Biodiversità: cos’è e come salvaguardarla
Le attività umane non sono solo la causa di inquinamento e rifiuti ma stanno anche cambiando l’habitat naturale, facendo scomparire specie animali e vegetali.
Ciò che viene minacciata è la salvaguardia della biodiversità. Con questo termine si indica la varietà di tutte le forme di vita del nostro pianeta. Ma non riguarda solo il numero di specie animali e vegetali sulla Terra ma anche le loro variazioni genetiche e l’interazione di queste forme viventi all’interno di ecosistemi complessi.
Perché è importante salvaguardare la biodiversità?
Avere un ecosistema in salute non è qualcosa da dare per scontato. Infatti in esso le piante convertono l’energia dal sole, per renderla disponibile ad altre forme di vita. I batteri e altri organismi viventi scompongono la materia organica in nutrienti, che rendono il terreno per le piante sano e ideale per la crescita.
Gli impollinatori, invece, sono essenziali per la riproduzione delle piante. Ciò garantisce a noi esseri umani la produzione di cibo, come la frutta.
Infine le piante e gli oceani sono fondamentali per l’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica. Anche il ciclo dell’acqua si basa fortemente sugli organismi viventi.
Quindi la biodiversità è la garanzia per avere aria pulita, acqua potabile, terreni di buona qualità e l’impollinazione delle coltivazioni. In più contrasta il cambiamento climatico e riduce l’impatto dei pericoli naturali.
Quali sono le specie a rischio estinzione?
Tutto è collegato. Gli organismi viventi interagiscono in ecosistemi dinamici. Perciò la scomparsa di una sola specie può avere effetti più devastanti di quanto possa sembrare. Per questo risulta ancora più allarmante la relazione ONU, pubblicata nel 2019, in cui gli scienziati hanno lanciato l’allarme di estinzione per un milione di specie, su un totale stimato di 8 milioni.
Per quanto riguarda l’Europa, l’IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (International Union for Conservation of Nature) ha creato una Lista Rossa delle specie minacciate nel nostro continente. Sono almeno 1677 specie europee su un totale di 15.060 a essere considerate in via d’estinzione.
Le più minacciate sono molluschi d’acqua dolce, lumache, vongole e pesci. A questi si aggiungono oltre metà degli alberi endemici europei, tra cui l’ippocastano, l’Heberdenia excelsa e il sorbo. Inoltre, circa un quinto di anfibi e rettili sono in pericolo. Tra i mammiferi maggiormente a rischio in Europa sono la volpe artica, il visone europeo, la foca monaca del Mediterraneo, la balena franca nordatlantica e l’orso polare. Anche gli impollinatori sono in diminuzione. Infatti una su dieci specie di api e farfalle è a rischio d’estinzione.
Secondo il rapporto dell’IUCN del 2015, in Europa si sono già estinte 36 specie, inclusi molti pesci d’acqua dolce, diverse specie di Coregonus, cioè un tipo di salmone, il fiore Viola Cryana e il mollusco d’acqua dolce Graecoanatolica macedonica.
Quest’ultima specie è una piccola lumaca endemica del Lago Dojran, che si trova tra la Grecia e la Macedonia del Nord. Inoltre, tra i mammiferi, l’uro, un grande bovino selvatico e il prolago sardo, animale simile al coniglio, si sono estinti rispettivamente nel XVII e XVIII secolo.
Salvare le specie a rischio: iniziative dell’Unione Europea
Non c’è tempo da perdere. E l’Europa lo sa bene. Così già si è mossa per salvaguardare le specie più a rischio estinzione. Le attuali misure per migliorare la biodiversità erano state introdotte nel 2010, nel quadro della strategia dell’Unione Europea sulla biodiversità fino al 2020.
