L’estate è finalmente arrivata: sia perché le temperature hanno raggiunto – e stanno superando – le medie stagionali sia come appuntamento astronomico: il 21 giugno è già alle spalle.
Acqua eccellente in più dell’85 % dei siti di balneazione europei
Con evidente piacere dei bagnanti che si riversano ovunque dove le acque di balneazione lo permettono. Anche dal punto di vista di divieti e quindi della salute.
Nuotare in spiagge o laghi balneabili contaminati può essere causa di malattie. E in caso di forti piogge e inondazioni, a causa della tracimazione delle fognature e del riversamento delle acque di drenaggio inquinate nei fiumi e nei mari, l’inquinamento accresce il rischio di ammalarsi.
Gli europei possono stare tranquilli, però.
Infatti, secondo l’ultima relazione annuale sulla qualità delle acque di balneazione europee, oltre l’85 % dei siti monitorati l’anno scorso ha soddisfatto i più rigorosi criteri dell’Unione Europea in materia di pulizia ed è stato classificato di qualità “eccellente”.
I requisiti stabiliti dalla direttiva dell’UE sulle acque di balneazione, hanno contribuito a migliorare notevolmente la qualità delle acque balneabili europee nel corso degli ultimi quarant’anni.
Pertanto, oltre il 95% dei 21.831 siti di balneazione monitorati dei ventotto Stati membri e di Albania e dei laghi svizzeri ha soddisfatto i requisiti minimi di qualità previsti dalla normativa UE.
La percentuale di siti che rispettano gli standard di qualità più rigorosi e possono fregiarsi della qualifica di “eccellente” è aumentata leggermente, passando dall’85,0 % nel 2017 all’85,1 % l’anno scorso.
Sia gli investimenti nel trattamento delle acque reflue urbane sia una gestione efficace della direttiva introdotta, hanno ridotto in maniera severa la quantità di rifiuti urbani e industriali non trattati o parzialmente trattati che finiscono nelle acque.
Le autorità locali sono obbligate a prelevare campioni di acqua davanti ai siti di balneazione che figurano in un elenco ufficiale, durante tutta la stagione balneare.
Quindi i campioni sono analizzati per verificare l’eventuale presenza di due tipi di batteri, da acque reflue o da liquami di allevamento.
Altri dati chiave importanti
In cinque Paesi, il 95% o più dei siti di balneazione è risultato di qualità “eccellente”: Cipro (99,1 % dei siti), Malta (98,9 % dei siti), Austria (97,3 % dei siti) e Grecia (97 % dei siti).
Nel 2018 tutti i siti di balneazione analizzati a Cipro, in Grecia, in Lettonia, in Lussemburgo, a Malta, in Romania e in Slovenia hanno conseguito almeno la menzione di qualità “sufficiente”.
La percentuale più elevata di siti di balneazione con qualità delle acque “scarsa” è stata registrata in Italia (89 siti, pari all’1,6 %), Francia (54 siti, pari all’1,6 %) e Spagna (50 siti, pari al 2,2 %). Rispetto al 2017 questo numero è diminuito in Francia (da 80 siti nel 2017 a 54 nel 2018) ma è aumentato in Italia (da 79 siti a 89) e in Spagna (da 38 siti a 50).
Fonte: Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente
La valutazione della qualità dei siti di balneazione, ai sensi della direttiva, si avvale dei valori di due parametri microbiologici, enterococchi intestinali ed escherichia coli.
In base al tasso di batteri fecali rilevato, le acque di balneazione sono classificate di qualità “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa”.
Se l’acqua risultasse di “scarsa” qualità gli Stati membri devono prendere provvedimenti, ad esempio vietando o sconsigliando la balneazione nell’ambito del sito valutato, informandone il pubblico e adottando misure correttive.