mercoledì, Novembre 29, 2023

Mediterraneo, un mare da tutelare

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TUTELARE IL NOSTRO MARE: UNA NECESSITÀ PER L’EQUILIBRIO DEGLI ECOSISTEMI, PER LA NOSTRA SOPRAVVIVENZA E QUELLA DELLE DIVERSE SPECIE MARINE. L’IMPORTANZA DELLE ACQUE DEGLI ARCIPELAGHI PONTINO E CAMPANO. GREENPEACE E OCEANOMARE DELPHIS IN NAVIGAZIONE PER DOCUMENTARNE LA BIODIVERSITÀ

Le acque degli arcipelaghi Pontino e Campano sono da tempo riconosciute come “Important Marine Mammal Area” dall’International Union for Conservation of Nature (IUCN). Questa zona, in particolare, supporta una rilevante diversità di specie di cetacei, ospita habitat cruciali per la sopravvivenza e il recupero di specie minacciate e presenta caratteristiche geomorfologiche (come canyon e montagne sottomarine) che forniscono cibo e condizioni per l’accoppiamento dei mammiferi, il parto e la cura dei piccoli.

Dal 24 giugno i ricercatori di Greenpeace e Oceanomare Delphis si sono recati alle isole pontine. Nelle acque dell’arcipelago di Ponza sono stati avvistati cinque esemplari adulti di tartarughe marine Caretta caretta e un gruppo di oltre venti stenelle striate.Inoltre, un tursiope, un delfino costiero tipico del Mediterraneo e una balenottera comune. 

Per questo Greenpeace chiede che i mari siano protetti. Non solo per il nostro benessere, perché l’acqua è fonte di vita e regola gli ecosistemi, ma anche per tutelare queste specie marine.

«I nostri mari sono popolati da creature magnifiche e straordinarie, devono essere tutelati con una rete efficace di aree marine protette», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. (Clicca qui per vedere l’intervista a Ungherese)

Inoltre, l’associazione, chiede che il Trattato globale sia ratificato prima possibile. «Chiediamo, pertanto, al governo Meloni di ratificare al più presto il Trattato globale per proteggere gli oceani adottato nei giorni scorsi dall’ONU. Un passo necessario per garantire una tutela del 30% dei mari entro il 2030 attraverso il cosiddetto “obiettivo 30×30”».

Come sono state individuate le specie

Le specie che popolano queste aree sono varie. Per identificarle, i ricercatori delle associazioni hanno adottato la metodologia e la strumentazione visiva (macchine fotografiche e droni) e acustica (idrofoni) impiegata abitualmente in questo tipo di monitoraggi.

La nuova petizione di Greenpeace

Proprio per difendere i nostri mari, Greenpeace Italia ha lanciato una nuova petizione. Un appello ai ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e per la Protezione Civile e le Politiche del mare per chiedere un processo rapido di ratifica del Trattato globale sugli oceani.

Attrici e attori della celebre serie televisiva “Mare Fuori” hanno sostenuto con un video l’organizzazione ambientalista, unendosi all’appello per proteggere il Mediterraneo.

Perché le acque sono a rischio? E le regole vengono rispettate?

Sono molti i fattori che minacciano la vita dei nostri mari a cominciare dagli effetti dei cambiamenti climatici fino all’inquinamento da plastica e microplastiche e attività estrattive di idrocarburi. Ma anche la pesca che spesso non rispetta le regole vigenti è diventata distruttiva e selvaggia.

Pesca selvaggia il rapporto FAO


Secondo il rapporto FAO del 2020 sono 5884 pescherecci e la pesca a strascico rappresenta il 39% delle entrate dell’intero settore della pesca nel Mediterraneo. Sono 2024 le imbarcazioni italiane. Nel 2019, secondo la ONG Oceana, l’Italia è il Paese in cui la pesca a strascico negli ecosistemi vulnerabili è stata tre volte superiore agli altri.

“Raschiando il fondale con le sue reti, la pesca a traino falcia habitat cruciali e frantuma i sedimenti marini che immagazzinano CO2, contribuendo così al riscaldamento globale – spiega Nicolas Fournier, direttore delle campagne per la protezione degli habitat presso Oceana –. Uccide inoltre un numero record di specie in via di estinzione, spesso rigettate morte o lasciate morire in mare. Particolarmente tartarughe marine, squali e razze”.

Per questo lo strascico è regolamentato nel Mediterraneo da un complesso mosaico di regole nazionali, Ue e internazionali.

Greenpeece: il Mar Mediterraneo da tutelare

Secondo quanto riportato dall’associazione Greenpeace, dei mari di casa nostra meno dell’1% risulta effettivamente protetto. È necessario tutelare la flora e l’ecosistema marino perché la produzione di ossigeno, il controllo del clima e degli alimenti dipendono dalle nostre acque. E da questo dipende la nostra vita.

La spedizione di Greenpeace “C’è di mezzo il mare” è iniziata a San Felice Circeo dove sono stati ripuliti, in collaborazione con TEAMDIVER, i fondali lungo il porto. Un team di subacquei ha recuperato oltre sei sacchi di rifiuti in plastica raccolti in 40 metri di costa e una quantità notevole di nasse, reti, attrezzature da pesca e altri materiali in plastica.

Numero verde ONA

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