LA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, A ROMA, OSPITA LA MOSTRA “THYBRIS. IL FIUME ETERNO”, DI ROBERTO GHEZZI. LE NATUROGRAFIE DI GHEZZI SONO OPERE CHE NASCONO DAL CONTATTO DELLE TELE CON LE ACQUE DEL TEVERE. VISITABILE FINO AL 26 NOVEMBRE 2023
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, a Roma, ospita la mostra “Thybris. Il fiume eterno”, di Roberto Ghezzi, fino a 26 novembre 2023.
Cristian Porretta e Davide Silvioli, hanno curato il vernissage; project manager Linda Simioli. Ha promosso il progetto la galleria d’arte FABER in partenariato scientifico con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università Sapienza di Roma e ARPA Lazio e il supporto di Phoresta ETS. Ha collaborato Il Giornale dell’Ambiente.
Le Naturografie rappresentano la serie distintiva dell’autore che le ha realizzate dopo studi e sperimentazioni su luoghi naturali, spesso incontaminati. Le opere in esposizione Ghezzi le ha create nell’alveo del “fiume eterno”, il Thybris, nome con cui gli Etruschi chiamavano il Tevere.
“La mostra – scrivono i curatori Porretta e Silvioli – è pensata in stretta correlazione con la realtà geografica che la ospita e al contempo, grazie all’indole del lavoro di Roberto Ghezzi, è progettata anche per stabilire delle connessioni interdisciplinari, al fine di impostare un dialogo quantomai attuale tra la sperimentazione artistica contemporanea ed altri ambiti del sapere”.
Una pluralità di letture
Le Naturografie rappresentano il frutto dell’interazione dell’artista con le acque del Tevere a partire dal 2022. Il percorso creativo di queste opere implica l’immersione di ampie tele nel letto del fiume per un periodo prolungato, circa un anno.
Durante questo tempo, le acque del Tevere interagiscono con i supporti, generando stratificazioni visive, texture, umori cromatici e sedimentazioni materiche sulle superfici delle tele. Questi risultati costituiscono la manifestazione della simbiosi tra i supporti artistici e l’ecosistema del Thybris.
“L’esposizione pone in rilievo quanto il modus operandi dell’autore sia passibile di una pluralità di letture, tutte ugualmente valide, ora di carattere artistico in merito al legame tra arte e paesaggio, ora filosofico relativamente alla sinergia tra uomo e natura, ora ecologico riguardo la conoscenza dell’ambiente”, è scritto nella nota.
Le opere dell’artista toscano mostrano il forte interesse di Ghezzi per il paesaggio naturale che, agli inizi, indaga sia attraverso la rappresentazione pittorica sia mediante sperimentazioni “sul campo”, a contatto diretto con l’ambiente naturale.
La complessa relazione tra l’uomo e la natura
Le tele offrono una prospettiva su ciò che può essere considerato uno dei risultati più coesi della ricerca contemporanea riguardo al rapporto storico tra arte e paesaggio. Questa serie tematizza questioni attuali relative alla complessa relazione tra l’uomo e la natura, sottolineando sia il valore culturale intrinseco delle acque del Tevere come luogo creativo, ancora in grado di catturare l’attenzione degli artisti sia le criticità della sua condizione attuale.
Le Naturografie di Roberto Ghezzi possono essere esaminate come oggetto di confronto interdisciplinare, specialmente con il contesto scientifico. Le opere conservano nelle loro caratteristiche biologiche e chimiche le tracce dell’habitat specifico, offrendo potenziali riserve di informazioni relative al luogo e al periodo temporale specifici.
Il nome Naturografie©, continua la nota, “ha in sé il concetto fondante sia del risultato finale, che del processo. Quest’ultimo è parte integrante dell’opera, in un viaggio all’origine del rapporto tra artista e natura, dove il supporto è spazio di comunione tra essi. L’artista crea con la natura, ma, al tempo stesso sovraintende a ogni fase della creazione: dalla determinazione delle variabili iniziali, al fattore tempo, fino alla forma finale”.