«Considerata la notevole estensione costiera della regione Puglia, uno tra i principali fattori che regolano gli equilibri idrogeologici negli acquiferi pugliesi è legato ai rapporti esistenti tra l’acqua dolce di falda e l’acqua marina».
Il suddetto testo è estratto dal lavoro “Uso e tutela dei corpi idrici sotterranei pugliesi”, di Michele Maggiore, docente di Idrogeologia del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università degli Studi di Bari che, insieme con Pietro Pagliarulo, fa il punto delle conoscenze idrogeologiche in Puglia. Lo studio è stato presentato nel corso del convegno che si è tenuto a Sannicandro di Bari, nel 2002.
L’acqua sotterranea è la principale risorsa idrica
In Puglia, è descritto nella ricerca, una regione priva di corsi d’acqua importanti, l‘acqua sotterranea rappresenta la principale risorsa idrica e un fattore fondamentale per la vita e lo sviluppo della comunità autoctona.
Le aree del Tavoliere delle Puglie (quella del Tavoliere è inclusa tra le aree italiane a rischio di desertificazione – DSTN, 1999; Maggiore e Pagliarulo, 2003b) e delle Murge hanno avuto, nel tempo, un incremento delle superfici irrigabili, mentre nel Salento, si è registrato un incremento nel settore potabile. E, a causa di prelievi sempre crescenti, è aumentato anche il fenomeno dell’intrusione dell’acqua marina nelle zone costiere che ha reso le acque sotterranee inutilizzabili per l’agricoltura.
Quanto all’acqua potabile, in Puglia scorrono acque con caratteristiche qualitative naturali eccellenti: una risorsa che l’inquinamento causato dall’uomo può rendere non rinnovabile. E i casi di inquinamento rilevabili in Puglia sono sempre più diffusi.
Nell’area mediterranea, i cambiamenti climatici, siano essi naturali o originati dall’uomo, non possono che acuire il processo di degrado delle acque sotterranee già in atto.
«Si pone quindi l’urgenza di efficaci e irrimandabili azioni di tutela».
Michele Maggiore, docente «che vibrava della sua generosità di insegnante e della sua instancabile passione di studioso», che ha trasmesso a quanti lo hanno conosciuto la consapevolezza che «l’acqua è un bene prezioso», è scomparso nel 2010.
L’Ordine dei geologi (Org) della Puglia e la Società italiana di geologia ambientale (Sigea) desiderano ricordare il docente dedicandogli un luogo di incontro nella città di Bari.
Il prof. Maggiore è sempre stato conosciuto come una persona dallo spirito altruistico, sempre disponibile con i più giovani, «è stato amico di tutti gli studenti ed ha saputo trasferire l’amore per il territorio e la necessità della tutela», con le istituzioni e sempre attento ai temi ambientali.
Già negli anni scorsi l’Org della Puglia e la Sigea, in sua memoria, hanno organizzato una raccolta di fondi per realizzare due pozzi in Africa; un’iniziativa, questa, voluta per donare il bene prezioso dell’acqua alle popolazioni afflitte da gravi carenze idriche.
Nel 2005, nella circostanza dell’alluvione nel capoluogo pugliese, è stato tra i primi a precipitarsi sui luoghi inondati per comprendere la portata dell’evento.
«È stato sempre disponibile alla risoluzione di problematiche tecnico-professionali», commenta Salvatore Valletta, presidente dell’Ordine dei Geologi della Puglia, «e ha favorito l’interesse per la professione del geologo. Ha amato Bari, la città dove ha vissuto per tanti anni nel ruolo di docente universitario. Partendo da questo amore per Bari abbiamo pensato a un parco/giardino a lui dedicato».
Per commemorare la figura di Maggiore, l’Org della Puglia e la Sigea, hanno manifestato la volontà di realizzare iniziative culturali dedicate al tema della risorsa idrica, da organizzare in occasione della “Giornata mondiale dell’Acqua”, istituita dalle Nazioni Unite, il 22 marzo di ogni anno.
«Iniziative come quelle di intitolare uno spazio pubblico, frequentato prevalentemente da ragazzi, a chi ha dedicato la propria vita a studiare e tutelare l’acqua, associata all’organizzazione di eventi culturali programmati e rivolti ai più giovani», commenta Antonello Fiore presidente nazionale di Sigea, «può essere utile a rendere tutti più consapevoli della limitatezza di alcuni beni essenziali per la vita e il benessere come l’acqua».
Lo scorso anno abbiamo vissuto una crisi idrica. «Le crisi ambientali, sociali ed economiche in tema di risorsa idrica non si possono affrontare stagione per stagione», continua Fiore. «Questi tipi di crisi richiedono un’attenta programmazione e pianificazione degli interventi e dei comportamenti; la consapevolezza del bene comune può facilitare quell’adattamento necessario a migliorare la qualità della vita».