Nel tentativo di indurre sia le multinazionali del petrolio sia il governo a sospendere le concessioni di progetti che rischiano di compromettere il nostro ecosistema marino, gli ambientalisti, in occasione della tappa di Goletta Verde a Polignano a Mare (BA), hanno organizzato un flashmob.
Un nuovo progetto Legambiente per fermare la corsa al petrolio
Contro la corsa al petrolio e all’utilizzo dell’airgun per la ricerca di idrocarburi, Legambiente ha promosso, insieme con una rete di associazioni internazionali, una giornata di mobilitazione contro le fonti inquinanti.

Le fonti fossili sono la principale causa del riscaldamento globale, dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento dei nostri territori. I produttori dei derivati del petrolio ricevono finanziamenti dallo Stato – l’Italia versa al settore Oil&Gas oltre 16 miliardi di euro attraverso sussidi diretti e indiretti – e molte aziende investono nel settore.
L’utilizzo di fonti da energia rinnovabile, di contro, procede a piccoli passi – in molte regioni manca un piano per lo sviluppo di queste nuove tecnologie -, coprendo il 17,4% dei consumi totali nazionali e il 32% di quelli elettrici. Una crescita poco rilevante, ancora lontana dagli obiettivi climatici e di decarbonizzazione prefissati per il 2050.
«Urge avviare al più presto una transizione energetica – ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -, dove rinnovabili, efficienza e mobilità sostenibile, accompagnate da reti elettriche intelligenti, materiali innovativi e sistemi di accumulo, siano il perno non solo di un sistema energetico più sostenibile e democratico, ma anche la nuova leva di uno sviluppo economico in grado di portare vantaggi ai cittadini e ai territori».
È aradossale – affermano gli ecologisti – che ancora in regioni come la Puglia, dove le potenzialità del solare potrebbero ridurre notevolmente tutti i consumi di gas e petrolio. Legambiente mette in evidenza “tutti quei progetti anacronistici che bloccano l’innovazione energetica, non rappresentando nessun vantaggio né per la regione Puglia, né per l’intero sistema Paese”. La produzione di petrolio e gas in Puglia, tra estrazione a terra e a mare, nel 2017, ha coperto rispettivamente lo 0,3% e lo 0,2% del fabbisogno del nostro Paese. “Numeri certamente poco rilevanti, ma che nei territori e nei mari interessati dai progetti di trivellazione portano a rischi ambientali importanti”, commentano gli ambientalisti.
Tuttavia la domanda di petrolio non si è mai fermata e tredici compagnie hanno fatto richiesta di ricerca e prospezione, per nuove aree (2.412,44 kmq per la terraferma e 29.801,55 kmq per il mare).
Un primo passo in avanti per porre un freno alle ricorrenti attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi nei nostri mari, è stato fatto con l’approvazione, dello scorso marzo in Consiglio regionale, della mozione per la reintroduzione del Piano delle Aree, abrogato dallo Sblocca Italia.

«La Puglia con i suoi quasi 44mila impianti da fonti rinnovabili diffusi in tutti i Comuni, che producono 9.940 GWh/anno di energia pulita – ha illustrato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -, può realmente contribuire a traghettare il nostro Paese verso la decarbonizzazione. È importante poi che anche altre Regioni italiane si mobilitino seguendo l’esempio della nostra regione».
Un tavolo regionale istituzionale permanente sul mare e sulla blue economy è stato chiesto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che è intervenuto al Flash Mob #NoOil di Goletta Verde di Legambiente per dire stop alle trivelle e ai sussidi alle fonti fossili, cui hanno preso parte anche e i sindaci pugliesi premiati con le 5 vele della Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano – e lanciato la petizione #NoOil, indirizzata al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.
«Abbiamo preso una posizione chiara, netta – ha affermato il governatore della Puglia – e adesso vogliamo che il nuovo governo elimini tutte le concessioni di trivellazioni nel mare Adriatico e Ionio, in coerenza con ciò che le forze politiche che oggi lo costituiscono hanno sempre detto».
L’imbarcazione ambientalista, con il suo viaggio lungo l’Italia, ha lanciato la petizione #NoOil per fermare il business del petrolio e chiedere al ministro dello Sviluppo economico di cancellare tutti i sussidi ancora oggi garantiti alle fonti fossili e di mettere in campo una rottamazione delle fonti energetiche inquinanti.