Lettera immaginaria del Puer Apulie
Federico descrive alla sua amata i luoghi dove è vissuto e cosa da questi posti lo Stupor Mundi ha imparato.
Introduzione
Memorie di Federico Ruggero di Hohenstaufen è una raccolta frutto della ricerca di Domenico Tangaro. Lo studio dell’architetto è durato tre anni (Domenico Tangaro Arte). L’Imperatore Federico II di Svevia scrive alla sua donna. Nel testo, lo “Stupor Mundi” descrive i luoghi dove egli ha vissuto e cosa ha conosciuto. Federico II è stato un Imperatore di grande cultura. Agli studenti di Napoli e di Bologna, Federico aveva scritto più volte, sostenendo in una solenne occasione che “senza la scienza non si consegue alcuna dignità…”
Le sirene mitologiche
Ero, e lo sono tutt’ora, sensibile alle istanze della scienza, come a quella della tecnica e dell’arte – scrive Hohenstaufen -. Una sensibilità che, in termini assai espliciti, Giovanni da Salisbury mi ha trasferito raccontandomi dell’esplorazione fatta sulle correnti dello stretto di Messina. Qui, vortici famosi presso gli antichi, avevano dato origine a personaggi resi celebri dalla poesia, dalla mitologia e dalla tradizione popolare.
Il planisfero e il libro di geografia di ‘Ibn ‘Abd ‘Allah ‘Ibn Idris
Non fu un caso che, alla mia Corte, ospitai Ibn-Idris. Un eccezionale scienziato e geografo, autore del trattato “Sollazzo per chi si diletta di girare il mondo”. Una carta geografica dell’intero Pianeta incisa su un planisfero con le relative descrizioni.
È la più importante opera geografica che sino a quel momento era stata ideata, disegnata e descritta, costruita sulla base dei trattati di Tolomeo, Claudio e Orosio. La genialità dello scienziato/geografo si manifestò davanti ai miei occhi attraverso la originalissima rappresentazione grafica.
“Sollazzo per chi si diletta di girare il mondo”
Si tratta di una carta di nuova concezione, seppur erede dello schema tolemaico dei sette climi, cui io faccio sovente riferimento a proposito dei luoghi. Assegnando a questa un valore in termini di qualità, dal primo al settimo, egli ha sintetizzato notizie, fornite da esperti appositamente chiamati da vari Paesi. Ibn-Idris fa in modo che le aree abitate della Terra risultassero divise, oltrechè orizzontalmente da sette paralleli, nei sette climi, verticalmente da dieci meridiani. Tanto da formare settanta sezioni.
Le parti della Terra sono descritte anche per quello che attiene la fauna e la flora, la coltivazione dei campi, le razze, le lingue, le religioni e i costumi. Una grande enciclopedia grafica del Pianeta che, come si legge nelle descrizioni allegate: “ …è tonda come una sfera, l’acqua vi si aderisce e vi si posa per inerzia senza staccarsene… e se ne sta immobile nello spazio in virtù della grande velocità…”.
La Terra è tonda
A seguito di questi studi, negli ambienti colti del Regno, iniziò a circolare il principio della circolarità del globo. Principio esposto già da Aristotele, secondo cui la Terra è al centro di una serie di sfere concentriche che costituiscono l’universo.
Il trattato di Ibn-Idris è portavoce di esigenze e mentalità del mondo mercantile islamico. Questo, si fidava e confidava nell’esperienza. Pertanto, avvertii la chiara consapevolezza secondo cui solo attraverso “indagini e scandagli sulla verità dei fatti” e attraverso la diretta consultazione di “esperti che avessero conoscenze sicure in merito ad esperienze di viaggi” sarebbe stato possibile acquisire cognizioni scientifiche superiori a quelle già note.
“L’uomo è intimamente legato all’ambiente fisico in cui vive”
Questa dimensione scientifica ha formato profondamente la mia cultura e quella della mia Corte. Influenzati dall’idea che l’uomo è intimamente legato all’ambiente fisico in cui vive – afferma l’Hohenstaufen -. E da cui non può prescindere, per acquisire una vera conoscenza, attraverso la comprensione dei fenomeni naturali che segnano e condizionano la vita e l’opera. Una conoscenza che apre la via del fare in armonia con i luoghi e i territori.
“Senza la scienza non si consegue alcuna dignità…” Federico II di Hohenstaufen
Nulla è disinteressato nella mia vita. E le ricerche scientifiche di Ibn-Idris non sono state compilate solo per diletto o per puro amore di speculazione intellettuale. Soprattutto fu il mio interesse per la geografia, sostenuto dal desiderio di organizzare il territorio sulla base di una solida conoscenza dell’ambiente, della tecnica, dell’arte, della cartografia e dei nuovi sistemi, per misurare il tempo e lo spazio.
La conoscenza geofisica, per me, era da leggere quale efficace e produttiva risposta del mio Regno verso una visione dell’universo. In cui, la compenetrazione tra cielo e terra era strettissima e univa tutto.
Segue – Parte quinta