IL SINDACO DI MILANO GIUSEPPE SALA, CAUSA EMERGENZA IDRICA, HA RESO NOTO CON UN POST SU INSTAGRAM LE DISPOSIZIONI DELL’AMMINISTRAZIONE CITTADINA
«L’emergenza siccità persiste e bisogna prendere provvedimenti – ha precisato il sindaco Giuseppe Sala -… la Regione Lombardia ha decretato lo stato di emergenza idrica fino al 30 settembre e riteniamo giusto fare la nostra parte, adottando un’ordinanza che inviti cittadine e cittadini a ridurre al minimo l’uso di acqua potabile sia di uso domestico che per irrigare prati, giardini privati e pulire terrazzi e cortili.
Disporrò inoltre le seguenti misure emergenziali:
- chiusura di tutte le fontane fatte salve quelle dove sia presente fauna e flora e i laghetti/rogge dei parchi cittadini;
- sospensione dell’irrigazione a spruzzo dei prati e delle aree verdi, eccetto l’irrigazione a goccia che interessa i nuovi impianti di alberi che devono essere preservati.
- Le fontanelle cittadine resteranno aperte, visto le temperature ormai da settimane sopra i 30 gradi e l’arrivo di una nuova ondata di calore.
- Per ridurre i consumi di energia e quindi per abbassare il rischio di blackout si raccomanda di mantenere la temperatura di uffici, negozi, abitazioni a 26 gradi.
- Tutti i negozi dovranno tenere le porte chiuse anche in presenza di lame d’aria e mantenere la temperatura non al di sotto dei 26 gradi.
- Infine ho richiesto l’attivazione dei pozzi geotermici privati con scarico in corpi idrici per aumentare al massimo l’alimentazione di ogni roggia, cavo o colatore».
A Milano l’acqua messa a dura prova dall’architettura e dalle scelte degli archistar
Da questo post si evince che l’acqua è un elemento assolutamente indispensabile alla vita, sia animale sia vegetale, sia degli uomini sia delle piante, sia dei piccoli centri sia delle grandi città italiane.
Essa è nella composizione di tutti gli organi e tessuti, in alta percentuale, da un minimo del 22% al un massimo del 90%.
Ogni essere vivente, presenta, accanto alle altre necessità biologiche e nutritive, un ricambio idrico, quindi deve introdurre, nel tempo e nei momenti necessari, nei suoi tessuti, una quantità idonea di acqua.
Ma oltre a questa funzione biologica fondamentale, l’acqua si rende indispensabile in un’infinità di altri casi che, a Milano, negli ultimi decenni è stata messa a dura prova dall’architettura e dalle scelte degli archistar, specialmente nel centro città.
In ampi luoghi dove c’erano zone verdi e parchi implementabili e ampliabili, oggi ci sono nuove strade, piazze, immobili di varia destinazione d’uso.
Enormi edifici e, non ultimi, i grattacieli, come il “Bosco Verticale” e i grandi edifici intorno a Piazza Gae Aulenti che hanno tratteggiato il nuovo disegno urbano della città. E che, sia per la loro costruzione sia per la loro vita e manutenzione nel tempo, hanno bisogno di un’enorme quantità d’acqua. Sia per la loro vita, sia per la pulizia delle parti superficiali degli edifici, per la maggior parte dei casi, in acciaio e vetro. Cui si aggiunge il lavaggio delle strade, delle piazze e l’irrigazione dei prati, delle aree verdi dei boschi e degli orti urbani intorno ad essi.
Una legge per invitare la cittadinanza a ridurre al minimo l’uso di acqua potabile
A supporto del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e degli 8mila sindaci italiani, a far data dal 25 giugno 2022 è operativa la legge dello Stato.
I primi cittadini, chi più chi meno, sentono la siccità come problema da affrontare non in modo emergenziale ma in modo strutturale.
La legge del 17 maggio 2022 n. 60, all’articolo 12 comma 3, descrive che
“gli impianti di desalinizzazione destinati alla produzione di acqua per il consumo umano sono ammissibili:
- a) in situazioni di comprovata carenza idrica e in mancanza di fonti idrico-potabili alternative economicamente sostenibili;
- b) qualora sia dimostrato che siano stati effettuati gli opportuni interventi per ridurre significativamente le perdite della rete degli acquedotti e per la razionalizzazione dell’uso della risorsa idrica prevista dalla pianificazione di settore;
- c) nei casi in cui gli impianti siano previsti nei piani di settore in materia di acque e in particolare nel piano d’ambito anche sulla base di un’analisi costi benefici”.
E, in sintesi, se necessaria, la razionalizzazione dell’uso della risorsa idrica.
Il mare, risorsa per risolvere il problema idrico in Italia
Esempi oggi esistenti, di desalinizzazione dell’acqua marina, solo per citarne alcuni, sono installati in Israele, Kuwait e Stati Uniti, con la capacità minima di produzione pari a 4200 metri cubi al giorno, per i piccoli centri abitati; sino a 14mila metri cubi al giorno per i centri urbani.
L’Italia è una nazione con una costa lunga 8.300 kilometri lineari. È plausibile che da oggi, con una legge attiva su tutto il territorio nazionale, i sindaci sia delle grandi città come Milano sia dei medi e piccoli centri, in modo autonomo o consorziati, possano affrontare con estrema urgenza e risolvere il problema dell’acqua nel Paese, considerando l’immensa quantità d’acqua marina che avvolge le nostre coste.