DAL 17 AL 23 APRILE, IN CONCOMITANZA CON LA 61° EDIZIONE DEL SALONE DEL MOBILE, MILANO È STATA PROTAGONISTA DELLA SCENA INTERNAZIONALE DEL DESIGN. CROCEVIA DI ARCHITETTI, DESIGNER, SCUOLE E ISTITUZIONI, DESIGN WEEK E FUORISALONE SONO STATE FUCINA DI IDEE E PROGETTI PER IL FUTURO. CON UNO SGUARDO INTERESSATO AI TEMI DELL’ECONOMIA CIRCOLARE E DELLA SOSTENIBILITÀ. ALLA RASSEGNA “ECHOES, 50 YEARS OF iMAESTRI” IN MOSTRA ANCHE LE OPERE DELL’ARCHITETTO OLANDESE GERRIT THOMAS RIETVELD
La sostenibilità è una dimensione mentale. Ogni uomo, ogni donna ha la sua idea della sostenibilità. Gerrit Thomas Rietveld, a mio avviso, è stato uno dei padri della sostenibilità, applicata al Design.
I suoi mobili e la sua personale ricerca, fondata sull’esecuzione diretta e con materiali semplici, primari e naturali, rifacendosi ad appunti propri, schizzi provvisori, utili esclusivamente a sostenere la sua ideazione e interpretazione sperimentale, sono un esempio tangibile della sostenibilità fisica.
I prototipi, da lui realizzati, dello stesso oggetto e diversi tra loro nelle dimensioni e nei materiali, hanno definito una sostenibile e naturale dimensione progettuale degli oggetti. In netto contrasto con il metodo odierno del progetto ideato a priori e con l’ausilio del disegno elettronico e virtuale, molto diffuso nel nostro mondo contemporaneo.
Il suo continuo sperimentare, attraverso la realizzazione di prototipi originali e unici, sia per le dimensioni sia per i materiali usati, poveri, semplici, primari e naturali come il legno in varie essenze e il colore nella composizione ad acqua, ha prodotto oggetti originali. Tra questi, Rietveld sceglieva il migliore, al fine di un’eventuale riproduzione in poche copie, simili tra loro ma uniche, in quanto numerate e prodotte in modo artigianale.
Gerrit Thomas Rietveld
Nella sua attività di ebanista, Gerrit Thomas Rietveld, con semplici schizzi, disegni a mano libera e appunti su carta, è stato uno dei creatori di oggetti per la casa, tra i più sostenibili che io conosca. Dal disegno all’oggetto, sono fondati sostanzialmente su elementi e materiali primari naturali ma, soprattutto, da una ricerca ideale continua. Conservando la sua formazione, quella dell’artigiano ebanista che costruisce mobili per la gente.
La sua cultura affonda le radici nell’arte popolare ma non folclorica e ha prodotto costruzioni elementari nella struttura. Essenziali nella forma, primari nei materiali, con riferimenti a una concezione di Design che rifiuta qualsiasi decorazione o accenno simbologico culturale. Riallacciandosi direttamente al culto Greco delle necessità primarie dell’uomo, nonché alle sue origini protostoriche e primitive.
Il suo modo di pensare l’oggetto, oltreché da ebanista, s’identificò con il pensiero espresso nell’arte della pittura, dell’architettura e della letteratura nel suo periodo storico dando vita, insieme con altri suoi contemporanei al Movimento d’avanguardia De Stijl. Sviluppando un suo linguaggio e un suo pensiero, operando sull’oggetto con lo stesso sistema di segni usato dai pittori e dagli architetti del gruppo.
I suoi mobili affrontano la sostenibilità totale, senza mettere in discussione la logica fondamentale della funzione, con un linguaggio nuovo e diverso. Mobili che appartengono, ancora oggi, alla tradizione della civiltà occidentale, ed espressivi di un significato del tutto inatteso.
I mobili di Gerrit Thomas Rietveld
Sedie, tavoli e armadi, rappresentano oggetti astratto-ideali, anticipatori dei nostri odierni mobili, interni, architettura. Ma le sue sedie, nonostante ciò, restano sedie, i suoi tavoli sono sempre tavoli, che portano in sé nuovi valori semantici, rimanendo nella grande cultura degli ebanisti.
Tra gli arredi mobili, l’architetto olandese predilige la sedia, oggetto che concretizza indubbiamente un’architettura spaziale stimolante, altrettanto ardua da affrontare. Trattando, essa stessa, di una vera e propria architettura in scala ridotta, composta di ritmi, tensioni, piani, strutture, tridimensionalità e dinamica.
Sono strutture spaziali autonome, impostate sul suo modulo tridimensionale a linee cartesiane, in proiezione dinamica e iterativa. Che teorizzano un sistema di tensioni nello spazio libero, che cambia lo spazio intorno a se, provocando quasi un distacco da terra e la soppressione dell’asse statico.
Gerrit Thomas Rietveld ha creato nuovi oggetti mobili e nuove possibilità di viverli. Stimolando contestualmente un nuovo modo dell’abitare in cui la sostenibilità non è dovuta solo all’uso di materiali semplici e naturali. Ma, anche, è soprattutto alla leggerezza del vivere sostenibile e contemporaneo, una dimensioni fisica e filosofica, che può portare la società contemporanea, alla consapevolezza della sostenibilità generale del vivere. Affiancata da un’intelligenza umana leggera e sostenibile.
Bibliografia Essenziale:
Daniele Baroni, I mobili di Gerrit Thomas Rietveld, Electa Editrice, Milano 1977