lunedì, Marzo 20, 2023

L’INAIL nega indennizzo, la magistratura condanna

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L’INAIL CONTINUA OSTINATAMENTE A NEGARE IL DIRITTO DELLE VITTIME DELL’AMIANTO DI POTER OTTENERE IL GIUSTO INDENNIZZO MA LA MAGISTRATURA CONDANNA L’ISTITUTO AL RISARCIMENTO.  IL TRIBUNALE DI RIETI CONDANNA L’INAIL A RICONOSCERE LA SOMMA DI 200MILA EURO PIÙ UNA RENDITA MENSILE ALLA VEDOVA

«L’ennesimo accanimento dell’INAIL contro famiglie che hanno perso un loro caro, pilastro anche economico, nel non riconoscerne i diritti anche quando il nesso causale non deve essere provato dalla vittima o dalla sua famiglia, perché lo si presume per legge fino a prova contraria». Commenta così, l’avv. Ezio Bonanni l’ennesimo atto di giustizia ai danni dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.

Infatti, il Tribunale di Rieti ha condannato l’INAIL a riconoscere alla sig.ra Monica Diana Darasz (nella foto con il marito), vedova di Mario Nicoletti, operaio di Antrodoco (RI), morto per mesotelioma da amianto. Sette anni dopo la perdita del marito, i giudici hanno riconosciuto alla donna una somma di circa 200mila euro più una rendita mensile.

Nicoletti, deceduto nel 2016, si era ammalato di mesotelioma a causa dell’esposizione diretta all’amianto durante la sua vita lavorativa. Ciononostante, la domanda per il riconoscimento della malattia professionale, è stata rigettata più volte.

La svolta quando la signora Darasz si è rivolta all’Osservatorio Nazionale Amianto e all’avvocato Ezio Bonanni. Il prossimo passo del legale sarà ottenere il risarcimento dei danni sia per la vedova sia per i figli.

Amianto in autostrada

Mario Nicoletti, operaio, nel 1979 ha lavorato come manovale di cantiere stradale per la società I.C.R. srl.  Dal 1979 al 1993 ha lavorato come manutentore idraulico all’ospedale di Rieti, alle dipendenze della Asl locale.

L’avv. Bonanni ha dimostrato che Nicoletti, per tutti il periodo lavorativo, è stato esposto alla fibra killer, poiché sia in campo autostradale sia ospedaliero l’amianto è stato molto utilizzato.

La stessa fatalità si è accanita anche su un collega di lavoro. Roberto Lucandri, deceduto a causa della stessa patologia ha poi ottenuto il riconoscimento della malattia professionale dopo la morte e solo in seguito ad azione giudiziaria.

In autostrada l’amianto veniva usato soprattutto nelle gallerie, dove veniva applicato a spruzzo sulle pareti, per creare barriere insonorizzanti e per la lotta al fuoco.

Negli ospedali (molte strutture sono ancora contaminate), è stato applicato sulle pareti con la malta, sui soffitti e nei pavimenti di vinile, ma anche nelle colle e negli stucchi. Quindi nei tubi in cui viaggiano i vapori surriscaldati per le lavanderie e le cucine, a 450 gradi, che erano spessissimo oggetto di manutenzione.

Per le segnalazioni e per contribuire alla mappatura dei siti contaminati utilizza l’app dell’Osservatorio Nazionale Amianto

Per una consulenza è attivo lo sportello on-line, specifico per il mesotelioma pleurico, oppure rivolgersi al numero verde

800 034 294

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