domenica, Febbraio 16, 2025

La Natura e l’Ambiente, sospesi tra passato e futuro

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“ ICE “ E “ MURI “ DUE OPERE INEDITE DI IRENE PETRAFESA CHE S’INTERROGA, ATTRAVERSO LA PITTURA, SULLA NATURA E L’AMBIENTE, SOSPESI TRA PASSATO E FUTURO.

“… Ciò che sembra caratterizzare, in primo luogo, la ricerca artistica moderna, è un orientamento di fondo. Che, a differenza delle tradizioni naturalistiche, prende coscienza delle impossibilità di fondare la ricerca artistica sopra i codici che caratterizzano il senso visivo comune. E, quindi, della necessità di attivare nuovi sistemi di segni critici e innovativi, fondati su una propria autonomia strutturale. Lo statuto dell’arte non è più legato alla corrispondenza tra oggetto artistico e oggetto di natura. In quanto viene meno in questione la presunta identità tra i due termini, anche quando non si rinuncia alla rappresentazione.

Eppure, il tema, nonostante una certa vaghezza di confini, tocca un aspetto tutt’altro che secondario dell’arte moderna. Sempre che al termine “natura” si dia un significato nuovo e più largo.

Che insista, cioè, sulla iterazione tra un soggetto, con tutte le sue memorie e speranze, comprensioni e desideri, ed un oggetto che si configura in termini sempre più distanti dal concetto tradizionale di “natura”.

(Jean–Christophe Ammann / Achille Bonito Oliva / Antonio del Guercio / Filiberto Menna – BIENNALE DI VENEZIA / 1978 – Introduzione al catalogo / ARTENATURA)

“ICE”, lo scioglimento dei ghiacciai

Natura - ICE di Irene Petrafesa
ICE di Irene Petrafesa

È una delle ultime opere pittoriche ispirate ai disastri naturali causati dall’uomo. E, nello specifico, allo scioglimento dei ghiacciai, guardati poeticamente, che hanno ispirato Irene Petrafesa al rientro da Londra. Dopo la mostra promossa dalla Gallery LEBOWSKI, presso la A&D Gallery, al 51 di Clukern Street , nel dicembre 2019.

Rientrando in Italia, in Puglia, Irene ha portato con sé due opere che, in questa lunga pausa forzata durata mesi, ha avuto modo di elaborare. E che oggi è possibile vedere a Bari al BIBART, Biennale Internazionale d’arte di Bari e Area Metropolitana, dal 12 luglio al 29 agosto 2021. A Santa Teresa dei Maschi, nel centro storico della Città, invitata dal Direttore Miguel Gomez.

L’ho incontrata, alcuni giorni fa, alla conferenza stampa nella Chiesa di pietra della Vallisa a Bari. Era una calda mattina d’estate pugliese; parlavamo sull’ideazione e creazione delle sue opere pittoriche ultime, ispirate alla “Natura”, ma distanti dal concetto tradizionale in senso stretto.

L’aspetto poetico del colore nelle pitture di Irene Petrafesa

“… mi piace – ha esordito Irene – anche nelle catastrofi, cogliere l’aspetto poetico che, nelle mie pitture, è dato dal colore. Come l’azzurro, che mi riporta a “Respiro” (un’opera pittorica di alcuni anni fa, liberamente ispirata al film interpretato da Valeria Golino), in cui il bianco rappresenta la speranza e la purezza, ormai rara nell’umanità d’oggi.

Arte, natura e umanità si sintetizzano in “ICE”, un’opera pittorica realizzata a olio e pastelli su tela. Il bianco ghiaccio, fondato sulla ricerca artistica al di sopra dei codici che caratterizzano il senso visivo comune, attiva nuovi sistemi di segni critici e innovativi.

Sviluppano una propria autonomia strutturale, alludendo a una nuvola sospesa, alta nello spazio e nel tempo, che divide l’umanità dall’universo/natura/cosmo. Questo, raccontato con il colore buio tendente al nero/blu sui bordi estremi e alti dell’opera.

