venerdì, Settembre 13, 2024

Morti per lo Stato (immobile)

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UN TERRITORIO FRAGILE E UNA RICOSTRUZIONE SPESSO IRRISPETTOSA DI NORME E VALORI HANNO CAUSATO PER ANNI TANTE, TROPPE MORTI PER LO STATO, INGIUSTE E INGIUSTIFICABILI DI INNOCENTI. UNA REALTÀ DESOLANTE DAVANTI ALLA QUALE, IN FUTURO, DOVRÀ PREVALERE IL SENSO DELLA RESPONSABILITÀ COLLETTIVA. UNA FRANA SI È ABBATTUTA SU CASAMICCIOLA, LA TRAGEDIA DEL PICCOLO COMUNE SULL’ISOLA DI ISCHIA, PERÒ, SUONA COME UN ALLERTA RISCHIO IDROGEOLOGICO IN TUTTO IL PAESE

A caldo scrivo questo editoriale. Con le lacrime agli occhi, per l’ingiustizia subita. L’ennesima morte ingiusta e ingiustificabile di innocenti… Quanti bambini… Che questa mattina, all’alba, sono stati dati per dispersi per poi scoprire che hanno perso la vita con le proprie mamme e papà.

Perché la valanga di fango che si è abbattuta sull’isola di Ischia, causata dalla violenza delle acque piovose, oramai tropicalizzate, non poteva far altro che spazzare via ogni abusivismo dell’uomo. Abusi costruiti su terreni sempre più fragili, dalla facile compromissione di tubi, scoli e canali.

Eppure, mi viene da dire subito che non basta prendersela con la pioggia e con l’uomo. Un uomo avido e ignorante che fa dell’abuso edilizio la misura della propria libertà. No, questa volta non basta. Oggi, dinanzi a questo spettacolo di morte e distruzione, prevale il senso della responsabilità collettiva.

Sono morti di Stato

Sono morti di Stato. Anzi, per lo Stato (immobile). Che non ha saputo e, a questo punto persino non ha voluto, gestire le emergenze e trasformarle in opportunità. Lo scrivo senza mezzi termini. Sono morti per lo “Stato immobile”, rappresentato da una istituzione incapace di dare risposte, di agire, che oggi perde il diritto di piangere i morti.

Diritto già perduto in passato dal Commissario straordinario di Governo per gli eventi sismici sull’isola d’Ischia del 21 agosto 2017. Urge, ancora una volta, l’intervento del Presidente della Repubblica, perché lo Stato è in crisi. E non si tratta solo di crisi ambientale dovuta ai gravi episodi di dissesto idrogeologico, con gravissimi strascichi nel sociale e nel campo economico.

È crisi civile

È crisi civile: come possiamo spiegare al mondo, ai sopravvissuti, alla nostra comunità che un commissariamento in cinque anni non sappia affrontare il pericolo imminente e cogliere l’opportunità di cambiare registro? E ricostruire il territorio che è icona turistica di caratura internazionale? Quanti morti servono in Italia per muovere l’azione amministrativa contro pericoli imminenti? E quanta consapevolezza manca nei percorsi mentali di noi cittadini?

Al tempo del cambiamento climatico dobbiamo inserire nel nostro pensiero quotidiano nuovi diritti. Diritti che, inevitabilmente, si accompagnano a nuovi doveri ambientali. Dobbiamo avere consapevolezza, se non contezza tecnica, che in Italia ci sono altre colline franose, altri abusi edilizi; ed è ora che il commissariamento e gli enti immobili si diano da fare.

Una ipotesi potrebbe essere quella di utilizzare i miliardi del PNRR per abbattere le case abusive. Lo Stato, quindi, poi, provvederebbe a costruire nuovi alloggi per i proprietari delle case abusive abbattute. Così facendo, darebbe anche lavoro ai tanti che usufruiscono del reddito di cittadinanza improduttivamente.

La proposta dell’ONA

Una ipotesi potrebbe essere quella di utilizzare i miliardi del PNRR per abbattere le case abusive. Lo Stato, quindi, poi, provvederebbe a costruire nuovi alloggi per i proprietari delle case abusive abbattute. Così facendo, darebbe anche lavoro ai tanti che usufruiscono del reddito di cittadinanza improduttivamente.

E abbatterebbe i costi, onerosi, relativi a soccorsi, ricerche dei dispersi, spese ospedaliere per i ricoveri dei malcapitati, funerali di quanti hanno perso la vita sotto le macerie o sotto una coltre di fango.

Numero verde ONA

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