ALFONSO DI PASQUALE (1899/1997) PITTORE TRA SINCERITÀ, DELICATEZZA E POESIA TRA PARIGI, ROMA E ANDRIA. LA SUA RICERCA PITTORICA, COME QUELLA DI GIUSEPPE DE NITTIS, FU CONCENTRATA SULLA PERCEZIONE DAL VERO DELLA NATURA, DELL’UMANITÀ DIFFUSA, DELL’ARCHITETTURA E SULLA TRASPOSIZIONE PERSONALE DI ESSE
(Clement Marrro, La Revue Moderne, Parigi, 1929)
Con questo testo critico, Alfonso di Di Pasquale, fu presentato il 19 agosto del 1929 a Parigi per tramite di Clement Marro, sulla rivista di critica d’arte La Revue Moderne.
Alcuni anni dopo, il 2 maggio 1936 in Piazza di Spagna a Roma, Alfonso Di Pasquale inaugurò una delle sue prime personali alla “Barcaccia”. Luogo per mostre d’arte, in pieno centro, nella capitale d’Italia.
Pur essendosi dedicato, sin d’allora, all’arte applicata a uso scientifico e all’insegnamento della stessa, la passione per la pittura lo portò a esporre le sue opere in varie mostre all’associazione Amatori e Cultori a Roma e nelle mostre regionali in Puglia, solo per citarne alcune.
Nella Città eterna, la sua ricerca pittorica, fondata sulla tradizione italiana della forma e del colore, fu strutturata sulle proporzioni, sulla prospettiva, sul particolare. Mentre, a Parigi, siamo nel 1936, i Surrealisti: Salvator Dalì e René Magritte, erano al centro del dibattito culturale insieme ai Cubisti: Pablo Picasso e Georges Braque.
La percezione del vero
La sua indagine artistica, come quella di Giuseppe De Nittis, fu concentrata sulla percezione dal vero della natura, dell’umanità diffusa, dell’architettura e sulla trasposizione personale di esse. Senza variazioni eccezionali e con onestà intellettuale, in cui il disegno e il colore non si disgiungono, anche quando la potenza della luce del sole, scompone i contorni delle figure.
Di Pasquale affrontò, come gli Impressionisti, la difficoltà della rappresentazione della luce naturale e dell’atmosfera dei luoghi, cercando sempre di cogliere l’attimo fuggente della luce. Fermandola con rapidità gestuale, senza sospendere lo studio su di essa, allo stato di semplice “impressione”.
In modo che, anche i suoi paesaggi, hanno assunto il valore di opera d’arte pittorica pensata e fondata sulla sensibilità cromatica, sulle forme nella luce, sulle atmosfere, sulla nobiltà d’espressione pittorica è sulla personalità decisa.
Ma delineata nella tradizione della forma e del colore tutta italiana, del vedere e del sentire pittorico, fondando i suoi paesaggi, i luoghi, le persone, che ben raccontano ancora oggi, una dimensione austera degli italiani.
E della cultura pittorica che, in quegli anni, l’Italia viveva e attraversava, fissando nelle composizioni di figure, spiagge animate, campagne, ritratti e paesaggi del Lazio, della Puglia e della Lucania, una profonda conoscenza del disegno, sapendo dipingere e raccontare, attraverso il colore, la freschezza dei luoghi.
Il pensiero pittorico e letterario di Andria nelle opere pittoriche e letterarie
Oggi, a distanza di tempo, è possibile vedere dal vero trentadue opere di Alfonso Di Pasquale, esposte in modo permanente, alla Biblioteca Comunale “G. Ceci” di Andria, sua città natale. Una mostra d’arte pubblica, sempre aperta negli orari ufficiali, in cui poter iniziare a vedere dal vero, conoscere e capire le sue opere d’arte pittorica. Nonché la struttura culturale che costituisce la Città di Andria, insieme con gli altri artisti del 1900 come: Vincenzo Gazzillo, Paolo Pastore, Irene Petrafesa, Giuseppe Tangaro, Nino Vaccarella. E scrittori come Francesco Barbangelo, Giuseppe Brescia, Pasquale Cafaro, Alfonso Leonetti, Pietro Petrarolo, solo per citarne alcuni. I quali hanno saputo fissare sapientemente il pensiero pittorico e letterario della città, nel 1900.
Bibliografia essenziale:
Vincenzo De Masi, Alfonso di Pasquale pittore; la vita e le opere, Editore BCC, Gaudiano di Lavello, 2013.
Info:
Biblioteca Comunale di Andria “G. Ceci”
dal Lunedì al Venerdì: 8.10-13.20
Lunedì, Mercoledì e Venerdì: 8.10-13.20 / 15.10-17.30.
Piazza Sant’Agostino, 5 – Andria BT
Tel. 0883 290672 – 0883 290741
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