PESCA ECCESSIVA, ECONOMIA (IN)SOSTENIBILE E MICROPLASTICHE HANNO MESSO SOTTO PRESSIONE L’ECOSISTEMA E LA BIODIVERSITÀ DEL GRANDE BACINO E LE ATTIVITÀ ECONOMICHE CONNESSE AL MARE NOSTRUM.
Il Mar Mediterraneo costituisce meno dell’1% degli oceani del mondo. Ospita 17mila specie, pari al 10% di tutte le specie marine conosciute. Oltre 150milioni di persone vivono lungo la sua costa e beneficiano dei servizi ecosistemici che fornisce.
Dalla pesca eccessiva allo sviluppo economico insostenibile e alle micro plastiche, il Mar Mediterraneo è sottoposto a una pressione senza precedenti con pesanti impatti sugli ecosistemi marini, la biodiversità insieme a importanti settori economici come la pesca e il turismo.
GenerAzioneMare: campagna del WWF per tutelare il Capitale Blu del Mar Mediterraneo
Scopo della Campagna GenerAzioneMare dell’associazione ambientalista è di unire volontari, ricercatori, pescatori, imprese per difendere specie e habitat marini. Sia con l’espansione di Aree Marine Protette sia stando a fianco della piccola pesca, promuovere un consumo sostenibile di pesce e combattere l’inquinamento. In particolare quello da plastica.
«Dobbiamo urgentemente ripristinare l’equilibrio del Mar Mediterraneo, in modo che le persone e la natura possano continuare a prosperare, insieme», afferma il WWF.
Il Manifesto della Campagna GenerAzioneMare
Nel Manifesto della Campagna, il WWF indica 5 minacce principali:
. pesca insostenibile, oltre il 75% degli stock ittici sovrasfruttato
. rischio per le specie, solo per squali e razze oltre la metà delle specie è nella Lista Rossa IUCN di quelle a rischio estinzione
. cambiamento climatico, l’accelerazione degli effetti è denunciata nell’ultimo report WWF
. plastica. il 90% dei danni provocati dai rifiuti alle specie marine è dovuto alla plastica
. la “corsa all’oro blu”.
Quest’ultima minaccia rappresenta quell’insieme di economie che proliferano a un ritmo irrefrenabile come turismo, sviluppo costiero, trasporto marittimo, acquacoltura, produzione di gas e petrolio ed estrazione mineraria.
«Purtroppo nei prossimi anni, senza regole e gestione responsabili, lo spazio marino sarà insufficiente perché queste attività si possano espandere ulteriormente senza gravi impatti sugli ecosistemi del Mediterraneo».
Ecosistemi marini e costieri sani entro il 2030
L’obiettivo del WWF è quello di rendere gli ecosistemi marini e costieri sani entro il 2030. Pertanto è necessario che le comunità li riconoscano come indispensabili per il benessere umano. Che siano in grado di mantenere economie vivaci e sostenibili
«Per questo è essenziale, ad esempio, una rete di aree marine protette, efficaci ed ecologicamente connesse». Aree marine capaci «di rigenerare la salute degli ecosistemi marini e garantire benefici a tutta la collettività».
Lo spirito della Campagna GenerAzioneMare è anche quello di coinvolgere pure i cittadini nel cercare soluzioni.
«Nel quarto anno di campagna c’è stata una crescita straordinaria di interesse e partecipazione a queste attività, un segnale che fa ben sperare nel futuro del nostro mare e di tutte le specie che lo abitano».
Salvare il “capitale blu” del Mar Mediterraneo
La pesca è una delle economie più importanti nell’area del Mar Mediterraneo. Tra gli obiettivi della campagna del WWF c’è la necessità di garantire che tutti gli stock ittici del nostro mare abbiano piani di gestione a lungo termine. Perché assicurino «la ripresa, con uso di attrezzi più selettivi per ridurre gli impatti sulle specie non target».
