lunedì, Gennaio 13, 2025

“La neve di oggi è l’acqua di domani”. Una soluzione per gestire la crisi idrica

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ANCHE CONOSCERE LA QUANTITÀ D’ACQUA CONTENUTA NELLA NEVE SERVE A GESTIRE LA CRISI DELLE RISORSE IDRICHE. SPECIALMENTE ALLA LUCE DEGLI IMPATTI CHE IL CLIMATE CHANGE HA SU DI QUESTE

La neve che si accumula in inverno è tutta acqua che useremo in estate. Una fonte suppletiva fondamentale, quindi, contro la crisi idrica.

Come riportato da Non Solo Ambiente, infatti, la risorsa idrica nivale è importante per gestire la scarsità d’acqua, provocata dal climate change.

E, conoscere i dati dei quantitativi di neve stimati in Italia, può ulteriormente aiutare a gestire questa carenza. Essi sono riportati nel recente studio IT-SNOW, pubblicato sulla rivista scientifica Earth System Science Data, che ne attesta l’evoluzione, negli ultimi dodici anni.

Lo studio svolto dalla Fondazione CIMA

Francesco Avanzi, della fondazione CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale), ente di ricerca sulla mitigazione dei rischi da disastro ambientale (ad esempio frane o inondazioni), ha coordinato questo studio.

Come spiegato da Avanzi, «l’analisi è basata sull’integrazione tra dati raccolti a terra dai molteplici enti che si occupano di neve a livello nazionale e immagini satellitari. Modelli fisici che consentono di stimare non solo la presenza di neve, ma anche il suo spessore e quindi la quantità d’acqua contenuta. Producendo, così, mappe giornaliere a scala nazionale».

Per la prima volta, dunque, sono disponibili informazioni omogenee, relative a tutto il territorio nazionale, utili per conoscere in tempo reale, l’andamento della presenza della risorsa neve.

«Una delle risorse strategiche più importanti per il nostro Paese – osserva il ricercatore – in un contesto di crisi idriche sempre più frequenti, indotte dalla crisi climatica».

L’esperienza in Valle d’Aosta

Un importante contributo allo sviluppo del modello deriva anche dall’esperienza maturata in Valle d’Aosta. Zona in cui la ricerca sulla modellazione della risorsa idrica nivale è iniziata oltre dieci anni fa e ha raggiunto grandi risultati.

Come spiega Arpa Valle d’Aosta, anche coinvolta nella ricerca, «è stata una importante intuizione del gruppo di lavoro che comprende Fondazione CIMA, ARPA Valle d’Aosta, CVA e il Centro Funzionale della Regione Autonoma Valle d’Aosta».

Lo studio ha permesso ai ricercatori di sviluppare competenze innovative e testare metodi accurati per arrivare a quantificare, nel modo più preciso possibile, lo stato dei nostri serbatoi d’acqua.

«E ha consentito di avere a disposizione una catena di raccolta dati in campo e analisi, utili per aggiornare l’evoluzione della risorsa idrica nivale. Ora ci troviamo ad avere uno strumento fondamentale che contribuisce a gestire i sempre più frequenti anni di siccità, come sembra purtroppo essere anche il 2023».

I dati di IT-SNOW

A proposito di siccità, i dati di IT-SNOW mostrano un profondo deficit per l’anno in corso, con circa metà risorsa idrica nivale su scala nazionale, rispetto al periodo 2011-2021 (-45%).

Nel bacino del Po, ad esempio, abbiamo un terzo di neve rispetto all’ultimo decennio e circa la stessa quantità rispetto all’anno scorso.

Il fiume ospita la metà della risorsa idrica nivale nazionale e qui il volume di picco della neve può essere anche pari o superiore al 60% della portata annuale. Questo deficit di neve è l’acqua che avremo (o non avremo) in estate.

Numero verde ONA

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