mercoledì, Febbraio 12, 2025

Madagascar, vittima dell’ingiustizia climatica

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Violenti cicloni stanno causando gravi danni in Madagascar

I cambiamenti climatici continuano a essere causa di gravi disastri ambientali, come quelli che si sono verificati in Madagascar. Nell’isola, infatti, solo tra gennaio e febbraio, si sono abbattuti violente tempeste tropicali e ben due cicloni.

Alla fine di gennaio circa 21mila persone sono rimaste senza casa quando la tempesta tropicale Ana ha colpito il Paese. Le vittime causate dal suo passaggio sono state almeno centoquindici, delle quali cinquantotto in Madagascar, trentasette in Malawi e venti in Mozambico.

Il ciclone Batsirai ha poi attraversato la costa sud-orientale dell’isola il 5 febbraio, fino ad arrivare alle isole di Mauritius e La Réunion. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, più di 270mila persone hanno subito l’impatto del ciclone tropicale. Centoventuno sono le vittime e più di 20mila sono le case distrutte.

Scuole e centri sanitari: l’allarme di Zanantsika Onlus

Molte scuole e strutture sanitarie hanno subito gravi danni. L’associazione Zanantsika Onlus, che opera sul territorio, riporta che un edificio scolastico è stato distrutto completamente mentre ventinove sono stati scoperchiati. Sono stati danneggiati case, gabinetti, piante, banchi e materiali scolastici.

L’associazione, il cui nome in malgascio significa “i nostri figli”, è diretta da Claudio Zarantonello e Theodille Bao e opera in quattordici villaggi della tribù Antaimoro. Il suo scopo è sostenere la scolarizzazione dei bambini sul territorio. Dal 1998 ha costruito ben tredici scuole nel territorio rurale vicino a Manakara, sulla costa Sud-Est del Madagascar.

Le sue azioni riguardano anche la costruzione di pozzi, il sostegno alimentare ai bambini orfani e l’ideazione di un programma agricolo e di un turismo etico. Infine Zanantsika Onlus gestisce nel comune di Vohimasina un centro sanitario di base, in cui sono presenti un ambulatorio di visite, una sala parto e un servizio di sostegno ai bambini malnutriti. Proprio qui si sono registrati gravi danni dovuti al ciclone e all’esondazione del fiume. Il centro sanitario è rimasto senza tetto e la pioggia ha danneggiato la strumentazione e gran parte dei medicinali.

L’impatto provocato da tempeste e inondazioni

Ma la furia del vento non si è placata. Dopo il violento impatto del ciclone Batsirai, gli abitanti del Madagascar hanno dovuto affrontare la tempesta tropicale Dumako, che ha colpito direttamente circa 5mila persone lungo la costa nord-orientale.

Infine, a metà febbraio, un altro ciclone tropicale, Emnati, si è abbattuto sull’isola dell’Oceano Indiano. Le raffiche di vento sono state di 148 km/h. Al vento si sono aggiunte mareggiate e piogge torrenziali che hanno causato, secondo l’Ufficio nazionale per la gestione dei rischi e delle catastrofi (Bureau National de Gestion des Risques et des Catastrophes), la distruzione di oltre 12mila abitazioni e quasi 2mila aule scolastiche.

Si stima, inoltre, che il 95% delle infrastrutture idriche sia stato gravemente danneggiato e che queste inondazioni dovute alle tempeste potrebbero aumentare il rischio di sviluppo di malattie, come la malaria.

Il disastro in Madagascar è dovuto ai cambiamenti climatici

Ancora più rilevanti sono gli effetti negativi in campo agricolo. Il Programma alimentare mondiale (World Food Program) ha stimato che il 90% dei raccolti potrebbe essere stato distrutto. Ciò avrà delle gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare nel Paese.

Inoltre l’improvviso stress idrico causato dalle forti piogge impoverisce ancora di più i terreni coltivabili, che patiscono già la grave siccità del territorio, accelerando i processi di desertificazione.

Infatti, come dichiarato dalle Nazioni Unite, il Madagascar ha vissuto negli ultimi quattro anni una riduzione delle precipitazioni tale da provocare la peggiore siccità in quarant’anni e la prima a essere stata riconosciuta come opera esclusivamente dei cambiamenti climatici.

Anche il fenomeno dei cicloni che si sono abbattuti sul Paese conferma, paradossalmente, questo grave disastro climatico. Emnati è il quarto sistema tropicale ad aver toccato terra nel corso della stagione dei cicloni attualmente in corso. Questa è considerata la stagione più tardiva dal 1967, anno in cui si sono iniziate a registrare le intensità degli eventi climatici estremi nell’Oceano Indiano sud-occidentale. Infatti solo il 20 gennaio il Centro meteorologico di La Réunion ha individuato nella tempesta tropicale Ana un sistema sufficientemente forte da dar inizio ufficialmente alla stagione dei cicloni del 2021-2022. Invece, nella stagione 2018-2019 questo periodo ebbe inizio già dal 6 novembre, con la tempesta Alcide.

Tempeste, siccità e carestia in Madagascar

I cicloni distruttivi, le temperature sempre più elevate e le scarse precipitazioni stanno causando la progressiva desertificazione della quarta isola più grande del mondo, portando così alla scomparsa del suo ecosistema unico.

Le conseguenze sono devastanti per la popolazione, che vive per l’80% di sotto della soglia di povertà. Infatti la siccità ha portato con sé la carestia, che, secondo il Programma alimentare mondiale, è di livello cinque, il più alto possibile. La situazione già critica è stata poi peggiorata da eventi meteorologici estremi, come violente tempeste di sabbia che hanno danneggiato i campi e reso impossibile la coltivazione.

Eppure il Madagascar è uno degli ultimi produttori di gas serra al mondo. Con solo lo 0,01% di emissioni di CO2 prodotte, è la vera vittima di una “ingiustizia climatica”.

«Queste persone non hanno fatto nulla per contribuire al cambiamento climatico – ha sottolineato la responsabile della comunicazione del World Food Programme, Shelley Thakral, durante un’intervista a BBC News Africa -. Non bruciano combustibili fossili, eppure stanno sopportando il peso del cambiamento climatico».

L’ingiustizia climatica potrebbe colpire anche altri Paesi dell’Africa meridionale. Per esempio la carestia di cibo potrebbe coinvolgere anche l’Angola, mentre il Mozambico è sempre più devastato da violenti cicloni. Infine, al di fuori dell’Africa, anche le Filippine sono uno tra i Paesi più colpiti dai rischi climatici negli ultimi vent’anni.

Numero verde ONA

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