Solo nel Mediterraneo, la pesca dà lavoro a 137mila persone. I pescatori artigianali sono la chiave per proteggere le nostre aree costiere, affermano gli ambientalisti. «Fondamentale lottare contro l’illegalità, soprattutto nella pesca a predatori apicali come tonno rosso e pesce spada».
Lavorando con i pescatori è anche possibile difendere le specie chiave della biodiversità mediterranea, come cetacei, tartarughe marine, squali e razze.
«L’obiettivo è eliminare le catture accidentali di queste specie negli strumenti da pesca. Proteggendo le aree più sensibili e monitorando la presenza di specie e il loro comportamento anche grazie alla citizen science».
Anche come consumatori possiamo fare la differenza
Rispetto a cinquant’anni fa il consumo di pesce in Italia e in Europa è raddoppiato ed è quindi fondamentale indicare ai cittadini quali stili di consumo adottare.
Quindi, di conseguenza, indirizzare l’industria ittica verso una trasformazione sostenibile del settore. Nella prospettiva di pescare meno e vendere meglio il proprio prodotto.
Sviluppare le Aree Marine Protette
La Strategia UE 30by30 della Biodiversità post 2020 raccomanda di proteggere entro il 2030 il 30% dei mari europei in modo efficace. Questa sfida diventa l’impegno più ambizioso che il WWF si è posto per il 2021. Cioè incrementare le Aree Marine Protette e l’efficacia della gestione delle stesse. Oltre che dei siti Natura 2000 esistenti.
In uno studio il WWF ha dimostrato, ad esempio, che è possibile rigenerare gli stock ittici e la biodiversità marina proteggendo aree chiave nel Mediterraneo nord-occidentale, Adriatico e Stretto di Sicilia.
«Ma solo attraverso un’economia blu veramente sostenibile si potranno garantire la resilienza degli ecosistemi marini e quindi i benefici sociali ed economici per le generazioni future».
Pertanto è essenziale l’implementazione di un Piano di gestione dello spazio marittimo che garantisca il giusto spazio alla natura, con valutazioni di impatto ambientale strategiche. Questo per evitare, ad esempio, il proliferare di impianti petroliferi ed estrattivi in aree ad alta concentrazione (hot spot) di biodiversità.
Il 2021 sarà anche l’anno in cui si dovranno recuperare i danni provocati dal “ritorno” della plastica nelle nostre abitudini a causa della pandemia.
«Si lavorerà ancora per ottenere un trattato globale vincolante capace di contrastare l’inquinamento marino da plastica, consentire ai pescatori di trasportare a terra i rifiuti pescati, per un conferimento adeguato. Coinvolgere i cittadini in attività di recupero e di lotta al monouso», afferma il WWF.
La Campagna GenerAzioneMare
Protagonisti anche di questa Campagna saranno cittadini, volontari, ricercatori, pescatori, aree protette, imprese, amministrazioni. Questi avranno a disposizione tutta l’estate per prendere le difese di specie e habitat marini.
«Il WWF metterà insieme le loro voci per chiedere aree marine protette efficaci, e un’economia blu che sia veramente sostenibile. Coinvolgerà i pescatori per una migliore gestione della loro attività e promuoverà un consumo più sostenibile di pesce», afferma l’associazione.
Tra le attività sul campo in programma con i volontari oltre cento eventi di pulizia di spiagge e fondali in tutta Italia.
Inoltre, grazie alla community WWF SUB, sarà effettuato il monitoraggio delle tartarughe marine e il recupero degli individui in difficoltà. Con decine di ragazzi e ragazze all’opera.
La citizen science a bordo delle vele delWWF
E poi non mancherà la citizen science, cioè il coinvolgimento di comuni cittadini nel processo della ricerca scientifica.
Infatti, a bordo delle Vele del Panda, quest’anno in collaborazione con Sailsquare, a centinaia di turisti sarà data la possibilità di raccogliere osservazioni e dati su balene e delfini nel corso delle traversate. I dati ricavati saranno utili a comporre un database per contribuire allo studio sui cetacei.