SONO STATI PRESENTATI IN GIAPPONE, NEL CORSO DI UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE, I RISULTATI DELLE NUOVE RICERCHE SULLA LEGIONELLA. L’EVENTO HA VISTO ANCHE LA PARTECIPAZIONE DEL LABORATORIO DI ARPA FRIULI VENEZIA GIULIA
Proseguono gli studi sulla legionella, il batterio che provoca la legionellosi, una malattia che si trasmette per via area e colpisce il sistema respiratorio. Provoca spesso forme acute di polmonite.
Su questo argomento si è svolta a Yokohama, in Giappone, la “Conferenza Internazionale sulla legionella”, posposta di un anno a causa della pandemia.
Durante le cinque giornate di incontri, i maggiori esperti mondiali nella ricerca della legionella hanno confrontato le proprie esperienze maturate in diversi ambiti scientifici. Esperienze aventi come minimo comune denominatore il controllo di questo patogeno emergente.
Il problema è stato affrontato da diversi punti di vista: epidemiologia clinica e meccanismi molecolari, Ma anche patogenicità, relazioni tra l’ambiente acquatico e la legionella e distribuzione del batterio in natura.
Legionella: ricerca e nuovi approcci
I recenti studi sulla malattia sono stati compiuti utilizzando un approccio innovativo e multidisciplinare, denominato One Health, letteralmente “Una sola salute”.
Si tratta di un approccio integrato sviluppato per rispondere all’insorgenza delle più gravi malattie a livello planetario. Il suo presupposto è che la salute delle persone e quella degli ecosistemi nei quali vivono sono indissolubilmente legate.
La loro tutela richiede, quindi, la cooperazione delle diverse discipline a livello globale, per raggiungere i migliori risultati per la salute pubblica. Questo nuovo approccio consentirà di implementare le metodologie per contenere la diffusione del patogeno sul territorio, con l’obiettivo di prevenire lo sviluppo di focolai epidemici.
Arpa Friuli Venezia Giulia presente alla Conferenza sulla legionella in Giappone
Il Laboratorio di Arpa Friuli Venezia Giulia ha portato il suo contributo all’evento, partecipando a uno studio scientifico coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.
I risultati sono stati presentati in due sessioni dell’evento internazionale. Hanno partecipato al progetto trentatré laboratori italiani, sia pubblici sia privati, analizzando 709 campioni di acqua potabile prelevati su tutto il territorio nazionale.