Sotto cui scende una nuvola di meteoriti bianchi, anch’essi ghiacciati, orientati verso il basso, che piombano su un’allusiva vista dallo spazio della Terra. Tra mari verde/blu e terre emerse verde/rame. Che raccontano la natura di un pianeta possibile e immaginario visto da lontano, dallo spazio, più equilibrato nel suo uso da parte dell’umanità vivente.

La Natura e l’indole aggressiva dell’uomo

A questa visione cosmica, universale, della natura, fa da contraltare una umanità aggressiva, che abita, in senso specifico la Terra. In pochi punti concentrati e in agglomerati urbani fitti, densi, arabi, tra muri urbani. Spesso senza alberi, imbiancati a calce viva su cui, istintivamente, per rabbia i “graffi”, o per ragione i “segni”, sono incisi con tracce e segni indelebili. Graffi parlanti e segni/fori che segnano volontariamente un pensiero altrui. Che Irene Petrafesa ha percepito e trascritto attraverso la sua pittura nell’opera “ MURI ”. Anch’essa esposta alla Biennale d’Arte di Bari, di cui lei mi ha raccontato in anteprima la sua visione.

“… alcuni anni fa – mi ha descritto Irene – ho visto, dal vero, superfici di calce viva naturale, bianca, stesa a biacca dall’uomo, sui lunghi e alti muri di Puglia che proteggono le case nei centri storici.  Scalfita da forti segni… ne sono rimasta affascinata e,  credo, che siano l’esatta rappresentazione dell’universale…”.

La dimensione naturale/universale da lei percepita è trascritta nell’opera pittorica “MURI”. Un dittico di due opere pittoriche affiancate, create con olio su tela e grafite. In “MURI” è da intuire la forza della pittura che si esprime attraverso la sua materica naturalità. L’Arte di Irene fissa “segni/fori” dipinti in circolo, che alludono a una STONEHENGE contemporanea.  

Il mondo reale, fisico, naturale, incontra l’immaginario e l’universale

Il mondo reale, fisico, naturale, incontra l’immaginario e l’universale, unendosi in segni fisico-naturali e cosmico-allusivi, ampi. L’immaginazione contempla e supera gli spazi immensi della conoscenza. I quali vengono trascritti, attraverso la pittura di Petrafesa, nella descrizione allusiva di un paesaggio lunare.

Fisso, in alto nell’opera, quasi paradisiaco. Staccato da una coppia di linee/graffi lunghi e continui che segnano il dittico in orizzontale, dandogli un senso/segno di passaggio dell’uomo nel paesaggio, nell’esistenza dell’ambiente. L’opera di Irene, infine, descrive una resistenza/resilienza che in molti casi stride, ed è in contrasto, con l’ambiente naturale della Terra.

L’ambiente, la natura e l’universalità dell’uomo tra esse

Terre e Mari, un’unica natura sospesa tra passato e futuro, nelle due opere pittoriche “ICE” e “MURI” si contrappongono tra una scala infinitamente grande e un dettaglio infinitamente piccolo.

Un prodotto artistico, unico, sul tema dell’ambiente, della natura, dell’universalità dell’uomo tra esse. Una continua ricerca dell’essere. Tra spazi infiniti reali ed esteriori, visivamente percepibili e spazi infiniti e interiori.

Alternativamente orientati verso il centro dell’universo, visibile a molti e verso il mondo interiore, visibile a pochissimi. Luogo in cui si sommano volontà ancora inespresse.

Piaceri di ricerca e sentieri infiniti fondati sulla certezza della conoscenza, di emozioni, di sentimenti intimi e flussi di coscienza, dettati dall’amore per la vita, la natura e l’ambiente in cui l’uomo vive.

Visti e fissati dalla pittura e dall’arte visiva di Irene.

Numero verde ONA

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