GAIA OSSIA ORSA JJ4 COME ERA STATA CLASSIFICATA, È SALVA. LO HA DECISO IL CONSIGLIO DI STATO NEL CORSO DELL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI ASSOCIAZIONI ED ENTI DI TUTELA ANIMALE. I GIUDICI HANNO ACCOLTO LA SOSPENSIVA DELL’ABBATTIMENTO PRESENTATA DAGLI ANIMALISTI
L’orsa JJ4, conosciuta anche come Gaia, è stata al centro di una vicenda giudiziaria intensa e controversa. Ma, finalmente, grazie alla decisione della Terza sezione del Consiglio di Stato che ha accolto la sospensiva dell’abbattimento presentata dalle associazioni di tutela animale, Gaia è stata salvata dalla morte imminente.
L’importanza della sentenza del Consiglio di Stato risiede anche nella recente riforma che ha introdotto la tutela degli animali nella Costituzione italiana. L’ordinanza sarà trasmessa al TAR del Trentino per fissare l’udienza di merito.
«Tale interpretazione della normativa – spiegano i giudici, è oggi – l’unica compatibile con la modifica del comma 2 dell’art. 9 della Costituzione». Che recita: “Gli animali sono esseri senzienti e la Repubblica ne promuove e garantisce la vita, la salute e un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche etologiche”.
Per Palazzo Spada «la mancanza di adeguate strutture per l’accoglimento e la gestione di animali “problematici” non può legittimare una misura che viola il principio di proporzionalità e che rischia di autorizzare un uso seriale, indiscriminato della decisione estrema e più cruenta, che deve costituire l’extrema ratio».
La vicenda di mamma Gaia orsa Jj4
L’orsa JJ4, conosciuta anche come Gaia, è finita al centro delle cronache perché segnalata come la responsabile della morte di Andrea Papi. Il 26enne trovato senza vita nei boschi di Caldes, in Val di Sole, in Trentino, nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 di aprile scorso.
All’indomani della tragica morte del giovane runner, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, firma un’ordinanza per la cattura e l’abbattimento non solo di JJ4, ma di tutti gli orsi “problematici” del Trentino.
Questa decisione è stata contestata dalle principali associazioni di tutela animale, tra cui la LAV (Lega AntiVivisezione) e la LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia), che hanno immediatamente impugnato l’ordinanza al Tribunale Amministrativo Regionale di Trento.
Il TAR trentino ha in seguito sospeso la condanna a morte per JJ4, ma il presidente Fugatti ha emesso una nuova ordinanza per la cattura e la reclusione dell’orsa nel recinto del Casteller. Anche questa decisione è stata impugnata dalla LAV e annullata dallo stesso TAR di Trento. Gaia, quindi, ha continuato a vivere libera nei suoi boschi, potendo accudire i suoi cuccioli.
Un passo significativo nella lotta per la tutela degli animali
La decisione del Consiglio di Stato ha, quindi, rappresentato un passo significativo nella lotta per la tutela degli animali. Ha sottolineato l’importanza di valutare attentamente le soluzioni alternative prima di optare per l’abbattimento di animali “problematici”. L’assenza di strutture adeguate, per accogliere e gestire questi animali, non può essere una giustificazione valida per l’uso seriale e indiscriminato dell’estrema ratio dell’abbattimento, si legge nel provvedimento.
Questa sentenza ha un impatto importante non solo su JJ4, ma anche su altri animali etichettati come “problematici” nel Trentino. Incluso MJ5, l’orso ritenuto responsabile di un’aggressione a un uomo in Val di Raggi, la scorsa primavera.
La vicenda dell’orsa Gaia-JJ4 ha suscitato un’ampia attenzione pubblica. Ha messo in luce la necessità di una riflessione seria e approfondita sulla convivenza tra l’uomo e gli animali selvatici nei territori in cui le vite degli uni e degli altri si intrecciano.
Il ruolo delle associazioni di tutela animale è stato cruciale nel garantire la protezione di JJ4 e nel difendere i diritti degli animali.
La LAV ha sottolineato il desiderio «che JJ4 resti libera per poter accudire e far crescere i suoi cuccioli. Non vogliamo che corra il rischio di finire come Daniza, uccisa dal maldestro intervento del veterinario che doveva sedarla».
In conclusione, la vicenda dell’orsa JJ4 ha evidenziato il progresso nella tutela degli animali e la responsabilità sociale di garantire la loro protezione e sicurezza. La decisione del Consiglio di Stato rappresenta un passo avanti nel riconoscimento dei diritti degli animali. Dovrebbe servire come esempio per promuovere ulteriori iniziative e politiche a tutela della biodiversità e degli ecosistemi, nell’interesse delle generazioni future.





