L’ASSOCIAZIONE CULTURALE BIANCA PILAT HA ORGANIZZATO, A MILANO, LA MOSTRA D’ARTE “MEMORIE FUTURE: GLI ANIMALI CI OSSERVANO TRA RITRATTI E SCULTURE”.
Lo sviluppo di città invivibili, la deforestazione e l’innalzamento climatico hanno modificato le condizioni del nostro pianeta, ma non è ancora troppo tardi per consegnare al futuro gli originari equilibri ormai perduti.
Ci provano gli artisti italiani organizzando mostre a tema, al fine di sensibilizzare le persone sull’importanza della natura.
È questo l’intento di Paola Bartolacci e della sua nuova mostra personale dal titolo “Memorie future”, che si svolge dal 19 febbraio al 5 marzo 2022 nella sede dell’Associazione Culturale Bianca Pilat.
Gli animali protagonisti della mostra
L’esposizione risulta affascinante e coinvolgente, perché l’artista rende nuovamente protagonisti gli animali, il loro mondo e il loro rapporto con l’uomo.
Difatti, al centro della mostra è posto un grande e attualissimo tema che si impone sempre più forte alla nostra riflessione: “la storia di un patto disatteso, il tradimento di un tacito e antico accordo di rispetto tra l’uomo e il mondo animale”.
Con una sequenza vibrante e colorata di ritratti, l’autrice ci propone di vivere un’avventura d’amore ripercorsa nella sua storia millenaria.
E così, in un affollato bestiario, rinoceronti e leoni, tigri e pappagalli, diventano “personaggi” che con i loro sguardi ci trasmettono un’unica sicurezza: la capacità degli animali di perdonare, di essere sempre pronti ad accoglierci anche quando l’uomo commette le più efferate violenze.
È un messaggio di speranza che ci fa guardare al mondo con la forza della vita, nonostante le prevaricazioni dell’uomo.
Il messaggio di “Memorie future”
Gli animali ritratti da Paola Bartolacci sono colorati e realistici, ci guardano con fierezza e dignità. Sebbene siano testimoni di un mondo che la specie umana, sicuramente la più invadente della storia del pianeta, sta portando alla rovina, sembrano lanciare un ultimo appello affinché non si distrugga irrimediabilmente il creato.
Osservandoli attraverso la lente raffinata dello spettatore affascinato, gli animali riescono a trasportarlo in un mondo fiabesco. Metaforicamente, il visitatore si sente un po’ più “piccolo”, schiacciato dal peso dei propri gesti irresponsabili e distruttivi, colpevole di aver infranto l’equilibrio primordiale stabilito con la natura.
Dalla mostra emerge con chiara evidenza la lucida denuncia dell’autrice, ma con altrettanta forza, risulta comprensibile l’invito alla fiducia. È auspicabile, quindi, il recupero di un rapporto d’amore fatto di rispetto, di attenzioni e delicatezze che preserveranno il nostro futuro e quello delle generazioni che verranno.
“L’arte come sostanziale espressione del Creato – ha commentato il presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni – è uno dei temi fondamentali anche del pontificato di Papa Francesco“. Il Pontefice più volte ha chiesto responsabilità e azioni concrete sul clima e sulla tutela dell’ambiente.
“Credo – ha dichiarato in un’intervista il Sommo Pontefice – che ne siamo tutti consapevoli: il male che stiamo procurando al pianeta non si limita più ai danni sul clima, sulle acque e sul suolo, ma ormai minaccia – ha sottolineato Bergoglio – la vita stessa sulla terra”.
Durante la pandemia Bergoglio ha invitato a riflettere “su come l’uso che facciamo di tanti beni materiali sia spesso dannoso per la Terra”. Ha chiesto poi ai fedeli di scegliere stili di vita più semplici e rispettosi del creato”.
Un messaggio forte davanti al consumismo che rode le risorse. Il Pontefice è stato vicino, durante tutta la pandemia, alle vittime e alle loro famiglie. Forte e commovente è stata la sua preghiera in solitudine del 27 marzo 2020. In quella occasione ha baciato i piedi del crocifisso invocando la fine della pandemia e lasciando al mondo un’immagine storica.