IN UNA GIORNATA DI FINE OTTOBRE SCORSO È STATA ESPOSTA LA NUOVA VISIONE GREEN DELLA CITTÀ DI PESCARA, CHE PREVEDE UN GRANDE PARCO CENTRALE PER RESTITUIRE PERMEABILITÀ AL SUOLO E VIVIBILITÀ AI CITTADINI. CI SONO GIÀ I FONDI PUBBLICI PER REALIZZARE IL GRANDE PARCO E RICONSEGNARE ALLA CITTÀ INQUINATA E CEMENTIFICATA UN GRANDE PATRIMONIO DI NATURALITÀ. MANCA, PURTROPPO, LA VOLONTÀ POLITICA
La città di Pescara in questo momento si trova dinanzi a un bivio. Nel suo perimetro, da trent’anni, un’area dismessa di 13 ettari, gli ex piazzali ferroviari detti “area di risulta”, sta aspettando di diventare un grande parco.
Se fosse realizzato, sarebbe il polmone verde del centro cittadino. Ma ora, la Regione Abruzzo e il comune di Pescara hanno deciso di costruire proprio su quest’area il palazzo degli uffici regionali.
Si tratterebbe di un intervento di grande impatto ambientale, attrattore di traffico in una zona già caotica, un danno enorme per la città.
Il progetto regionale e comunale impedirebbe la realizzazione di un parco centrale. Soprattutto non garantirebbe la permeabilità al suolo, la frescura ai cittadini e un presidio salutare per la qualità dell’aria.
L’impegno di Italia Nostra per il polmone verde di Pescara
Italia Nostra ha chiamato alla mobilitazione le associazioni attive sul territorio. Tante personalità del mondo scientifico e culturale si stanno mobilitando per evitare tutto questo e per offrire una visione nuova ai decisori.
Già trent’anni fa la proposta di un grande parco al posto del ferro e del cemento permise l’acquisto dell’area convincendo l’Amministratore Delegato delle ferrovie.
A fine ottobre, Pescara ha così dato vita a una giornata di dibattiti, incontri scientifici, musica, arte. Una giornata intera per pensare al futuro, con uno sguardo alla storia di quel luogo così maltrattato negli ultimi tre decenni.
Eppure, questo dovrebbe essere il luogo di una rinascita verde della città. Infatti, Pescara ha bisogno di quel mare verde che faccia rivivere il suo cuore, che doni frescura e aria pulita. Necessita che sia restituita al terreno l’acqua piovana, liberandolo dalla crosta d’asfalto.
L’area di risulta deve essere il nuovo “mare verde” della città abruzzese
Costruire nuovi fabbricati per gli uffici della Regione e per i silos dei parcheggi comprometterà la possibilità di dare un nuovo volto a Pescara.
La scelta di accentrare altri uffici direzionali porterà nuovo traffico in centro, aggravando la questione dei parcheggi e soffocando le attività sociali, culturali e commerciali. Invece c’è bisogno di recuperare l’area con un grande parco centrale formato dagli alberi, permeabile all’acqua e produttore di aria buona.
Nel parco prenderebbero vita varie attività e diventerebbe un luogo di incontro, restituendo salute alla città e rilanciando il centro cittadino oggi in crisi.
Mentre in ogni città si delocalizzano uffici, si cercano aree da rendere verdi e vivibili per i cittadini, qui si pensa al contrario.
L’appello Un Mare di Verde per Pescara ha raccolto le adesioni di numerose personalità che sostengono una visione di città fondamentale per il nostro futuro.