LE LONTRE MARINE CHE POPOLANO LA PARTE NORD DELL’OCEANO PACIFICO, SVOLGONO UN RUOLO VITALE NELLA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE COSTIERO. COME NELLA CANZONE “ALLA FIERA DELL’EST”, LA LONTRA MANGIA IL GRANCHIO STRIATO, CHE A SUA VOLTA MANGIA UN’ALGA MARINA FONDAMENTALE PER LA COESIONE DELLE SPONDE SABBIOSE DELLE PALUDI
Lontre: una famiglia eclettica
Le lontre marine (Enhydra lutris), in quanto membri della famiglia Mustelidae, sono parenti stretti delle donnole e delle faine.
La loro vita è strettamente legata all’oceano, poiché trascorrono la maggior parte del tempo a nuotare e cacciare nelle acque salate. Questi abili nuotatori, dotati di un mantello impermeabile, si ergono come un esempio straordinario di adattamento alla vita marina.
La loro dieta si basa principalmente su crostacei, con una predilezione per i granchi costieri.
Quanto all’abilità acrobatica nella caccia, è decisamente stupefacente: nuotano sott’acqua, sfruttando la loro coda appiattita come propulsore, e catturano prede con una destrezza incredibile.
Ebbene, i granchi costieri, spesso scelti come bersaglio, rappresentano una delizia culinaria per le lontre.
Scopriamo cosa fanno di tanto speciale questi affascinanti animali.
Guardiani delle paludi salmastre
Nell’Elkhorn Slough, palude ed estuario sulla baia di Monterey (California), l’erosione costiera è di circa 30 centimetri all’anno. A provocarla, diversi fattori, tra cui l’innalzamento del livello del mare, conseguenza del cambiamento climatico.
Questa circostanza sta mettendo a rischio la stabilità delle coste e la vitalità degli ecosistemi circostanti.
Le paludi salmastre, sono infatti dei “santuari naturali” per la fauna selvatica.
In questo contesto di vulnerabilità, la lontra marina svolge un ruolo prezioso.
Contribuisce a mantenere intatte le sponde sabbiose del pantano.
E qui entra in scena un altro attore: il granchio striato (Pachygrapsus crassipes), crostaceo che si nutre delle radici di Salicornia pacifica, un’alga marina fondamentale per la coesione delle sponde sabbiose delle paludi.
Cerchiamo di capire meglio…
Un singolare esperimento
Un team di ricercatori, guidati dal coautore dello studio Brent Hughes, ecologo marino della Sonoma State University di Rohnert Park, California, ha esplorato la connessione tra l’attività predatrice delle lontre marine e la mitigazione dell’erosione.
Gli studiosi hanno quindi condotto un approfondito esperimento, escludendo temporaneamente le lontre da alcune aree, per valutare l’impatto diretto del loro ritorno sulla vegetazione e sull’erosione.
Risultato?
Più lontre meno erosione
L’analisi ha svelato un legame sorprendente tra la presenza delle lontre marine e la salute delle sponde paludose.
In quelle aree in cui le lontre potevano cibarsi dei granchi scavatori, i livelli di erosione erano infatti significativamente inferiori rispetto ad altre zone in cui non erano presenti.
Come mai?
Quando i granchi “mangia alghe” vengono ridotti (a livello numerico) per via della predazione delle lontre, le alghe hanno la possibilità di ricrescere.
In un’area dove l’erosione minacciava di divorare 30 centimetri di terreno all’anno, il ritorno del piccolo mammifero ha rallentato drasticamente questo processo, che adesso è di soli 10 centimetri all’anno.
Ma l’impatto positivo non si limita alla flora locale: le lontre favoriscono anche la crescita di alghe marine e alghe giganti, creando un effetto a catena che si estende ben oltre la loro attività di predazione specifica.
«È quasi come se, ovunque vadano, proteggessero la vegetazione», sottolinea con entusiasmo Hughes.
Jane Watson, ecologista della Vancouver Island University di Nanaimo (Canada), ritiene che le lontre marine potrebbero estendere il loro influsso benefico ad altri habitat di paludi salmastre. La Baia di San Francisco, con le sue paludi vulnerabili, potrebbe essere ad esempio il prossimo campo d’azione di queste creature marine, un tempo sull’orlo dell’estinzione.
Utile a questo punto spendere qualche riga sul rischio che hanno corso i protagonisti del nostro articolo.
Il ritorno delle lontre
Nel ventesimo secolo, le lontre marine furono sul punto di scomparire a causa della caccia spietata, legata essenzialmente alla loro pregiata pelliccia. Fortunatamente, la storia di queste creature marine ha preso una svolta positiva grazie agli sforzi congiunti di conservazione.
Cosa che ha portato a un rinnovato equilibrio negli ecosistemi marini.
Oggi, le saline di Elkhorn Slough sono diventate un teatro straordinario per la rinascita delle lontre marine.
Un fattore che, come sottolineano i ricercatori, sulla rivista Nature, produce un effetto positivo sulle dinamiche costiere.
«È straordinario! – afferma con entusiasmo Jane Watson -. Un singolo animale, la lontra marina, può, attraverso la sua predazione, mitigare gli effetti dell’erosione in modo efficace».
Un duplice trionfo
Le lontre marine, oltre a rappresentare un trionfo della conservazione, sono diventate delle vere e proprie “eroine” delle coste salmastre, in grado di ribaltare il destino dell’erosione e ispirare una narrativa di rinnovamento ecologico.
La loro storia è un inno alla resilienza della natura e un richiamo alla responsabilità umana nel proteggere e rispettare la vita selvatica.
Un esempio eloquente di come il ripristino di un singolo predatore possa avere effetti benefici su un intero ecosistema.