Tra queste la direttiva “Uccelli” protegge le 500 specie di volatili selvatici presenti in natura in Europa. Invece la direttiva “Habitat” assicura la conservazione di un’ampia varietà di specie animali e vegetali rare, minacciate o endemiche e circa 200 tipi di habitat rari. “Natura 2000” è la rete di aree protette più grande al mondo, dove si riproducono o stazionano specie rare e minacciate. Esiste anche un’iniziativa per salvaguardare gli impollinatori. Infine, il programma europeo “LIFE” ha svolto un ruolo cruciale nel tutelare due specie in via d’estinzione: la lince iberica e il falco grillaio, un rapace della Bulgaria.
I fattori che minacciano la biodiversità
Ma quali sono i principali fattori che si sono resi colpevoli della minaccia alla biodiversità? Sicuramente la causa determinante è il degrado dell’habitat, provocato da:
- cambiamenti nelle pratiche agricole tramite il disboscamento, monocolture intensive, urbanizzazione e l’abbandono della terra;
- inquinamento;
- espansione delle aree urbane e turistiche;
- la costruzione di dighe, che ostacolano la migrazione di pesci;
- specie aliene invasive, che competono per lo spazio e per le risorse;
- il cambiamento climatico, che costringe le specie a migrare;
- raccolta eccessiva, per esempio tramite la caccia e la pesca.
Data la drammatica situazione, l’Unione Europea è corsa ai ripari. La Commissione europea ha presentato, infatti, una nuova strategia sulla biodiversità per il 2030, per affrontare le principali cause di perdita di biodiversità e stabilire obiettivi giuridicamente vincolanti, sia a livello europeo sia a livello nazionale, attraverso una collaborazione integrata fra autorità locali e regionali.
Strategia dell’Unione Europea sulla biodiversità
Recentemente il Parlamento europeo ha reso nota la sua posizione sulla “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030: riportare la natura nella nostra vita“.
Il fine è assicurare che entro il 2050 tutti gli ecosistemi del mondo siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti.
Per portare a termine questo ambizioso obiettivo l’Unione Europea si è impegnata a:
- proteggere almeno il 30% delle zone terrestri europee (foreste, zone umide, torbiere, praterie ed ecosistemi costieri) e di quelle marine;
- ripristinare almeno il 30% degli ecosistemi danneggiati;
- preservare il 10% almeno di oceani e territori dell’UE, fra cui le foreste primarie e gli altri ecosistemi ricchi di carbonio;
- integrare maggiormente la biodiversità in tutte le politiche, istituendo un obiettivo di spesa nel bilancio a lungo termine 2021-2027 di un minimo del 10%;
- destinare almeno il 25% dei terreni agricoli esistenti all’agricoltura biologica;
- ridurre a livello europeo l’uso di pesticidi.
Inoltre anche l’aumento degli spazi verdi nelle aree urbane può contribuire al miglioramento della salute sia dell’ambiente dei cittadini.
Per questo il Parlamento europeo ha lanciato la proposta di creare una piattaforma europea per le città ecologiche. Tra gli obiettivi vincolanti di questo progetto vi sarà una quota minima di tetti verdi sui nuovi edifici, il sostegno all’agricoltura urbana, la garanzia di assenza dell’uso di pesticidi chimici e la riduzione dell’uso di fertilizzanti nelle aree verdi urbane dell’Unione.
Le proposte dell’Unione Europea per la COP 15
La tutela dell’ambiente e della biodiversità diventa quindi il fine che l’Unione Europea vuole perseguire a tutti i costi e non soltanto nel nostro territorio. Per questo il Parlamento europeo ha definito chiaramente la propria posizione in relazione alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità del 2020, COP 15. Questa, a causa della pandemia di Covid-19, è stata rimandata di un anno e al momento è prevista a Kunming, in Cina, dall’11 al 24 ottobre 2021.
Per arrestare la perdita globale di biodiversità, l’unico modo è che, durante la conferenza, venga stipulato un accordo su obiettivi giuridicamente vincolanti, con scadenze ben precise e chiari indicatori di prestazione, revisione e segnalazione. Solo azioni decise, portate avanti da tutto il mondo, possono contrastare il fatto che meraviglie naturali possano scomparire per sempre.