qualche spiraglio di normalità.

Ma nulla di ciò che è accaduto è normale, l’estremizzazione della crisi climatica ha stravolto le nostre vite, e ci impone di non ignorarla più.

Da questo fango emergerà una speranza nuova, arderà la voglia di giustizia, si scatenerà ulteriore tempesta”.

Numero verde ONA

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