La sera del 31 ottobre, si festeggia Halloween. La ricorrenza di origine celtica, nel XX secolo sbarca negli Stati Uniti, dove cede al business e viene, poi, esportata in tutto il mondo, alla stregua di una commemorazione.
Halloween, tra dolcetto, scherzetto e animali utili all’ambiente
Gli ingredienti della “macabra” celebrazione, sono “Feste, fantasmi e zucche vuote”, come titolava venti anni fa, era il 2 novembre – il giorno dei morti – del 1998, l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, che annunciava l’arrivo in Italia di quest’altro costume, che nella tradizione italiana era già “La notte delle lumere”: il nome dell’ortaggio svuotato, nel Nord Italia.
Le usanze, ormai diffuse, vanno dalle sfilate in spaventosi costumi da scheletro – nel ricordo del giorno dei morti – fantasma, strega, e zombie, degli adulti, al “trick or treat”, nel nostro Paese “dolcetto o scherzetto”, dei bambini, anche loro trasfigurati per fare, o piuttosto esorcizzare la paura e ricattare chi apre loro la porta senza caramelle e cioccolatini da offrire.
Paura che, nell’immaginario collettivo, è stata alimentata anche da alcuni animali – i famigli – che nell’antichità rappresentavano demoni che facevano compagnia a chi praticava la magia nera: i pipistrelli che rassomigliano a topi con le ali, gli stessi ratti, i serpenti, spesso considerati simbolo del male e la civetta, o meglio l’allocco, il cui verso fa da colonna sonora nei film dell’orrore.
In realtà queste specie di animali “hanno un ruolo molto importante in natura e nascondono innumerevoli qualità e segreti, che il WWF vuole rivelare proprio in vista della festa più spaventosa dell’anno”.
I pipistrelli sono gli unici mammiferi capaci di volare. In Italia ne esistono più di trenta specie. Non ispirano molta simpatia alle persone perché fanno “vita notturna” e vivono al buio delle grotte in colonie numerose. Invece sono molto utili all’ambiente, giacché si nutrono di insetti e zanzare. In molti casi, purtroppo, l’uomo è stato condizionato da superstizioni e credenze popolari infondate, come quella dei vampiri della Transilvania e il Conte Dracula. Quest’ultimo, uno dei travestimenti più gettonato. I pipistrelli, invece, sono animali davvero interessanti: comunicano fra loro tramite ultrasuoni, grazie ai quali sono in grado di volare e orientarsi nel buio più completo.
A cominciare dalla religione, il serpente – nel libro della Genesi, plagia Eva la induce al peccato originale e ne causa la cacciata dal Paradiso terrestre – è uno dei più antichi e più diffusi simboli mitologici. Le sue caratteristiche hanno stimolato l’immaginario umano a paragonarlo a creature sovrannaturali, per i cristiani è la reincarnazione di Satana e mostruose, il “Dio Serpente” della cultura Maya, alla “Kundalini” della mitologia Indù.
Considerati simbolo del male e pericolosi, i rettili ancora oggi sono spesso vittime dell’uomo: fondamentali per gli ecosistemi in cui vivono, in Italia tutte le specie sono protette e la loro uccisione costituisce un reato penale.
Nel nostro Paese solo cinque specie di vipere sono velenose ma “il veleno di nessuna di queste rappresenta un pericolo mortale per un uomo adulto e in salute – spiega il WWF –, tant’è che l’inoculazione del siero risulta più pericolosa del veleno stesso e rappresenta una pratica quasi abbandonata”.
L’allocco, dopo il gufo reale, è il più grande rapace notturno che vive nella penisola. Grazie al suo piumaggio grigio-bruno e gli occhi scuri si mimetizza tanto nell’ambiente boschivo, che a tradire la sua presenza è solo il suo verso: inconfondibile, spettrale, inquietante, per qualcuno che si aggira di notte nella foresta, nel parco o nel giardino in città. Il volatile, invece, è del tutto innocuo; evita l’uomo ma è utilissimo all’ambiente e agli agricoltori, infatti, di notte è un abile cacciatore di roditori.
Veicolo di gravi epidemie nei secoli passati, il ratto – sono due le specie, il ratto nero e il ratto norvegese – ha alimentato l’odio dell’uomo verso questi roditori. Sono presenti in ogni angolo della Terra e si adattano facilmente all’ambiente in cui abitano, spesso zone antropizzate e la loro abitudine a frequentare le case spaventa l’uomo. “Pochi si sono invece concentrati sulle loro straordinarie capacità: i sensi sviluppatissimi (olfatto, udito e tatto in particolare) li rendono tra gli animali più adattabili e di successo che si sono evoluti sul pianeta”.
Anche i ragni sono da sempre animali vittime di pregiudizi a causa delle loro abitudini notturne. Anche nel caso degli aracnidi – quasi 50mila specie differenti -, alcune religioni li descrivono come animali “oscuri” e pericolosi, tanto da farne simboli negativi. Di aspetto e dimensioni molto variegate, i ragni hanno in comune le otto zampe e sono abili predatori; caratteristiche, queste, che hanno generato credenze popolari secondo cui il ragno è un animale dal morso letale per l’uomo. “In realtà solo in un ridottissimo numero di specie il morso è davvero pericoloso per l’uomo: in Italia sono pochissime le specie velenose, mentre la maggioranza dei ragni è del tutto innocua”. “Sono invece abili architetti: la tela che alcuni di loro producono è un capolavoro di geometria e costituita da un materiale sericeo tra i più resistenti in natura!”.
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