venerdì, Settembre 13, 2024

Le opere a impatto zero di David Popa

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L’ARTISTA NEWYORKESE DAVID POPA CREA OPERE A IMPATTO ZERO PER TRASMETTERE UN IMPORTANTE MESSAGGIO DI SPERANZA

David Popa è l’artista che crea opere a impatto zero utilizzando pigmenti naturali mescolati con acqua di sorgente per dipingere sul ghiaccio.

Ma disegna anche murales sulle rocce della Finlandia, dove vive e della Norvegia. Utilizza il carbone, terre, conchiglie macinate. Tutti elementi naturali come quelli utilizzati nelle prime pitture rupestri 40mila anni fa su pareti rocciose, creando, così, capolavori a impatto zero.

Proprio per questo, i suoi lavori durano un tempo limitato dagli eventi naturali. Da qualche giorno, a massimo un mese. A volte, basta la pioggia per sciogliere il colore e riportare tutta l’opera allo stato naturale, senza compromettere il luogo.

Dipende tutto, ovviamente, dalle condizioni meteorologiche.
Gli ultimi lavori dell’artista David Popa, ispirati alla tragedia provocata dalla guerra in Ucraina, sono stati realizzati su pezzi di ghiacciai frantumati.

«Ho iniziato questa serie nello stesso momento in cui era in corso la guerra in Ucraina – dichiara David Popa -. Ho sentito una forte correlazione tra la natura fratturata in pezzi di ghiaccio e la guerra».

I murales, invece, dipinti sulle rocce finlandesi, anch’essi con colori biodegradabili, durano a seconda degli eventi naturali, dai cambiamenti climatici.

Per questo l’artista documenta e fotografa le sue opere con l’ausilio di un drone. Popa è famoso anche per i suoi cortometraggi e la NFT art, ossia opere digitali sul web.

Una scelta consapevole quella dell’artista?

Popa ha 29 anni. È nato e cresciuto negli Stati Uniti ma attualmente vive in Finlandia con la sua famiglia. Attratto dalla bellezza dei luoghi e dall’incantevole spettacolo che la natura offre e ispira arte.

Popa sceglie accuratamente i luoghi su cui dipingere; come piccole isole che si possono raggiungere anche con un canotto gonfiabile.

Ispirazione e creazione

La natura che ispira l’arte e diventa essa stessa arte.

Questo, a mio parere, è quello che l’artista vuole trasmettere, mostrando a coloro che osservano le sue opere quanto una cosa così importante e di valore (per lo stesso artista) possa sciogliersi, inevitabilmente, a causa delle condizioni naturali.

Questo perché con i cambiamenti climatici i ghiacciai si stanno velocemente sciogliendo. La natura sta “scomparendo” velocemente davanti ai nostri occhi, così come si sciolgono le sue opere.

E noi spettatori dovremmo preservare l’arte suprema che da tempo accende il cuore di scrittori, poeti, pittori, scultori, musicisti: la Natura.

Perché essa stessa è arte! E noi, invece di proteggerla, stiamo abusando di ciò che ci ha offerto. Abbiamo inquinato il suolo, l’acqua, l’aria.

È necessario preservare ciò che ci ha dato la vita perché, come documentato da catastrofi naturali, la Natura si ribella. L’inquinamento provoca tumori e malattie, i cambiamenti climatici stanno distruggendo tutto. Milioni di ettari di foreste, i polmoni verdi della Terra, sono stati recisi per creare campi coltivabili, pascoli e impiantare industrie in nome del “progresso”.

Un progresso iniziato con la rivoluzione industriale. Strumenti di cui l’uomo ha abusato senza rendersene conto. E ora, le acque un tempo limpide sono inquinate, i pesticidi hanno raggiunto le falde acquifere e inquinato il suolo e, di conseguenza, i cibi che mangiamo. Molte specie animali stanno scomparendo.

Tutto questo l’artista vuole denunciare.

Numero verde ONA

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